Italia

L'olio d'oliva IGP Toscano inizia i festeggiamenti per i suoi primi vent'anni

Il Toscano è stato il primo Consorzio ad aver creduto nelle potenzialità della denominazione IGP. E' stato grazie al lavoro di tutti, facendo capire la potenza del brand che oggi il 25-30% dell’olio prodotto in Toscana è venduto come olio a denominazione di origine

11 ottobre 2017 | C. S.

In occasione della tanto attesa “Anteprima”, che anticipa alcuni dati della campagna e della produzione, il Consorzio per la tutela dell’Olio Extra Vergine d’Oliva Toscano IGP dà il via ai festeggiamenti per il ventesimo anniversario. Una grande vittoria, dunque, per quello che è il primo Consorzio ad aver creduto nelle potenzialità della denominazione IGP.“In questi vent’anni abbiamo acquisito autorevolezza e una grande consapevolezza rispetto a quelli che un tempo erano visti, dai più, solo come progetti ambiziosi.

Abbiamo raccolto allora una scommessa sulla quale credevano in pochi ma che ora risulta un modello vincente di aggregazione e di garanzia. Quando siamo partiti il Consorzio era considerato come il parente povero delle DOP” dichiara il Presidente del Consorzio per la Tutela dell’Olio Toscano IGP, Fabrizio Filippi “Oggi la IGP è la denominazione più ricercata anche all’estero. Negli ultimi anni, grazie al nostro esempio, si sono costituiti altri Consorzi IGP in Sicilia, Calabria, Marche e sta per arrivare la Puglia. La Toscana ha rappresentato un grande esempio per aprire la strada alla denominazione IGP. Abbiamo dimostrato di garantire non solo la qualità e la costante tutela del consumatore finale, in modo sempre più rigoroso, ma anche di portare una risposta rispetto alla sostenibilità economica” e conclude “Il Consorzio ha ottenuto numeri importanti creando un sistema di certificazione blindato e diffuso su un territorio molto più ampio e dovrebbe essere preso ad esempio portando l’agroalimentare di qualità a diventare una delle leve della ripresa dell’economia toscana”.

“Quest’anno – dice Tulio Marcelli, olivicoltore aretino e presidente di Coldiretti Toscana - sulle nostre piante non c’è traccia di mosca e altri parassiti, ma la mancanza di pioggia e la calura primaverile con le impennate di temperatura, con le piante in piena fioritura, hanno ridotto la presenza dei frutti. Secondo le nostre stime dovremmo essere intorno ad un -40%”. Numeri che pesano come macigni sulle circa 50.000 aziende agricole toscane che producono olio su una superficie complessiva che supera i 90.000 ettari. Il peso del settore sul Pil agricolo è importante con oltre 120milioni di euro. Secondo recenti studi (Banca CR Firenze - Intesa San Paolo) il valore della produzione di olio esportato dalla Toscana si aggira intorno ai 600milioni di euro. “Un dato che dice come il brand “toscana” richiami l’interesse di grandi gruppi industriali – continua Marcelli – a produrre olio nella nostra regione con olio che viene da altri territori. Per questo sono fondamentali le Dop e le IGP, come quella dell’extravergine toscano, che legano il prodotto al territorio d’origine”.

“Per fortuna circa il 25-30% dell’olio prodotto in Toscana è venduto come olio a denominazione di origine. Infatti la nostra regione – dice Antonio De Concilio, direttore Coldiretti - vanta ben 5 denominazioni riconosciute che sono oltre al Toscano IGP il Chianti Classico DOP, Lucca DOP, Seggiano DOP e Terre di Siena DOP. A fare la parte del leone è proprio il Toscano IGP, che vanta un primato nazionale e la leadership regionale per i quantitativi certificati. Al consorzio della denominazione “Toscano” aderiscono oltre 11.000 olivicoltori e 300 frantoi. Sei milioni e mezzo sono le piante iscritte, 35 mila i quintali di olio prodotto destinato soprattutto all’export. L’olio Toscano IGP da solo – conclude De Concilio - rappresenta oltre il 30% della produzione di olio extravergine italiano che viene messo in commercio con la certificazione di origine. Una garanzia per imprese e cittadini che vogliono scegliere di privilegiare le produzioni made in”.

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