Economia 03/04/2018

Giappone e Russia trainano l'export del nostro agroalimentare

Molto dinamiche sono state le esportazioni dirette verso i paesi extra-Ue, che nel 2017 sono cresciute dell'8,2% su base annua,attestandosi a poco meno di 15 miliardi. L'Unione europea continua a essere il mercato di sbocco principale


L'export agroalimentare italiano ha superato la soglia dei 41 miliardi di euro, in aumento del 6,8% sul 2016. Alla performance molto positiva delle spedizioni oltre frontiera ha contribuito in particolare l'industria alimentare, che esprime l'83% dell'export agroalimentare e ha mostrato un incremento annuo del 7,5%. Più contenuta la crescita della componente agricola che ha registrato un più 3,4% sul 2016.

Anche le importazioni sono aumentate, ma a un tasso inferiore rispetto alle esportazioni, arrivando a sfiorare i 45 miliardi di euro, con un miglioramento del deficit per complessivi 670 milioni di euro.

Guardando alle destinazioni del nostro export, l'Ue con 26,7 miliardi di euro nel 2017 (+6,0% sul 2016), concentra ancora il 65% del valore complessivo dei prodotti agroalimentari esportati.
L'andamento delle esportazioni è risultato di segno positivo per tutti i principali mercati di sbocco, mostrando tuttavia tassi di crescita più sostenuti verso Spagna (+13,3%, con 1,6 miliardi di euro esportati nel 2017), Polonia (+12,8% con 844 mila euro) e Francia (+8,1% con 4,5 miliardi di euro).
Più dinamiche sono state le esportazioni dirette verso i paesi extra-Ue, che nel 2017 sono cresciute dell'8,2% su base annua, attestandosi a 14,3 miliardi di euro; gli incrementi sono risultati particolarmente consistenti per Giappone (+42,3% con 1,3 miliardi di euro), Russia (+24,6% con 524 milioni di euro) e Cina (+14,9% con 448 milioni di euro).

Da evidenziare in particolare l'ottima performance commerciale italiana in Giappone, da ricondurre all'accordo di partenariato economico raggiunto a inizio luglio 2017 fra Ue e Giappone teso a eliminare le barriere commerciali. Molto bene i flussi verso la Russia per i prodotti non soggetti a embargo, come i vini che hanno generato un fatturato di 71 milioni di euro nel 2017 (+50,1%).

di C. S.