L'arca olearia

Superare l'alternanza di produzione dell'olivo attraverso i Contratti di Rete

Nel Contratto di Rete il trasferimento di prodotto tra le aziende che ne fanno parte, consente di mantenere l’origine propria del prodotto. Condivisione della forza lavoro, vantaggi della prevalenza e gestione delle macchine, si possono concentrare in un’unica rete a beneficio delle singole aziende che mantengono la propria identità

01 dicembre 2017 | Edoardo Pescari

L’agricoltura nel nostro Paese è ricca prevalentemente di imprese di piccole e medie dimensioni. Determinato il progetto e raggiunta la fase produttiva molte di queste imprese hanno difficoltà nell’individuare con esattezza il loro mercato e il giusto posizionamento del prodotto, strettamente legato alla qualità e al prezzo. Molte di queste imprese producono piccole quantità straordinarie, con ridotte potenzialità di riuscire ad occupare il giusto ‘scaffale’ sul mercato ed ottenere la giusta redditività.

In situazioni di questo tipo, il Contratto di Rete è lo strumento ideale che le piccole e medie imprese agricole italiane potrebbero utilizzare per acquisire una forza diversa per motivi diversi, tutti legati alla condivisione strategica di un progetto, senza alterare l’individualità di ognuno, che rimane intatta:
- Risorsa umana;
- Strumentazione meccanica;
- Presenza sul mercato;
- Massa critica di prodotto;
- Pubbliche relazioni.

L’elemento più importante che può trovare soluzione attraverso il Contratto di Rete è la condivisione di pensiero e di progetto, fondamentali e subito collegate alla qualità reale del prodotto, imprescindibile. Il contratto di rete offre diverse forme di applicazione determinanti anche nel mondo olivicolo, a cominciare dalla condivisione della forza lavoro e dai vantaggi della prevalenza. Due o più imprenditori olivicoli possono decidere di sottoscrivere un Contratto di Rete per usufruire dei vantaggi dell’assunzione congiunta, cioè del lavoro di dipendenti, in periodi determinati, dividendosi i costi di assunzione.

La rete norma il concetto di ‘prevalenza’ di prodotto per chi vuole aumentare la produzione acquistando da terzi. Nel Contratto di Rete il trasferimento di prodotto tra le aziende che ne fanno parte, consente di mantenere l’origine propria del prodotto. Questo consente di mantenere i vantaggi della fiscalitaÌ€ agricola, pagando le imposte come reddito dominicale agrario.

Un aspetto rilevante, può riguardare la condivisione di macchinari da parte degli imprenditori olivicoli, così come dei beni strumentali di tutte le imprese facenti parte della rete. C’è ad esempio la possibilità di acquistare in comune le macchine necessarie alla raccolta delle olive, in caso di allevamento intensivo la macchina scavallatrice, con risparmio economico e possibilità di concentrare più risorse nello sviluppo del settore commerciale e di comunicazione.

Condivisione della forza lavoro, vantaggi della prevalenza e gestione delle macchine, si possono concentrare in un’unica rete, con beneficio per tutte le imprese che ne fanno parte.

L’impresa leader della rete, grazie al prodotto conferito dalle altre imprese più piccole, riesce ad aumentare la propria massa critica, riuscendo a rispondere positivamente alla domanda di mercato e allo stesso tempo, il leader, essendo dotato di una spiccata organizzazione commerciale, offre la possibilità alle piccole imprese retiste di entrare nel mercato con il proprio olio, fatto tutt’altro che scontato là dove non viene sottoscritto un contratto di rete.

Ciò che deve essere imprescindibile è il rispetto dei ruoli. Quando si mettono insieme teste, lo si fa per creare qualcosa di più grande e ognuno deve avere un ruolo chiave: agronomo, tecnico, amministrativo, commerciale, marketing e comunicazione. Ognuno deve avere un ruolo preciso, legato alle caratteristiche della persona; se questi ruoli non sono rispettati il rischio è di rimanere intrappolati nella rete. Sarebbe un errore imperdonabile.

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