Legislazione 28/07/2012

Epap, conti in disordine ma tutti felici e contenti

Epap, conti in disordine ma tutti felici e contenti

“I risultati della gestione degli investimenti finanziari presenta una mancata copertura delle rivalutazioni di legge". L'aumento dei contributi servirà quindi a compensare le perdite?


Come consuetudine, ormai da parecchi anni, attendo con una certa trepidazione il bilancio annuale dell’EPAP, la nostra cassa previdenziale.

Come non essere ansiosi dopo i bilanci 2008 (disavanzo 38.334.777 euro) e 2009 (disavanzo 9.202.100 euro) che hanno di fatto azzerato le riserve finanziarie dell’EPAP portandole dai 51.155.085 euro del 2007 ai 3.618.208 euro del 2009?

Dopo il bilancio 2010 (avanzo di gestione 5.510.224 euro) mi attendevo che il bilancio 2011 fosse migliore o perlomeno uguale a quello del 2010.

Mi aspettavo un’inversione di tendenza che lasciasse alle spalle gli anni più bui dell’attuale gestione amministrativa e finanziaria dell’EPAP

Invece, mi trovo un avanzo di 2.345.664 euro, circa il 57% in meno dell’anno precedente. Il patrimonio netto al 2011 è pari ad 11.474.096 euro contro i 51.155.085 euro del 2007.

La domanda è sempre la stessa: come vengono gestiti i mie soldi?

Le risposte vanno cercate come sempre nei numeri presenti nel bilancio 2011 ed in quelli precedenti.

Infatti, nel prospetto di determinazione della copertura delle rivalutazioni di legge (pag. 99 del bilancio consuntivo EPAP 2011) si evidenzia “la capacità di copertura delle rivalutazioni di legge prevista annualmente per il fondo contributo soggettivo ed il fondo pensioni, mediante il rendimento netto degli investimenti nel loro complesso”.

Da tale prospetto si evidenza che:

- le commissioni oneri e perdite sui titoli sono aumentate rispetto al 2010;

- il rendimento degli investimenti al lordo delle imposte si è dimezzato;

- vi è una variazione di segno nella svalutazione titoli;

- le imposte sui rendimenti sono rimaste costanti;

- il margine di copertura delle rivalutazioni è negativo.

Cito testualmente: “ i risultati della gestione degli investimenti finanziari presenta una mancata copertura delle rivalutazioni di legge per 5.751.336 euro. Il margine di copertura viene in ogni caso garantito dal contributo integrativo eccedente gli oneri di gestione”

E questo non è un fatto isolato, perché i risultati della gestione degli investimenti finanziari presentano una mancata copertura delle rivalutazioni di legge negli ultimi 4 anni (dati Bilanci EPAP) .

Più precisamente:

Anno 2011 - 5.751.336 euro;

Anno 2010 - 1.623.272 euro;

Anno 2009 - 24.931.213 euro;

Anno 2008 - 33.108.461 euro.

Leggendo i bilanci dell’EPAP si osserva che la gestione finanziaria ha raggiunto l’ultima volta l’obiettivo della piena copertura delle rivalutazioni dei fondi, con una eccedenza dei rendimenti conseguiti pari a 4.758.267 euro, nell’anno 2006, poi l’obiettivo non è stato più centrato.

Una curiosità riscontrata, contabilmente corretta, è che tra le voci attive figurano gli introiti per le sanzioni amministrative, cioè le sanzioni per ritardato pagamento della contribuzione dovuta. Nel 2011 l’importo ammonta ad 1.526.581 euro.

Per cui paradossalmente se tutti gli iscritti avessero pagato, l’avanzo di gestione si sarebbe ridotto di euro 1.526.581.

Questi dati dovrebbero far riflettere sul prossimo ed ormai, pare, inevitabile aumento del contributo soggettivo dal 10 al 15% e del contributo integrativo dal 2 al 4%.

Parrebbe che tutti i Consigli Nazionali, (Dottori Agronomi e Dottori Forestali, Geologi, Chimici ed Attuari) presenti nell’EPAP abbiano dato parere favorevole all’aumento del contributo integrativo, mentre per l’aumento del contributo soggettivo pare si siano espressi positivamente i Consigli Nazionali dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali e dei Chimici ed Attuari, e negativamente invece il Consiglio nazionale dei Geologi.

Nei mesi scorsi ho espresso pubblicamente la mia contrarietà all’aumento dei contributi soggettivo ed integrativo ritenendoli inopportuni, sia per il difficile momento economico che stanno attraversando le categorie professionali iscritte all’EPAP (calo del fatturato e dei redditi professionali), sia perché le motivazioni espresse nei diversi incontri con gli iscritti ed i Presidenti degli Ordini non tenevano conto, a mio parere, di quanto previsto dalla L. 133/2011 sul fatto che non debbano esservi nuovi oneri a carico della finanza pubblica.

E’ chiaro che aumentando la percentuale del contributo soggettivo aumenta il montante ma ciò dovrebbe essere lasciato alla libera volontà dell’iscritto, quindi su base volontaria.

Ipotesi contemplata, peraltro, anche nella comunicazione inviata dal Ministero del Lavoro all’EPAP Il 31/12/2009 in cui viene evidenziato “Al riguardo, considerato che il livello delle pensioni erogate è destinato a ridursi ulteriormente per effetto dell’applicazione nel tempo di più aggiornati coefficienti di trasformazione, d’intesa con il covigilante Ministero dell’Economia e delle Finanze, è necessario che codesto Ente metta in atto iniziative che tendano ad incrementare le aliquote contributive obbligatorie e ad incentivare il versamento, su base volontaria, di un’aliquota soggettiva più elevata rispetto a quella minima.” (Bilancio EPAP 2011)

Quali sono le iniziative che tendono ad incentivare i versamenti su base volontaria di un’aliquota soggettiva più alta rispetto alla minima?

A mio avviso un aumento del contributo soggettivo obbligatorio determina un incremento di montanti individuali solo per i maggiori versamenti fatti ma non agisce sulla loro rivalutazione annua.

E’ sulla rivalutazione dei montanti che occorre intervenire e non sull’aumento delle aliquote contributive obbligatorie.

E’ vero che secondo la legge il tasso annuo di capitalizzazione dei montanti individuali “….è dato dalla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo (PIL) nominale, appositamente calcolata dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), con riferimento al quinquennio precedente l'anno da rivalutare”(art. 1 comma 9 della legge 8 Agosto 1995 n. 335) ma è anche vero che nessuna proposta è stata fatta per cambiare le modalità di calcolo del tasso annuo di capitalizzazione dei montanti.

Perché non si riesce ad ottenere dei rendimenti più alti?

Leggendo i più importanti quotidiani economici si apprende che i tassi sui titoli di stato a lunga scadenza nel 2011 erano superiori al 3 % eppure noi abbiamo difficoltà a pagare anche un misero 1,6165 (anno 2011).

Come è possibile che aumentando ogni anno il fondo contributo soggettivo (nell’anno 2011 ha superato i 500.000.000 euro) non ci sia un avanzo di gestione da destinare ad un fondo di riserva?

E’ possibile che non si riesca a generare degli avanzi di gestione da destinare a riserve per poi distribuirli agli iscritti ad integrazione di quanto prodotto dal tasso di capitalizzazione ?

E’ estremamente interessante quanto deliberato il 12 aprile 2012 dal Comitato Amministratore della Gestione Previdenziale Agrotecnici di procedere ad una rivalutazione dei contributi in misura del 50% superiore a quella stabilita dall’ISTAT, con grande beneficio dei propri iscritti, i quali vedono così passare il tasso di rivalutazione del 2011 dal 1,6165% (tasso ISTAT) al 2,42475%.

Benché in attesa dell’approvazione dei Ministeri vigilanti la proposta è sicuramente apprezzabile per l’innovazione introdotta, che consente di rivalutare i montanti senza oneri aggiuntivi per gli iscritti alla Cassa di Previdenza, soprattutto se l’incremento fosse confermato negli anni.

Purtroppo, per iniziative simili occorrono risultati di gestione finanziaria positivi perché se non ci sono le risorse accumulate si finisce, come nel 2011, ad utilizzare parte del contributo integrativo per rivalutare i montanti essendo la gestione finanziaria negativa.

di Roberto Accossu

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