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SPECIALE EXTRA VERGINI A DOP. “BRISIGHELLA” VANTA UN'ANTICA PRIMOGENITURA. LA DENOMINAZIONE DI ORIGINE E' STATA CONSEGUITA DA SUBITO, NEL 1996, MA UN PRIMO DISCIPLINARE RISALE ADDIRITTURA AL 1975

Intervista a Franco Spada: "l’extra vergine Dop commercializzato rappresenta oltre il 30% della produzione totale di olio che si produce nell’areale brisighellese; e il mercato tira". La certificazione? Incide troppo nei costi della Dop, ma qui non costituisce un problema. Si ritengono soddisfatti (8. continua)

24 febbraio 2007 | Luigi Caricato

Prosegue l’inchiesta sulle Dop d’Italia riservate agli oli extra vergini di oliva, la riprendiamo dopo aver pubblicato le precedenti nei mesi di novembre e dicembre 2006. L'ottava puntata coinvolge il Consorzio Dop Brisighella, presieduto da Franco Spada.

Lo si ripete ancora una volta: le domande sono le medesime per tutti, in modo da avere un quadro unitario delle risposte e ricavare un utile profilo generale sullo stato della nostra olivicoltura.
A partire da tale inchiesta – lo si ribadisce ancora una volta - ci aspettiamo le personali impressioni dei lettori.



FRANCO SPADA

Franco Spada è nato a Brisighella, in provincia di Ravenna, nel marzo 1951, dove attualnete risiede e opera. Oltre a essere presidente del Consorzio produttori olio extra vergine “Brisighella”, è presidente dell’Arpo, l’Associazione Regionale Produttori Olivicoli, realtà che raggruppa quasi tutti i produttori olivicoli della Regione Emilia-Romagna, ed è delegato inoltre dell’Aifo, l’Associazione Italiana Frantoiani Oleari per la Regione Emilia-Romagna.
Il suo impegno nell’olio è più che consolidato, è stato peraltro presidente della nota Cooperativa Agricola Brisighellese, dal 1981 al 2006.

Laureato in Scienze Agrarie presso l’Università degli Studi di Bologna, con specializzazione in enologia, l’agronomo Spada è sommelier professionista Ais; ma è abilitato anche all’analisi sensoriale dei formaggi.
In quanto degustatore d’olio, si è diplomato capo panel presso il Consiglio Oleicolo Internazionale di Madrid. Sempre sul fronte dell’olio, ha al suo attivo il ruolo di socio fondatore a Milano, nel marzo del 1984, della Corporazione dei Mastri Oleari e componente per tanti anni del medesimo Panel riconosciuto Coi.
Ha partecipazione inoltre al corso internazionale di formazione Capi Panel di assaggio olio di oliva vergine organizzato dal Coi ad Imperia, nel marzo 1995. E’ capo panel del Panel Emilia-Romagna presso l’Università di Bologna, Istituto di Tecnologia Alimentare di Cesena.

Il suo impegno richiederebbe una esteso spazio per riportare molti altri incarichi che ha ricoperto o che attualmente ricopre, segno di una passione e di una professionalità ampiamente riconosciuta da più parti.



La sensazione generale è che le denominazioni di origine per gli oli extra vergini di oliva italiani non stiano ancora decollando, contrariamente alle aspettative di qualche anno fa. Percepisce anche lei questo stato di incertezza e di difficoltà?
In generale si, nel nostro caso no, perché l’olio Dop commercializzato rappresenta oltre il 30% della produzione totale di olio che si produce nell’areale brisighellese ; e il mercato tira.

C’è un reale valore aggiunto per gli oli certificati Dop o Igp, oppure non cambia nulla di concreto sul piano commerciale? Anche in questo caso, si ha la sensazione che i produttori siano costretti a sopportare maggiori costi, legati alla necessità di certificazione, senza per questo guadagnare quel qualcosa in più cui legittimamente sono state riposte tante buone speranze e attese... E’ così?
E’ concreto affermare che la certificazione incide troppo nei costi della Dop; nel nostro caso il differenziale fra l’olio extra vergine normale e il Dop è di euro 7,60; pertanto possiamo ritenerci soddisfatti. L’extra vergine normale viene commercializzato a euro16,80 litro – la DOP Brisighella a euro 24,40 litro.

La Dop che lei rappresenta in qualità di presidente del Consorzio, in che modo intende muoversi, e di conseguenza proporsi, sul fronte della commercializzazione e della conoscenza del prodotto?
Cerchiamo di curare molto gli aspetti qualitativi del prodotto, il confezionamento e di informare sia con schede tecniche che con cartigli bene il consumatore.

Come giudica i disciplinari di produzione delle Dop dell’olio in Italia? Sono fatti bene, o sono suscettibili di miglioramento?
Sono suscettibili di miglioramento, anche se non si possono standardizzare perché ogni realtà deve poter trovare nel disciplinare le regole per produrre al meglio la propria Dop esaltandone le qualità vere dell’olio.

E il disciplinare di produzione della sua Dop, in particolare?
Riteniamo sia ben fatto e risponda perfettamente alle esigenze, d'altronde è nato nel 1996 ma sulla scorta di un applicazione già attuata fin dal 1975 con il disciplinare di produzione del Brisighello ®

Un suggerimento ai suoi colleghi presidenti dei rispettivi consorzi di tutela?
E’ difficile dare consigli, e forse anche presuntuoso, perché ritengo che i Presidenti dei vari Consorzi abbiano le conoscenze e le capacità per valorizzare al meglio la propria Dop.
Se proprio mi devo sbilanciare consiglierei di far iscrivere alla Dop gli oliveti migliori, per ottenere l’olio migliore; di applicare in modo serio le migliori regole dell’elaiotecnica e di farsi pagare la qualità ; produrre qualità costa e il consumatore lo deve aver ben chiaro, pertanto deve essere disponibile a pagarla oppure vi rinuncia. Ultimo certificare un quantitativo di olio “una bottiglia” in meno rispetto alla domanda di mercato! Cioè non certificare delle quantità sostenendo dei costi se poi il mercato non apprezza.

In conclusione, ci dia il quadro generale del territorio e della forza produttiva in cui opera la sua Dop...
La Dop Brisighella oggi viene attuata da 118 aziende olivicole su un totale di 300 aziende olivicole che sono nell’area di produzione.
L’area di produzione occupa parzialmente il territorio di cinque comuni di cui 4 in provincia di Ravenna e uno in Provincia di Forlì–Cesena.
La superficie degli oliveti attualmente iscritti all’elenco catastale degli oliveti Dop è di circa 80 ettari con un numero di circa 18 mila piante in produzione; la superficie e il numero di piante è in espansione, anche se i limiti climatici sono di ostacolo alla espansione diffusa della coltura.
La quantità di olio prodotta (100% monovarietale da oliva Nostrana di Brisighella) varia dagli 8 mila kg. Negli anni di scarica ai 20 mila kg. Negli anni di carica.
Tutti i soci produttori aderiscono al Consorzio di tutela e valorizzazione che ne cura la tutela e la valorizzazione in collaborazione con Enti Locali-Regionali e Nazionali.
Tutti i soci produttori sono soci di un'unica Cooperativa la Cab – Cooperativa Agricola Brisighellese che molisce tutte le olive per la Dop e ne commercializza tutto l’olio sotto un unico marchio e un'unica regia commerciale; oltre che a curare l’assistenza tecnica agricola alla produzione.




Le precedenti puntate dell'inchiesta sugli oli extra vergini di oliva hanno riguardato:

- la Dop "Tergeste", il 4 novembre 2006:
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- la Dop "Chianti Classico", l'11 novembre 2006:
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- la Dop "Terre di Siena", il 18 novembre 2006:
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- la Dop "Dauno", il 25 novembre 2006:
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- la Dop "Laghi Lombardi", il 2 dicembre 2006:
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- la Dop "Garda" il 9 dicembre 2006:
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-la Dop "Riviera Ligure" il 16 dicembre 2006:
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