Mondo 23/04/2014

Accordo raggiunto tra Coi e Fda di Taiwan sul limite di clorofillina nell'olio

Tolleranza zero per l'extra vergine ma per l'olio di sansa una cauta apertura. Imposto un limite di 50 microgrammi/kg per autorizzare l'importazione e la commercializzazione degli oli di sansa di oliva


Dopo gli scandali dello scorso anno, venuti alla luce all'inizio del 2014, gli esperti del Consiglio oleicolo internazionale e quelli della Food and Drug Administration di Taiwan si sono seduti allo stesso tavolo per cercare di uscire dall'impasse che ha dominato le relazione Europea-Asia nelle ultime settimane.

Il tema in discussione è stata la presenza di clorofilla rameica nell'olio di sansa di oliva. Attenzione, quindi, non olio vergine o extra vergine, e neanche d'oliva, ma unicamente l'olio di sansa.

Dalle discussioni, in base al rapporto pubblicato dal Coi, emerge che l'aggiunta di derivati della​​clorofilla per gli oli d'oliva è illegale. La misura viene applicata da tutti i membri Coi, in particolare l'Unione europea, così come previsto dalla norma del Codex.

Si passa quindi a un esame concreto e pragmatico della questione, ritenendo, a ragione, che la clorofillina venga aggiunta unicamente per colorare l'olio. Per ottenere questo risultato, secondo gli esperti, occorrono tra i 50 e i 300 microgrammi/kg di clorofilla rameica.

Considerando che nell'olio di sansa di oliva, per via del metodo di estrazione dell'olio residuo dalla sansa, può risultare una presenza di tracce di rame nell'olio ottenuto, ma che i metodi analitici disponibili non consentono di discriminare tra la clorofillina naturalmente presente e quella illecitamente introdotta, gli esperti di Taiwan hanno valutato di introdurre il limite dei 50 microgrammi/kg con un metodo di rilevazione sviluppato proprio a Taiwan basato su uno standard di clorofillina venduta da una società americana.

Gli esperti del Coi hanno così deciso di avviare un monitoraggio, ring test, per verificare il metodo sviluppato dagli esperti di Taiwan su vari oli di sansa di oliva.

Il problema si crea, dunque, nell'attesa della verifica.

Gli esperti di Taiwan hanno ribadito di non voler cambiare la loro politica, considerando valido, fino a prova contraria, sia il metodo sia il limite prefissato.

Per venire incontro alle vesigenze dei produttori, tuttavia, la Fda si è resa disponibile a non controllare alla frontiera gli oli di sansa per cui l'importatore può allegare un certificato di analisi ufficiale che indichi “senza l'aggiunta di clorifilla” o “clorofilla rameica non rilevata.” Ma quale sarà il laboratorio ufficiale d'analisi che effettuerà tale certificazione in assenza di uno standard internazionale?

di C. S.