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L'industria italiana delle macchine e delle tecnologie alimentari tra evoluzione e fattori di competitività

In un libro a cura di Francesco Leone, del Ceris-Cnr, lo studio di un settore di crescente successo. Più che raddoppiate negli ultimi quindici anni le esportazioni

09 febbraio 2008 | Carlotta Baltini Roversi

La globalizzazione dei mercati apre scenari positivi o negativi per la nostra industria delle macchine e delle tecnologie alimentari?
La domanda non è fuori luogo, visto le molte difficoltà riscontrate nei mercati per alcuni settori produttivi. Quello delle macchine e delle tecnologie alimentari gode invece di un buono stato di salute generale. Nell’introduzione al libro edito da Agra - il curatore Francesco G. Leone, del Ceris Cnr di Movcalieri, a Torino, insieme con il coautore Giovanni Ghiglione, del Isem Cnr di Genova - sostengono che effettivamente l’industria italiana delle macchine e delle tecnologie alimentari negli ultimi quindici anni sta andando molto bene, raddoppiando forse anche oltre le attese le esportazioni, registrando una quota export dell’80% della produzione complessiva.

“Grazie all’attività di ricerca – scrivono Leone e Ghiglione – questa industria ha conservato nel tempo una vitalità e una capacità di ammodernamento che hanno permesso al nostro paese di mantenere una posizione di grande prestigio”. Un successo ampiamente meritato, tanto più che le imprese in questione sono di limitate dimensioni.
E così i due ricercatori - Francesco G. Leone del Ceris-Cnr di Torino e Giovanni Ghiglione dell'Isem-Cnr di Genova – hanno avviato nel tempo uno studio accurato muovendosi attraverso l'analisi della letteratura storico-economica e di numerose interviste che gli stessi ricercatori hanno effettuato a imprese, operatori e qualificati esperti del settore.

I risultati sono raccolti appunto in questo volume; e si tratta, a ben osservare, di uno dei pochi studi scritti e pubblicati sulle macchine alimentari che sia stato realizzato negli ultimi anni. E si tratta di un libro utile, che consente agli operatori e agli studiosi di disporre di un quadro conoscitivo sull'evoluzione economica, sul processo innovativo e sulle caratteristiche distintive che connotano questo settore industriale.

Negli ultimi 15 anni, come si è detto, il settore ha presentato una dinamica particolarmente positiva, sia in termini di fatturato, sia in termini di esportazioni. Tra il 1990 e il 2005 il valore della produzione è aumentato del 52% (da 1,8 a 2,8 miliardi di euro), mentre le esportazioni sono quasi raddoppiate (da 1,2 a 2,3 miliardi di euro). Attualmente le esportazioni raggiungono l'80% della produzione complessiva (2,3 su 2,8 miliardi di euro) e rappresentano un successo industriale che in Italia trova riscontro solo in pochissimi altri comparti produttivi.

Così, sulla base dei dati forniti dall'associazione dei costruttori tedeschi di macchine e impianti industriali VDMA (Verband Deutscher Maschinen-und Anlagenbau), il mercato internazionale delle macchine per l'industria alimentare e per il confezionamento, tra il 2000 e il 2005 è cresciuto del 24% e oggi vale circa 22 miliardi di Euro. I due terzi delle esportazioni globali sono riconducibili a cinque Paesi: Germania (26,7%), Italia (21,8%) e, con quote di gran lunga inferiori, Usa (7,1%), Olanda (5,6%) e Svizzera (5%).

La collocazione delle imprese italiane sui mercati internazionali conferma risultati di eccellenza, soprattutto in considerazione del fatto che l'industria tedesca delle macchine alimentari e per il confezionamento, con un fatturato 5,8 miliardi di euro e 57.500 occupati, ha una dimensione economica quasi doppia rispetto a quella italiana.

Circa le prospettive future, i risultati della ricerca evidenziano che sul piano economico e tecnologico l'industria italiana delle tecnologie alimentari, nonostante la difficile situazione congiunturale, nel corso degli ultimi 15 anni ha conseguito risultati che possono essere considerati più che soddisfacenti.

La vivacità del tessuto imprenditoriale, unita al livello di specializzazione e all'innovazione continua delle macchine prodotte, finora ha contribuito efficacemente all'affermazione della tecnologia “made in Italy” su tutti i principali mercati. In alcuni settori (ad esempio il conserviero, il pastario e quello dei prodotti da forno) l'Italia continua ad essere il principale esportatore mondiale, superando la Germania e la Svizzera che per diversi decenni hanno dominato lo scenario internazionale.

Dalle considerazioni presentate nel volume si può ragionevolmente sostenere che l'industria italiana delle macchine e delle tecnologie alimentari dispone delle risorse e delle capacità tecnologiche che occorrono per affrontare con successo le nuove sfide dei mercati. Tuttavia, si ritiene che il miglioramento della posizione competitiva nei Paesi in forte espansione potrà avvenire solo a condizione che le imprese fornitrici adottino rilevanti cambiamenti strutturali e organizzativi al loro interno.

Da qui la necessità, più volte evidenziata nel volume, di attivare strumenti di politica industriale, tecnologica e finanziaria di facile applicazione, mirati alle esigenze operative e al miglioramento competitivo delle imprese minori.



Francesco G. Leone (a cura di), L'industria italiana delle macchine e delle
tecnologie alimentari. Evoluzione e fattori di competitività
, Agra Editrice, pp. 198, euro 25

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