Articoli 23/07/2011

Il gioco delle tre carte sull'extra vergine italiano

Import in crescita, quindi sugli scaffali è un finto made in Italy. Ma l'export tira e i due terzi del fatturato dei confezionatori è rappresentato dalle esportazioni. Che storia! Unaprol dà la zappa sui piedi a Coldiretti


Di fronte all’aumento del 22 per cento delle importazioni di olio di oliva straniero in Italia nel primo quadrimestre del 2011 è importante rafforzare il sistema dei controlli con l’utilizzo delle nuove tecnologie disponibili per evitare che venga spacciato come “Made in Italy” prodotto straniero, come purtroppo troppo spesso avviene. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini.(Fonte: Coldiretti, 21 luglio 2011)

L’Italia - ha continuato Marini - è il più grande importatore mondiale di olio di oliva ma nei supermercati tutto quello in vendita sembra italiano perché le etichette sono praticamente invisibili o perché si utilizzano nomi o immagini che richiamano impropriamente alla realtà nazionale. (Fonte: Coldiretti, 21 luglio 2011)

Il business dell’olio italiano non conosce sosta. L’export cresce del 25% rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno per quantità e valore degli oli di qualità, che per il 35 % sono rappresentati dalla categoria degli oli extravergine di oliva. I due terzi del fatturato delle imprese di confezionamento è rappresentato proprio dalle esportazioni. (Fonte: Unaprol, 20 luglio 2011)

Ma Coldiretti e Unaprol si sono messe d'accordo per darsi la zappa sui piedi?

Perchè se il giorno prima Coldiretti lancia l'allarme per l'incremento delle importazioni e presenta falsi oli italiani sui nostri scaffali e il giorno dopo Unaprol esalta un export al galoppo, che cresce senza sosta e costituisce la netta prevalenza del business dei confezionatori... è evidente che c'è qualcosa che non va.

L'import cresce del 22%, l'export del 25%.

Che c'è da allarmarsi?

E' evidente, e dobbiamo esserne felici, che c'è una ripresa dei consumi all'estero per l'extra vergine e si è ricominciato a vendere.

Per vendere commercianti e industrie hanno bisogno di acquistare, non in Italia purtroppo, o comunque marginalmente, per due ragioni, strettamente correlate: di olio italiano, complice una pessima campagna olearia, ve ne è una scarsa disponibilità e il prezzo dell'olio, proprio perchè le quantità sono limitate, si è innalzato.

Non essendo uno sprovveduto, ben comprendo che Marini debba propagandare la politica della propria associazione in ogni dove; mi piace meno che certi dati vengano strumentalizzati; mi fa sorridere che a smentirlo nei fatti sia stata l'Unaprol che di Coldiretti è diretta emanazione.

di Alberto Grimelli

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