La voce dell'agronomo

Nel bilancio Epap 2016, promesse mantenute e promesse da mantenere

Dismissioni del portafoglio obbligazionario e due componenti, non ricorrenti, hanno consentito di raddoppiare il rendimento netto di gestione. Ora però occorre usare questi soldi per la rivalutazione del montante degli iscritti, ma sul bilancio 2016 non ce n'è traccia

04 agosto 2017 | Roberto Accossu

Il Bilancio 2016 è, a tutti gli effetti, il primo della nuova gestione EPAP (CdA – CIG), rappresentata dal Presidente Stefano Poeta, e dalla lettura della relazione sulla Gestione è possibile intravedere le linee di guida che la nuova dirigenza seguirà nel prossimo quinquennio.

Fin dalla premessa appare evidente che il Presidente Poeta intende, finalmente, superare quanto previsto sulla rivalutazione dei montanti individuali dall’art. 1 comma 9 della legge 8 agosto 1995 n. 335, “….è dato dalla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo (PIL) nominale, appositamente calcolata dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), con riferimento al quinquennio precedente l'anno da rivalutare”. Il Presidente afferma, infatti, che l’azione amministrativa della nuova dirigenza "…..si è posta l’obiettivo di “efficientare” l’Ente e creare risorse ed opportunità per gli iscritti, ponendo le basi per poter, da un lato, procedere ad una generale rivalutazione dei montanti non appena i Ministeri vigilanti riconosceranno ad EPAP la possibilità di utilizzare allo scopo parte degli avanzi di gestione, dall’altro di aumentare le azioni di assistenza agli iscritti e di supporto alla professione." (pag 5 della relazione sulla gestione bilancio 2016).

Parole importanti considerato che l’EPAP ha avuto negli ultimi quattro anni i seguenti avanzi di gestione:
Anno 2013 € 19.757.966,00;
Anno 2014 € 16.855.981,00;
Anno 2015 € 8.502.206,00;
Anno 2016 € 17.519.535,00;

riversando sui singoli montanti individuali degli iscritti negli stessi anni i seguenti importi :
Anno 2013 € 808.011,00;
Anno 2014 € 0,00;
Anno 2015 € 3.060.291,00;
Anno 2016 € 2.997.332,00.

Tali importi scaturiscono dall’applicazione dei coefficienti di rivalutazione dei montanti previsti dall’art. 1 comma 9 della legge 8 agosto 1995 n. 335:
Anno 2013 0,1643%;
Anno 2014 0,0000 %;
Anno 2015 0,5058%;
Anno 2016 0,4684%.

Quindi a fronte di € 62.635.688 di avanzi di gestione sono stati riversati sui montanti individuali solo € 6.865.634, con una differenza di ben € 55.770.054,00.

E’ evidente che l’iscritto attende di conoscere se, ed in quale misura, saranno riversati sui montanti gli extra rendimenti promessi (come lascia trasparire il Presidente nella sua relazione).

Ad oggi gli unici dati certi per gli extrarendimenti sono quelli riportati nei bilanci EPAP per gli anni:
2014 € 10.682.552,00
2015 € 2.972.712,00

Niente risulta per gli anni 2013 e 2016

Nel recente convegno EPAP tenutosi in Sardegna, il 23/06/2017, il Presidente Poeta ha affermato che grazie alla nota del Ministero del lavoro del 27/03/2017 - che ha approvato le delibere n° 49/2016 del CdA e 23/2016 del CIG - d’ora in poi sarà possibile riversare, annualmente, sui montanti individuali un importo aggiuntivo fino al 60% della differenza tra il rendimento netto degli investimenti e gli importi attribuiti per legge.

La domanda che si pongono gli iscritti all’EPAP è la seguente: la nota del ministero avrà valore retroattivo?

Ed ancora: riusciranno gli iscritti EPAP, in futuro, ad avere dei rendimenti minimi garantiti pari al 1.5% come attualmente applicano INARCASSA ed altre casse di Previdenza?

Il Presidente, inoltre, rivendica il miglioramento della gestione finanziaria che passa dal non certo esaltante risultato dello 0,20% del 2015 al 2,3% del 2016.

Tale miglioramento della redditività è frutto di una maggiore dinamicità dell’EPAP nel chiudere partite finanziarie attive quali le dismissioni del portafoglio BTP e le obbligazione Nomura ConTAsente.

Peraltro, come riportato nella relazione sulla gestione del Presidente, la vendita di queste obbligazioni chiude l’annosa vicenda delle perdite Lheman Brother determinando per l’Ente una perdita del 30% del capitale iniziale (pag 7 della relazione sulla gestione bilancio 2016).

Ma nulla si legge dell’operazione finanziaria nella Fabbrica Italiana Contadina (F.I.CO)! E’ un’operazione che genera rendimenti attivi o è stata dismessa?

E’ senz’altro apprezzabile il risultato ottenuto dalla gestione finanziaria (2,3%) ma da un’attenta lettura appare che sono due le componenti, non ricorrenti, che hanno consentito di raddoppiare il rendimento netto della gestione ( pagina 106 del Bilancio EPAP 2006):
- la consistente riduzione degli oneri tributari pari ad € 5.590.717, passati da € 9.531.704,00 a 3.940.987,00, derivanti da minusvalenze maturate nel corso dell’esercizio (pagina 98 del Bilancio EPAP 2016);
- la ripresa di valore dei titoli passati da € 70.693,00 euro a € 2.393.888,00

Pertanto, rimane sempre la capacità di gestire le risorse finanziarie dell’Ente, cioè la redditività degli investimenti, il parametro fondamentale per il futuro previdenziale degli iscritti ed il criterio di giudizio per valutare l’operato dell’amministrazione EPAP (CdA e CIG) .

Quanto prospettato nella relazione del Presidente Poeta lascia ben sperare per il futuro degli iscritti alla Cassa, ma sono le azioni che verranno intraprese per migliorare le future pensioni, che determineranno il giudizio sul suo operato.

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