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Protezione delle indicazioni geografiche, nasce la Dichiarazione di Bergamo

Occorre che le indicazioni geografiche abbiano una reale protezione quale diritto di proprietà intellettuale a vari livelli: sia nella gestione del sistema di assegnazione dei nomi di dominio di primo e secondo livello, sia nell’utilizzo dei nomi delle IG nei portali di e-commerce e nei motori di ricerca

11 ottobre 2017 | C. S.

In occasione della settimana di eventi collaterali al G7 dell’agricoltura di Bergamo, si è svolto il “G7 delle Indicazioni Geografiche”, un momento di confronto fra le maggiori organizzazioni dei produttori delle IG in rappresentanza di oltre un milione d'imprese e operatori delle filiere agricole, vitivinicole e delle bevande spiritose di tutto il mondo.

Al termine del vertice internazionale è stata sottoscritta la “Dichiarazione di Bergamo”, un documento strategico, presentato alle Istituzioni, che ha l’obiettivo di riconoscere il valore delle Indicazioni Geografiche in ambito agricolo, ambientale e commerciale, definendo anche gli strumenti per la lotta alla contraffazione, i piani per una produzione sostenibile e il rilancio dei negoziati per la tutela legale delle IG.

" Da Bergamo – ha affermato il Ministro Martina - rilanciamo l'impegno per la tutela e la promozione delle Indicazioni Geografiche. Con la Dichiarazione di Bergamo si delineano le sfide decisive per tutelare e promuovere il nostro patrimonio agroalimentare, definendo anche nuovi strumenti per la lotta alla contraffazione, i piani per una produzione sostenibile e il rilancio dei negoziati per la tutela legale dei marchi geografici. I 4 punti cardine della dichiarazione sono in linea con la nostra azione e, in qualità di Presidenza del G7 agricoltura, li assumo come punto di impegno. Vogliamo lanciare un segnale forte per ridare spinta ai sistemi di protezione multilaterali in un momento storico cruciale in cui assistiamo invece a un ripiegamento verso antiche logiche protezionistiche.

“Il solo modo per proteggere – prosegue il Ministro - è integrare. Ecco perché è fondamentale lavorare insieme per regole forti in mercati aperti, tutelando le nostre produzioni di qualità agroalimentari che rappresentano anche una componente fondamentale dell’export. Servono nuovi strumenti di reciprocità, clausole di salvaguardia esigibili e autenticità dei prodotti Made in Italy sui mercati internazionali.”

“La giornata di oggi nell’ambito del G7 – ha dichiarato il Vice Ministro Olivero - è la rappresentazione tangibile del nostro impegno nel tutelare e promuovere le indicazioni geografiche quale espressione del patrimonio culturale del nostro paese e opportunità per promuovere la qualità in ogni parte del mondo . La dichiarazione di Bergamo rafforza la nostra azione di tutela delle denominazioni che abbiamo già avviato nei mesi scorsi con gli accordi con le piattaforme di e-commerce attraverso l’ICQRF e ci induce a proseguire su questa strada per mantenere alta la reputazione e la distintività delle nostre produzioni certificate

I quattro punti chiave:

1. Creazione di un sistema multilaterale di protezione delle Indicazioni Ge­ografiche efficace, semplice e trasparente per i produttori e i consumatori, sostenendo anche l’applicazione dell’Accordo di Lisbona del 1958 - rivisto con l’Atto di Ginevra del 2015 - per garantire una tutela multilivello alle IG.

2. Miglioramento della trasparenza della “Internet governan­ce” con il coinvolgimento degli stakeholders per una efficace protezione del­le IG quale diritto di proprietà intellettuale, in parti­colare nella gestione da parte di ICANN del sistema assegnazione dei nomi di dominio di primo e di secondo livello; nell’utilizzo dei nomi delle IG nei portali di commercio elettronico e nei motori di ricerca.

3. Approfondimento delle ricerche e degli studi riguardo il positivo contri­buto delle Indicazioni Geografiche alla sostenibilità economica e ambien­tale e al cambiamento climatico.

4. Incremento delle risorse finanziarie per la cooperazione internazionale destinate al rafforzamento delle IG attraverso modelli e sistemi di governance efficaci, nelle aree caratterizzate da sottosviluppo e conflitti, con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni dei produttori dei Paesi più sviluppati.

I commenti:

Creare un sistema multilaterale di protezione, sostenendo anche l’applicazione dell’Accordo di Lisbona del 1958 rivisto dall’Atto di Ginevra del 2015; migliorare la trasparenza della ‘Internet governance’ con il coinvolgimento degli stakeholder; favorire studi e ricerche sul loro positivo contributo nei confronti della sostenibilità economica e ambientale; incrementare le risorse finanziare per la cooperazione internazionale destinate al loro rafforzamento. Sono queste le istanze presentate , nel corso del G7 delle Indicazioni Geografiche, in un documento politico condiviso realizzato da Federdoc, Fondazione Qualivita, Aicig, Assodistil, Federdop, Isit e Afidop, organizzatori della conferenza.
In vista del G7 dei ministri dell’Agricoltura, le più importanti organizzazioni di settore si sono infatti riunite a Bergamo per fare il punto sul tema della tutela e dello sviluppo delle Indicazioni Geografiche, anche alla luce delle recenti richieste avanzate dalle organizzazioni agricole americane al presidente Usa, Donald Trump, per il non riconoscimento delle IG negli accordi commerciali.
Un diniego che danneggerebbe ulteriormente le eccellenze del made in Italy che, secondo la dichiarazione congiunta dei rappresentanti delle IG riunite a Bergamo, rappresentano un inestimabile patrimonio economico e culturale per i territori di produzione, purtroppo sempre più spesso oggetto di contraffazione.
“Chiediamo una maggiore attenzione delle autorità pubbliche dei Paesi del G7 e della comunità internazionale – si legge nel documento condiviso – per garantire una tutela multilivello alla Indicazioni Geografiche e un incremento delle risorse finanziarie per la cooperazione internazionale, destinate al rafforzamento delle Indicazioni Geografiche, attraverso modelli e sistemi di governance efficaci, nelle aree caratterizzate da sottosviluppo e conflitti, con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni dei produttori dei Paesi più evoluti”.
Occorre inoltre, precisano ancora i rappresentanti delle Indicazioni Geografiche agroalimentari, vitivinicole e delle bevande alcooliche, operare su “una loro efficace protezione quale diritto di proprietà intellettuale, sia nella gestione del sistema di assegnazione dei nomi di dominio di primo e secondo livello, sia nell’utilizzo dei nomi delle IG nei portali di e-commerce e nei motori di ricerca. Notiamo con preoccupazione la crescente diffusione di evocazione, imitazione e abuso delle Indicazioni Geografiche nel commercio internazionale, e nel Web in particolare, a danno dei consumatori e dei legittimi produttori e la parallela proliferazione di norme internazionali di protezione, spesso non di facile comprensione e applicazione”.
Un tema, quello della web trasparency, che vede l’Italia in prima linea, grazie anche agli accordi siglati con colossi dell’e-commerce come Alibaba, Amazon e Ebay per tutelare, e allo stesso tempo promuovere, il made in Italy agroalimentare nel mondo.

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