L'arca olearia
Olio extra vergine d'oliva italiano respinto alla frontiera degli Stati Uniti. Tutta colpa del Chlorpyrifos
Anche la presenza di tracce di questo insetticida fosforganico può provocare guai con la Fda americana. Prima di effettuare il trattamento, quindi, molta attenzione: il tempo di carenza è 90 giorni
07 luglio 2012 | Duccio Morozzo della Rocca
Si chiama Chlorpyrifos ed è una sostanza chimica dal nome spigoloso che sta creando grossi disagi a chi commercializza olio da olive negli Stati Uniti, dove è stato ormai messo al bando.
La sua presenza nell’olio, anche minima, non viene infatti tollerata e questo sta portando problemi a tutta la filiera, dai produttori più piccoli dediti all’export negli USA fino ad arrivare ai grandi imbottigliatori che vendono 100% made in Italy: la minima presenza di Chlorpyrifos riscontrata nell’olio di oliva dalla FDA statunitense comporta, tra i vari problemi, il blocco della merce in dogana, il respingimento dell’olio e una serie di mesi di sorveglianza speciale da parte dell’FDA.
Ma cosa è il Chlorpyrifos, dove si trova e perché in Europa è ammesso e negli USA non viene invece accettato?
Ammesso dai regolamenti europei e comunemente usato in Italia il Clorpyrifos è un insetticida fosforganico a largo spettro che viene impiegato in olivicoltura contro i principali parassiti e le principali patologie dell’olivo.
Registrato negli Stati Uniti nel 1965 è stato uno dei prodotti più usati da utenti privati fino a quando non fu circoscritto esclusivamente all’agricoltura.
Alcuni studi misero in luce infatti la potenziale pericolosità del Chlorpyrifos dovuta alla sua tossicità che lo vedrebbe responsabile, tra le altre cose e in particolare sui bambini, di problematiche neurologiche, oltre ad avere un elevato impatto ambientale (animali acquatici e api in particolare).
Ma andiamo ad approfondire l’argomento “Chlorpyrifos” insieme al dott. Cardone, direttore del laboratorio Chemiservice di Monopoli e alla dott.ssa Paolillo Responsabile Prove Chimiche del medesimo laboratorio.
Cosa è esattamente il Chlorpyrifos?
Il Chlorpyrifos o Chlorpyrifos-ethyl è un insetticida organofosforato che viene usato da qualche anno in Spagna, Grecia ma soprattutto in Italia per combattere ad ampio spettro diverse patologie dell’olivo. È efficace come insetticida, acaricida e nematocida. Si trova in commercio singolarmente o insieme ad altri prodotti con cui agisce in sinergia.
Quali sono i limiti ammessi in Europa?
Il Reg. CE 396/2005 e i suoi successivi aggiornamenti (quello che riguarda il Chlorpyrifos è l’aggiornamento Reg. CE 839/2008) indica il Chlorpyrifos consentito su “olive da olio” e prevede un limite massimo di 0,05 mg/kg. In Italia si applica per l’olio da olive un fattore di concentrazione pari a 5 che porta il limite, nell’olio, a 0,25 mg/kg.
Quale è il tempo di carenza di questo prodotto?
Premesso che il tempo di carenza deve essere indicato sull’etichetta del prodotto commerciale, secondo il Decreto del 23 luglio 2008 (GU n° 265 del 12-11-2008, Suppl. Ord. n° 251) sull’olivo il tempo di carenza è di 90 giorni.
Quale è il tempo di degradazione nell’olio di questa sostanza?
Gli organofosforati, di cui il Chlorpyrifos fa parte, sono molecole molto liposolubili e presentano una buona affinità con l’olio. Queste molecole hanno una ottima stabilità nell’olio e la loro permanenza nel prodotto resta invariata per lungo tempo: significa che dal momento della produzione a quello del consumo fino alla scadenza del prodotto il contenuto di Chloropyrifos resta pressoché invariato.
Quale è il limite di rilevabilità analitica?
Il LOQ, limite di quantificazione, dipende dalla metodica adottata dal laboratorio ma comunque con la tecnologia oggi a disposizione si può arrivare a individuare la presenza di Chlorpyrifos molto al di sotto di 0 microgrammi per kg di olio analizzato.
Relativamente alle richieste arrivate in laboratorio, quale è la vostra percezione del problema?
Il Chlorpyrifos non rappresenta un problema se i mercati verso cui la produzione di olio di oliva è destinata sono paesi della CE, sempre che si rimanga nei limiti consentiti per legge. Può però presentare un problema nel momento in cui il prodotto è destinato al mercato estero poiché non tutti i paesi extraeuropei prevedono il suo impiego o, anche prevedendolo, prescrivono dei limiti massimi di questo prodotto molto inferiori a quelli in vigore in Europa.
Qui in Puglia molte aziende usano questo prodotto ma, vendendo spesso masse ai confezionatori senza vendere direttamente negli Stati Uniti, non si curano troppo delle problematiche connesse. Questo ha contribuito ad avere masse di olio invenduto perché al contrario i confezionatori stanno molto attenti a quello che comprano per evitare problemi con le dogane e con i clienti.
Tutti gli olivicoltori che vendono dunque negli Stati Uniti direttamente o che vendono masse a medi e grandi imbottigliatori sono avvisati: tracce di Chlorpyrifos nell’olio di oliva potrebbero vanificare il lavoro di un anno facendo perdere importanti clienti e i propri guadagni.
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
Coratina salva fino alla campagna olearia 2026/27: steroli a 800 mg/kg

Il Comitato Chimici del Consiglio Oleicolo Internazionale sancisce l’accordo sugli steroli per la Coratina ma solo per due campagne olearie. Ma è possibile una soluzione definitiva con un lavoro sui fenoli. Ora serve la ratifica urgente del Consiglio
09 ottobre 2025 | 19:00
L'arca olearia
Il danno meccanico della raccolta delle olive e gli effetti sulla qualità dell'olio: acidità, perossidi, K232 e K270

La raccolta con scuotitori porta a danneggiare il tessuto cellulare dell'oliva e, in alcune aree, la membrana cellulare si rompe rotta e il fluido cellulare fuoriusce, causando scolorimento e lividi. L'effetto su alcuni parametri chimici dell'olio extravergine di oliva
09 ottobre 2025 | 17:40
L'arca olearia
La biodiversità al centro delle linee programmatiche delle Città dell’Olio

La biodiversità olivicola ha un valore strategico per il rilancio della nostra olivicoltura con la conferma dell’immagine di qualità del nostro olio, o, meglio, dei nostri extravergini monovarietali, che meglio di altri sanno raccontare i territori da essi vissuti e partecipati
09 ottobre 2025 | 11:00 | Pasquale Di Lena
L'arca olearia
La scuotitura meccanica per una raccolta efficiente delle olive

Nessuna differenza tra i tempi di scuotimento, né in termini di efficienza di raccolta né in termini di danni alle piante. L'indice di maturità delle olive ha influito sulla forza necessaria per staccare i frutti
06 ottobre 2025 | 14:00
L'arca olearia
Effetti dell'irrigazione in deficit sulla qualità dell'olio d'oliva in diverse date di raccolta

Nessuna differenza significativa riscontrata nei parametri vegetali tra i trattamenti di irrigazione. La produttività idrica è di 1,0 e 1,4 kg di olio per metro cubo di acqua in deficit sostenuto e regolamentato.
03 ottobre 2025 | 20:00
L'arca olearia
L'influenza del periodo di potatura e dell'intensità sulla crescita vegetativa e sulla produttività in un oliveto semi intensivo

L'effetto della tecnica di potatura sulla risposta vegetativa e riproduttiva dovrebbe essere valutato su almeno un ciclo annuale completo carica scarica, poiché l'effetto della gestione della chioma è cumulativo nel corso degli anni
03 ottobre 2025 | 19:20
Commenta la notizia
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Accedi o Registrati