La voce dell'agronomo 22/05/2015

E' tutto da rifare. Riflessioni in attesa della fine del film “Elezioni EPAP 2015”

E' tutto da rifare. Riflessioni in attesa della fine del film “Elezioni EPAP 2015”

Troppe disattenzioni, poca trasparenza e scarsi risultati sui rendimenti. Ce n'è abbastanza per voler cambiare passo e strategia. Senza spot o fantasiosi programmi ma partendo dal basso, attraverso una continua dialettica con gli iscritti


Da semplice iscritto all’Epap e notando alcune “disattenzioni”, più o meno eclatanti, che in questi ultimi anni hanno interessato la nostra cassa previdenziale e raccogliendo anche gli “umori neri” dei colleghi che mi circondano, ho pensato di partecipare nuovamente all’esperienza elettorale Epap per il rinnovo delle cariche ed ho offerto la mia candidatura al Comitato dei Delegati (CDD), per meglio capire dall’interno le criticità del sistema per poi trasferirle fuori ai colleghi, (infatti la trasparenza è la mia bandiera) e contestualmente contribuendo a migliorare la gestione del nostro ente previdenziale.

Durante la campagna elettorale ho notato una scarsità di idee (ad es. sulla rivalutazione dei montanti, sulla tipologia di investimenti a medio e lungo termine, sul contenimento dei costi di gestione dell’Ente attraverso una sana e oculata ristrutturazione), sottolineata anche dalle voci che ho raccolto tra i colleghi, si sono visti solo spot a volte anche fantasiosi ma con scarsi risvolti pratici e di difficile applicazione.

Secondo me non bisogna perdere di vista l’obiettivo cioè la corretta gestione patrimoniale dell’Epap perché al proprio interno troviamo i soldi che gli iscritti durante la loro carriera professionale accantonano senza non poco sacrificio e senza non poche difficoltà, soprattutto in questi ultimi anni in cui la crisi ha eroso considerevolmente il reddito dei liberi professionisti, soprattutto nelle piccole realtà (es. la Basilicata).

Se verrò eletto nel Comitato dei delegati mi aspetto e mi auguro un Epap completamente rivoluzionato, innovativo e con strategie al passo con i tempi, pronte a cogliere le opportunità senza perdere di vista l’obbiettivo di tutelare e salvaguardare gli interessi degli iscritti professionisti di oggi e dei pensionati di domani. In particolare mi auguro di visionare un bilancio consuntivo (riferito all’esercizio dell’anno precedente) e il prospetto previsionale redatto dal Consiglio di Amministrazione in modo chiaro e trasparente, dove vengono esplicitate le varie voci senza ricorrere a forme di aggregazione; pertanto avrò la possibilità di monitorare (e mi riferisco in particolare al consuntivo) gli eventuali punti di criticità, per poi valutare e suggerire agli altri organi di gestione (GIG e CdA) i capitoli che necessitano di particolare attenzione. Sarà inoltre mia cura divulgare agli iscritti, tramite comunicati periodici, l’operatività dell’Ente e contestualmente creare con gli stessi un canale di interazione sulle tematiche inerenti la nostra cassa previdenziale.

Non è permessa alcuna leggerezza o approssimazione quando si tratta dei nostri soldi.

Dal 5 maggio (giorno di inizio della votazione online) abbiamo assistito invece all’inverosimile, con comparse in sostituzione degli attori e con una trama dove la realtà supera la fantasia…..; parlo di un direttivo dell’Ente che non solo ha manifestato gravi carenze di gestione finanziaria ma anche, con sorprendenti effetti speciali, di gestione amministrativa.

Tra revoche del certificato elettorale, sospensioni per errori materiali e difetti informativi, le elezioni Epap si sono trasformate in un film.

Noi spettatori, ad oggi, non abbiamo capito se l’insuccesso della trama, di quanto visto fino ad ora, è dovuto ad una cattiva recitazione degli pseudo-attori o ad una sceneggiatura “superficiale e disattenta”.

Dopo un intervallo inatteso, ora è iniziato il secondo tempo e ritengo che gli effetti speciali continueranno senza sapere cosa ha in serbo la regia. Gli iscritti, armati di tanta pazienza, aspettano il fatidico “The End” per abbandonare il mondo surreale e ritornare alla realtà quotidiana in cui una pensione ad oggi inadeguata può garantire solo una “magra e sconsolante” sussistenza.

di Teodosio Girardi

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