L'arca olearia
Registri Sian, sciopero di protesta indetto dai frantoiani dell'Anfo
I piccoli frantoi? Obbligati a fare tracciabilità. Gratis. Anzi, con un aggravio di spese. Una settimana di chiusura nella prima decade di novembre. Il 40 per cento dei circa 5 mila frantoi sta diventando valvola di sfogo per altri segmenti della filiera. Non è finita. Si verrà forse costretti a sopportare altre incombenze
09 luglio 2011 | Carmine Borreca
Gentilissimo Direttore, è proprio così. Sono orgoglioso di rappresentare, quale Presidente dell'Anfo, l'Associazione nazionale frantoi oleari, i piccoli frantoi italiani nostri associati, che sono stati, sono e saranno sempre contoterzisti del settore agricolo. Altre definizioni o inquadramenti estemporanei, sono a mio avviso, tentativi egoistici finalizzati a produrre affari che non hanno niente a che vedere con il segmento centrale della filiera olio (sebbene quest’ultimi corposamente sostenuti e finanziati dalle istituzioni a partire dai regolamenti comunitari).
Le agitazioni, contrapposizioni, rivendicazioni, autoesaltazioni ed autobeatificazioni di questi ultimi mesi non sono altro che effetto della rottura di equilibrio (durato per decenni) tra le grandi organizzazioni dell’intera filiera dovuto soprattutto alla drastica e finalizzata riduzione di fondi europei per il settore (la famosa torta e piccolo lenzuolo).
Purtroppo non è ancora finita. Saremo, prevedo, costretti a sopportarne altre di incombenze. Siamo stati, siamo e saremo, noi piccoli frantoi, la valvola di sfogo degli altri segmenti della filiera, sia a monte che a valle, fin quando non saremo fortemente rappresentativi (potremmo esserlo a partire da subito visto che il 40% dei frantoi italiani non supera i 3000 quintali di olive trasformate per anno, questo già ai tempi del Modello F).
Voglio, con questo, dire che la originaria colpa è nostra. Non a caso nel convegno del settembre 1998 a Bari (ai tempi della obbligatorietà del sistema di pesatura) lanciammo l’allarme invitando tutti i frantoi ad associarsi con chiunque.
Per quanto attiene gli adempimenti previsti dal D.M. 8077, ovviamente da rispettare perché legge, riteniamo che lo stesso sancisca la obbligatorietà della tracciabilità dell’olio italiano.
Definire oggi la tracciabilità, sancita dal D.M. 8077, solo come trasparenza della filiera, significa sminuire il valore dell’olio Italiano.
Ragionando sulla tracciabilità, non riesco a sopportare la evenienza per cui se la tracciabilità viene progettata e realizzata da tutte le altre organizzazioni della filiera è sostenuta e finanziata, mentre se fatta dai frantoi oleari (così come prevede il D.M. in questione) non solo deve essere fatta gratis (anzi con aggravio di spese) ma è anche sanzionabile per meri errori formali. State pur tranquilli, cari frantoiani, sarà così anche per il prossimo riparto dei fondi comunitari.
La Comunità europea e lo Stato continueranno a finanziare e sostenere progetti sulla tracciabilità, prove di compostaggio della sansa (sono 40 anni che la fanno), tante indagini settimanali dei prezzi di mercato tutte uguali, analisi degli oli eccetera.
Ancora. Quale effetto sortiranno le recenti dichiarazioni (quasi uno sfogo) di importanti organizzazioni sulle quantità di olio prodotto in Italia (250.000 tonnellate rispetto alle circa 700.000 tonnellate finanziate dalla Comunità)?
In merito al D.M. 8077, che ripeto va osservato, va detto che gli esoneri generalizzati vanificheranno i risultati. Il primo segnale a conferma di quanto diciamo ci è stato comunicato (sottovoce) nella riunione del 24 giugno presso ICQRF, laddove già circa 1000 aziende avevano comunicato di considerarsi esonerate (anche se il D.M. non prevede palesemente tale obbligo di comunicazione) come per mettere le mani avanti e dire agli organi di controllo “da noi è inutile venirci perché siamo esonerati”).
Torniamo al pratico. Gli adempimenti previsti dal D.M. non sono di facile applicazione soprattutto da parte dei piccoli frantoi e da chi opera in zone non coperte da banda larga. Quest’ultimi sono oggetto, in questo periodo, di particolare attenzione da parte di società e liberi professionisti che mirano alla vendita di programmi paralleli a quelli del Sian, a costi sostenuti pari a quando si va a comprare un ombrello quando piove.
Non parlo del programma che il Sian ha elaborato per la applicazione del D.M. 8077, perché sono tante le cose da osservare per cui mi limito ad una analogia, riservandomi di riproporle (questa volta alla luce dei fatti) quanto prima a chi di dovere. Si pretende che un vestito “taglia forte” sia utilizzato da un bimbo in fasce.
Affinchè quello di cui si è convinti non resti solo un comunicato, Ti informo, gentilissimo Direttore che, nelle varie riunioni svolte da ormai sei mesi, è definitiva l’intenzione e volontà di tutti i nostri associati di ripetere un convegno a Bari in Fiera Levante per proclamare uno sciopero della durata di una settimana di chiusura nella prima decade del prossimo novembre.
Concludo e utilizzo questa rivista per rivolgere invito, a tutti i lettori di Teatro Naturale, di segnalarci via e-mail info@anfonet.it la propria posizione in merito al convegno, allo sciopero e quanto altro di propositivo.
Carmine Borreca- Presidente ANFO

Caro Presidente,
semplicemente grazie. Per la sensibilità dimostrata, e per aver capito e saputo interpretare senza tanti giri di parole lo stato della realtà in cui versano i frantoiani e tutto il settore. Occorre muoversi, e l'idea di uno sciopero di protesta è un segno di luce nel buio più totale che stiamo attraversando, anche sul piano istituzionale.
Colgo l'occasione per ringraziarti ancora una volta, ma questa volta lo faccio pubblicamente attraverso Teatro Naturale, per essere intervenuto alla manifestazione del 2 dicembre 2010, nel corso della festa-evento per i cinquant'anni dell'olio extra vergine di oliva. Altri rappresentanti dei frantoiani non vennero all'incontro di Milano perché impegnati nell'attività di molitura; e io, con tutta franchezza, ho molto apprezzato il tuo gesto sapendoti veramente immerso nel vivo della campagna olearia.
Questa lettera ti fa onore, come pure la tua dedizione per gli interessi della categoria.
Luigi Caricato
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