L'arca olearia

Un ricordo del Prof. Montedoro, non solo un insegnante ma il creatore di una Scuola

Gianfrancesco Montedoro, già Presidente dell'Accademia Nazionale dell'Olivo e dell'Olio, ha guidato il team di ricerca che ha portato alla scoperta dei composti fenolici bioattivi nell'olio, dando il via a un filone di ricerca che continua tutt'oggi

14 aprile 2017 | Maurizio Servili

Il Dipartimento – che per noi tutti continua ad essere l’Istituto – è cresciuto intorno al Prof. Montedoro, giorno dopo giorno, con metodo, passione, con curiosità, quella curiosità che il ‘prof.’ ci ha insegnato ad alimentare quotidianamente.

Oggi possiamo dirlo con orgoglio e soddisfazione e sinceramente – permettetemelo – anche con emozione: tutti noi, che operiamo quotidianamente nel Dipartimento, si sentiamo suoi allievi e protagonisti di una vera e propria Scuola, che il prof. Montedoro ha plasmato negli obiettivi di ricerca, sostenuti poi da risultati eccezionali, su tutti la scoperta dei composti fenolici nell’olio (1993), ma soprattutto con un’impostazione scientifica ed umana uniche.

Mi sembra ancora di sentire la sua voce; anche se in pensione, veniva in Istituto, osservava curioso, continuava a stimolare la nostra volontà di ricerca e di valutazione, come se fosse il primo giorno. E’ ancora una presenza forte che mi tocca direttamente al punto che non riesco a superare il conflitto emozionale che mi scuote dentro ogni volta che entro nel suo studio, in Istituto, penso che quella scrivania potrebbe essere mia, ma dopo aver consultato un libro, un suo appunto, rimetto tutto a posto come avrebbe fatto lui, chiudo quella porta e torno al mio posto, come se il prof. Montedoro dovesse arrivare da un momento all’altro.

Nel Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Perugia oggi svolgiamo il nostro lavoro seguendo la sua filosofia, i suoi insegnamenti, senza individualismo, orgogliosi di essere parte di una Scuola, cresciuta sull’eredità di ricercatori straordinari: il prof. Montedoro, allievo del prof. Cantarelli, allievo del prof. De Rossi, cresciuto nel laboratorio del prof. Pasteur.

Chi era il Prof. Montedoro

Gianfrancesco Montedoro si laurea in Scienze Agrarie nel 1959, presso l'Università di Perugia. Tra le numerose esperienze scientifiche di livello nazionale ed internazionale si ricordano in particolare quelle svolte presso l'Istituto di Industrie Agrarie dell'Università di Perugia e presso il Department of Food Science and Technology, University of California (Davis USA). Professore ordinario in Scienze e Tecnologie Alimentari (dal 1974), il Prof. Montedoro è stato Direttore del Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Perugia (2001-2004), Presidente del corso di laurea in Tecnologie Alimentari e Viticoltura ed Enologia (1998-2002) e Presidente dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’olio di Spoleto (1998-2014).

Coordinatore di progetti di ricerca e componente di numerosissime Associazioni e Società scientifiche e tecniche nazionali internazionali. Il prof. Montedoro è stato autore di oltre 350 lavori scientifici e i temi più importanti delle sue ricerche hanno riguardato i settori della chimica e della tecnologia enologica ed elaiotecnica, contribuendo in maniera determinante alla valutazione analitica, strumentale e sensoriale per fini biogenetici, biotecnologici e della loro caratterizzazione di alcuni costituenti principali e minori di diversi prodotti alimentari e delle loro matrici (vino, oli, conserve vegetali); allo studio delle proprietà salutistiche dei composti bioattivi di olive ed oli vergini di oliva; al miglioramento della qualità di oli vergini di oliva, vini e conserve vegetali attraverso l’ottimizzazione delle fasi di produzione e di trasformazione; alla messa a punto di tecnologie innovative nel settore della trasformazione enologica e olearia, del condizionamento, del recupero di prodotti secondari dell'industria alimentare; agli studi degli impieghi alternativi dei prodotti secondari dell’industria elaiotecnica.

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

Filtrazione dell'olio extravergine di oliva: l'influenza su umidità e fenoli

Oltre a proteggere l'olio extravergine d'oliva dal degrado chimico riducendo il contenuto di acqua, la fase di filtrazione lo rende più brillante per l'accettazione da parte dei consumatori. Il contenuto dei diversi composti fenolici durante la filtrazione differisce per ogni famiglia

07 dicembre 2025 | 10:00

L'arca olearia

Ecco come migliorare la stabilità dell'olio extravergine di oliva direttamente in frantoio

L'esposizione all'ossigeno porta a un numero più elevato di perossido, antiossidanti ridotti e un insorgenza più rapida dell'inrancidimento a causa dell'ossidazione di acidi grassi insaturi. Ecco come usare intelligentemente l'azoto in frantoio

06 dicembre 2025 | 13:00

L'arca olearia

La differente resistenza alla siccità di quattro cultivar di olivo

Esiste un forte legame tra architettura idraulica e prestazioni fisiologiche dell'olivo. Alcune varietà mostrano un approccio conservativo mentre altre sostengono più fotosintesi e crescita vegetativa. Ecco perchè e quali cultivar sono più resistenti di altre alla siccità

05 dicembre 2025 | 15:45

L'arca olearia

Distinguere le caratteristiche varietali dell'olio extravergine di oliva grazie ai composti volatili

Le proporzioni delle categorie di composti volatili hanno mostrato differenze significative tra i diversi oli monovarietali. Ecco quale è la varietà con la più grande varietà di composti volatili fra Arbquina, Arbosana, Koroneiki, Picual, Frantoio e Coratina

05 dicembre 2025 | 15:00

L'arca olearia

Ecco come l'olivo può diventare tollerante a Xylella fastidiosa: il caso Cellina di Nardò

L'architettura idraulica dello xilema, con il diametro dei vasi, la frequenza, la lunghezza, la disposizione dei condotti non solo regola l'efficienza idraulica ma consente all'olivo di tollerare meglio le infezioni da Xylella fastidiosa

05 dicembre 2025 | 14:30

L'arca olearia

Il dolce amaro del migliore olio extravergine di oliva italiano

L’amaro è un sapore tipico dell’età adulta perché in questo modo si ha avuto tempo per imparare a distinguere, specie noi assaggiatori di olio extravergine di oliva, aggiungo io, tra un amaro “buono” e uno cattivo, ovvero un “amaro medicinale”

05 dicembre 2025 | 13:00 | Giulio Scatolini

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati