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L'olio extra vergine di oliva "Italico": un cancro
Dura polemica del Presidente di Unasco, Luigi Canino, sulla proposta di una miscela di oli comunitari e italiani da definire come "Italiaco": “no all’imbarbarimento dell’extra vergine di oliva italiano e basta con le bugie ai consumatori”
27 giugno 2018 | C. S.
In medicina le cellule che per crescere all’interno di un organismo divorano le cellule sane, viene comunemente definito cancro. Prima si diagnostica, prima si interviene, più sono le probabilità che questo tumore non prenda il sopravvento portando alla morte dell’intero organismo.
E’ quel che sta accadendo nel settore olivicolo, in cui certa industria e organizzazioni compiacenti, stanno cercando di demolire le fondamenta del prodotto simbolo del made in Italy: l’olio extravergine di oliva.
Mentre il nuovo Governo sta avanzando iniziative e proposte per la difesa dei prodotti agroalimentari del made in Italy, anche in un contesto commerciale internazionale in cui si riaffacciano i dazi doganali, e mentre in Parlamento si avanza una proposta per l’istituzione di un Ministero per il made in Italy, Unaprol-Coldiretti e Federolio, lanciano un attacco frontale contro genuinità, caratteristiche nutraceutiche e tracciabilità dell’olio 100% italiano.
A denunciarlo è Luigi Canino, presidente Unasco, il consorzio nazionale dei coltivatori e produttori olivicoli, uno dei promotori della Filiera olivicola olearia italiana, la soluzione strategica messa in campo dal nostro Paese per rilanciare il settore oleario e olivicolo sulla scena interna e internazionale, giocando la carta della qualità.
“Dopo aver mantenuto posizioni di guida nella Filiera, mantendola volutammente inoperosa, Unaprol e Federolio ne sono usciti per poter aggredire il mercato con iniziative contro cui chiediamo l’intervento del Governo, del Parlamento, per difendere i diritti dei cittadini e dei consumatori alla trasparenza e alla genuinità” esclama il presidente Canino.
“Le parole sono importanti e il mercato olivicolo ha bisogno di parole veritiere come di prodotti genuini e trasparenti. Sono anni che combattiamo chi utilizza l’italian sounding spacciando per italiani prodotti che italiani non sono, e ora Coldiretti attraverso il suo satellite Unaprol e Federolio si mettono a ingannare i consumatori con un italian sounding interno! Se scorriamo il vocabolario apprendiamo che itàlico è un aggettivo che si riferisce al territorio e alla cultura, nonché – se abbinato a diritto - il complesso dei privilegi (proprietà del suolo, esenzioni, ecc.) accordati specificamente a colonie di cittadini romani, e anche a comunità provinciali, situate cioè fuori d’Italia. L’uso della definizione Italico è, nella migliore delle ipotesi, un inganno per i consumatori. Dai produttori ai frantoiani, ai confezionatori all’industria onesta, come FOOI, siamo impegnati nel proporre ai consumatori oli 100 per cento made in Italy, tra i quali ogni persona può scegliere il proprio olio, consapevole di acquistare un olio italiano, di olivi coltivati in Italia con olive molite in Italia. Miscelare il nostro olio per nobilitare prodotti provenienti dall’estero e dalle incerte garanzie sul piano della sicurezza alimentare, è un crimine, anzitutto contro la nostra identità nazionale, contro il nostro patrimonio agroalimentare, contro la nostra tradizione, contro la nostra salute.”
“Metteremo in campo qualsiasi iniziativa anche clamorosa – conclude il Presidente Unasco -pur di arrestare l’imbarbarimento dell’olio extravergine italiano in nome del profitto di pochi. Gli italiani e i consumatori di tutto il mondo hanno diritto alla qualità e alle caratteristiche nutraceutiche del nostro olio.
Il lavoro della Filiera – che dopo l’abbandono interessato da parte di Coldiretti-Unaprol e di Federolio – ha ripreso vigore e slancio, prosegue per portare sulla scena internazionale la via italiana alla qualità e alla trasparenza, che parte dall’olio ma che poi potrà fare da linea guida per tutti gli altri prodotti dell’eccellenza italiana.
Affidiamo al Governo e al Parlamento la difesa dell’interesse pubblico del nostro oro verde.
Senza questo impegno, il made in Italy rischia di subire un danno senza precedenti. Chiediamo di poter collaborare con le istituzioni per il rilancio del settore e la piena applicazione del Piano Olivicolo Nazionale.
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