La voce dell'agronomo 01/04/2016

Un futuro di povertà per agronomi e geologi italiani?

Un futuro di povertà per agronomi e geologi italiani?

La futura pensione di un professionista italiano medio non supererà gli 800 euro per tredici mensilità, ma per gli iscritti all'Epap gli assegni potrebbero essere ben più magri. Troppo bassi, in media del 35% rispetto alle altre professioni tecniche, i redditi di agronomi e geologi


Il recente annuncio del Presidente dell’INPS, Tito Boeri, sull’invio delle lettere arancioni, contenenti l’estratto conto contributivo e la simulazione della pensione, il numero crescente di trasmissioni televisive aventi come tema centrale le pensioni degli italiani, denotano una preoccupazione crescente degli Enti di Previdenza e dei mass media in merito agli effetti che il sistema di calcolo contributivo avrà sul tenore di vita dei futuri pensionati.

Osservando i fax simile sul calcolo delle pensioni, ormai pubblicati su tutti i maggiori quotidiani nazionali, si osserva che su una retribuzione di 1.651,00 (stipendio o salario) si avrà una pensione di circa 643,57 euro con un tasso di sostituzione del 39%.

Pertanto, ogni futuro pensionato, nel calcolare la propria pensione dovrà considerare principalmente il proprio tasso di sostituzione, ossia il rapporto percentuale tra la pensione presunta e l’ultima retribuzione lorda o reddito percepito, ed individuare quale soluzione adottare per aumentare questo rapporto.

E’ proprio la correlazione diretta tra contributi versati e pensione che sta evidenziando come in uno scenario prossimo venturo la maggior parte dei liberi professionisti possano diventare i nuovi poveri.

Ormai da diversi anni, tutte le casse di previdenza stanno cercando di trovare delle soluzioni per dare la possibilità ai propri iscritti di aumentare la percentuale di contributi versati sopra il minimo previsto per legge in modo sostenibile senza, peraltro, compromettere i redditi attuali.

Analizzando in modo più dettagliato le soluzioni adottate dalle casse di previdenza della Rete delle Professioni Tecniche (che comprende la Cassa di previdenza degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati/ENPAIA, l’ EPAB - Ente Nazionale di previdenza ed Assistenza dei Biologi, l’EPPI - Ente Previdenziale dei Periti Industriali, l’ EPAP, Ente di Previdenza ed Assistenza Pluricategoriale, la Cassa di previdenza dei Periti Agrari/ENPAIA e la CIPAG Cassa di Previdenza ed Assistenza Geometri), si osserva che la soluzione maggiormente utilizzata è stata quella di innalzare gradualmente il contributo soggettivo obbligatorio a carico dell’iscritto, come meglio evidenziato nella tabella sotto riportata.

A questa misura coercitiva viene associata la facoltà, per il singolo iscritto, di aumentare, in forma volontaria, la propria percentuale di contribuzione fino ad un valore massimo che varia tra le diverse casse.

Dal quinto rapporto AdEPP sulla previdenza privata dal titolo “ il valore sociale delle casse di previdenza private”, emerge che il reddito medio dei liberi professionisti italiani, nel 2014, è stato pari a 31.462,34 euro.

Reddito apparentemente elevato, se valutato all’attualità, ma del tutto inadeguato con le attuali soglie di contribuzione a garantire una pensione dignitosa.

Infatti, ipotizzando che il reddito di 31.462,34 euro sia stato costantemente percepito dal libero professionista per un periodo di 35 anni e che su questo:
- si applichi l’aliquota del contributo soggettivo maggiormente utilizzata nei prossimi anni, ossia il 15%;
- siano state effettuate le rivalutazioni di legge,
Si avrebbe un montante di poco superiore ai 165.000,00 euro, con una pensione lorda di circa 760,00 per tredici mensilità, con un tasso di sostituzione compreso tra il 32 ed il 34%.

Quanto prospettato evidenzia in modo chiaro le difficoltà che, attualmente, incontra un professionista per rendere perlomeno decorosa la propria vita al temine dell’età lavorativa.

Però tra tutte le casse di previdenza prima citate, solo l’EPAP e la gestione separata ENPAIA degli Agrotecnici e dei Periti Agrari, hanno mantenuto un contributo soggettivo pari al 10%.

Una percentuale nettamente inferiore di circa 1/3 a quella applicata dalle altre casse di Previdenza appartenenti alla Rete delle Professioni Tecniche.

Dal quinto rapporto AdEPP precedentemente citato, si evince che il contributo SIS (ossia la somma del contributo soggettivo e del contributo integrativo, non essendo presente il contributo di solidarietà) per gli Agrotecnici è pari a 1.310,00 euro mentre quello dei Periti Agrari ammonta a 2.389,00 euro.

Importo nettamente inferiore al contributo soggettivo calcolato sul reddito medio dei liberi professionisti per l’anno 2014 (aliquota del contributo soggettivo del 15%) pari a circa 4.719,00 euro.

La situazione dell’EPAP, l’Ente di Previdenza ed Assistenza Pluricategoriale in cui sono presenti gli Attuari, i Chimici, i Dottori Agronomi e Dottori Forestali ed i Geologi è più articolata in quanto il reddito medio desunto dal contributo soggettivo versato da ogni iscritto è estremamente differente tra le categorie professionali rappresentate che, peraltro, hanno consistenze numeriche molto diverse.

Dalla lettura del Bilancio EPAP 2014 emerge che le categorie professionali più numerose presenti nella cassa sono I Dottori Agronomi e Dottori Forestali ed i Geologi, seguiti dai Chimici e dagli Attuari come meglio evidenziato nella tabella sotto riportata.

In termini percentuali i Dottori Agronomi e Dottori Forestali rappresentano circa il 46% degli iscritti alla cassa , i Geologi circa il 42% i chimici l’ 11% e gli Attuari meno dell’1%.

Inoltre, sempre dal Bilancio EPAP 2014 è possibile ricavare la media dei contributi soggettivi versati da ogni categoria professionali.

Scomponendo i dati si vede una situazione reddituale e contributiva fortemente eterogenea tra gli iscritti. Le categorie maggiormente rappresentate, Dottori Agronomi e Dottori Forestali e Geologi, versano mediamente alla Cassa meno di 2.000,00 di contributo soggettivo all’anno, i Chimici quasi 3.000,00 euro e gli Attuari quasi 7.000,00 euro.

Il tutto è meglio evidenziato nel grafico sottostante che riporta i contributi versati dalle 4 categorie negli ultimi 10 anni (elaborazione dati bilancio EPAP 2014).

Azzurro =  Attuari; Rosso = Chimici; Viola = Geologi; Verde = Agronomi e Forestali

Appare evidente che i soggetti aventi redditi così bassi (circa il 35 % in meno del reddito medio del libero professionista appartenete alla Rete delle Professioni Tecniche) avrebbero la necessità di vedere incrementati i loro montanti o attraverso rivalutazioni dei montanti più alte o tramite versamenti più elevati .

Le soluzioni attualmente percorribili, per ovviare a questa situazione, sono le seguenti:
- Aumento del contributo integrativo.
- Aumento del contributo soggettivo.
- Aumento del coefficiente di rivalutazione dei montanti.

Queste soluzioni potrebbero essere applicate sia singolarmente sia contemporaneamente.

Sono realizzabili?

Tra queste tre ipotesi, attualmente l’unica percorribile è, a parere dello scrivente, l’aumento del coefficiente di rivalutazione dei montanti.

Infatti, le categorie più deboli iscritte alla Cassa faticano enormemente a condurre una vita dignitosa con un reddito di circa 20.000,00 euro lordi all’anno ed ogni ulteriore aumento del contributo soggettivo aggraverebbe la già difficile situazione attuale.

Peraltro, ogni iscritto già usufruisce della facoltà di aumentare la percentuale del contributo soggettivo, ma questa opzione viene utilizzata da poco più dell’1 % degli iscritti.

Segno inequivocabile delle difficoltà quotidiane che inducono a pensare più al presente che non al proprio futuro pensionistico.

Un aumento del contributo integrativo, considerate le caratteristiche e la tipologia lavorativa delle categorie professionali dei Geologi e dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali , finirebbe per penalizzare quasi esclusivamente il professionista e non il cliente.

Viceversa sulle categorie professionali dei Chimici e degli Attuari un aumento sia del contributo integrativo che di quello soggettivo avrebbe un impatto minore sui redditi attuali ma ben più consistente sulla pensione futura con un aumento considerevole del coefficiente di sostituzione.

Spetta al C.d.A , al C.I.G. ed al Consiglio dei Delegati assumere le opportune decisioni per evitare scenari futuri molto tristi per le due categorie maggiormente rappresentate oggi nell’EPAP ossia i Geologi ed i Dottori Agronomi e Dottori Forestali.

di Roberto Accossu

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