L'arca olearia

Una nuova possibilità contro Xylella fastidiosa, l'uso di olivi selvatici

Non semplicementi tollearanti come Leccino e FS17 ma proprio immuni. Secondo i rilevamenti effettuati in campo nell'agro di Gallipoli diciannove esemplari di olivi selvatico non presentano alcun tipo di attacco da parte del batterio

05 settembre 2017 | T N

Non solo l'utilizzo di cultivat alloctone, come Leccino e FS17.

Un'altra possibilità offerta dalla natura e dalla biodiversità agraria del Salento è il ritrovamento di 19 esemplari di olivastri selvatici immuni dal batterio.

Mentre Leccino e FS17 sono solo tolleranti, ovvero possono essere contagiate da Xylella fastidiosa, senza però pregiudicare vitalità e potenziale produttivo, i diciannove olivastri selvatici ritrovati nell'agro di Gallipoli sono immuni, ovvero il batterio non riesce a contagiarli.

La sperimentazione è stata portata avanti da Giovanni Melcarne, in collaborazione con il CNR.

Al momento gli esemplari sono risultati immuni a cinque cicli di analisi effettuate e dopo 15 mesi di osservazioni. e' ancora presto per cantar vittoria ma le premesse sembrano molto interessanti.

Ricordiamo che gli olivastri gran parte sono stati trovati proprio nell'agro di Gallipoli che è il focolaio iniziale dell'infezione. Altri sono stati reperiti a Ugento, Taviano, ma anche nel nord Leccese, come a Trepuzzi.

Quali sono le prospettive? "Gli esemplari sono stati scelti tenendo conto di alcuni aspetti produttivi – spiega Giovanni Melcarne - perché abbiano un discreto carico di olive e una pezzatura almeno delle dimensioni della Cellina e Ogliarola. Cerchiamo specie che abbiano drupe grosse, tali che, se coltivabili, consentano all’agricoltore di trarre reddito. Tutti i semenzali (piante spontanee, ndr) che dovessero risultare immuni verranno testati, infatti, anche a fini produttivi. Il passo in avanti sarebbe quello di trovare una pianta con dna autoctono".

In realtà occorreranno ancora due-tre anni di sperimentazione perchè gli olivastri selezionati possano essere scientificamente definiti immuni al batterio.

Nel caso, come si spera, ciò avvenga, le possibilità sono l'utilizzo immediato di tali olivastri per l'innesto su piante secolari, così preservandole dalla batteriosi.

Prospettive più a lungo termine vengono dalle genetica, individuando cioè il meccanismo di resistenza degli olivastri e potendolo trasferire alle altre varietà tramite programmi di miglioramento genetico.

Si tratta insomma di una speranza in più per il Salento olivicolo.

 

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

L’influenza delle temperature sulla qualità dell’olio di oliva

La sintesi di triacilglicerolo è fortemente ridotta nel mesocarpo dell'olivo da temperature superiori a 30°C. Esiste una correlazione negativa tra il contenuto di acidi grassi monoinsaturi e la temperatura. Concentrazioni più elevate di squalene e steroli nei siti più caldi

02 dicembre 2025 | 12:00

L'arca olearia

L'impatto della centrifugazione verticale sulla qualità dell'olio d'oliva

La centrifugazione verticale è un passo fondamentale nella produzione di olio extravergine di oliva. Ecco quanto può veramente ossidare l'olio, aumentando il valore di perossidi e diminuendo il contenuto fenolico

01 dicembre 2025 | 11:00

L'arca olearia

L'acido salicilico contro la rogna dell'olivo

Studiata l'efficienza dell'acido salicilico, un ormone vegetale ed un utile antibatterico naturale, a diverse concentrazioni contro i batteri Pseudomonas savastanoi pv. savastanoi

30 novembre 2025 | 12:00

L'arca olearia

Effetto della concimazione con azoto, fosforo e potassio sulla composizione e sulla qualità dell'olio d'oliva

Attenzione alla fertilizzaiozne azotata nel primo autunno che potrebbe aumentare l'acidità dell'olio extravergine di olive e diminuire il contenuto di fenoli. Effetti solo nel lungo periodo in casi di carenza di fosforo

29 novembre 2025 | 12:00

L'arca olearia

L'olivicoltura e l'olio extravergine di oliva Italiani: speculazione, resilienza ed opportunità di crescita

La nuova olivicoltura dovrebbe essere fatta all'italiana, con attenzione alle nuove varietà: debbono rispettare i parametri di purezza e non tutte lo fanno. L'olio extravergine di oliva italiano andrebbe differenziato intanto sulla base di una qualità misurabile

28 novembre 2025 | 16:00 | Maurizio Servili

L'arca olearia

Il segreto delle varietà di olivo più produttive

Se la dimensione dell'olivo risulta inferiore è dovuto alle diverse caratteristiche di ramificazione, che concentrano più germogli in un piccolo volume di chioma, senza necessariamente implicare una crescita inferiore dei germogli. Le correlazioni tra crescita vegetativa, vigore ed entrata in produzione di 12 varietà di olivo italiane

28 novembre 2025 | 15:00