Associazioni di idee 15/01/2014

L'impatto della nuova Pac sull'olivicoltura? Riduzione fino al 70% degli aiuti

Secondo il Cno: "si sta rischiando seriamente di provocare la fine dell’olivicoltura nazionale". Tutto dipende dalle scelte nazionali che saranno prese nei prossimi mesi


"Siamo davvero in allarme per i potenziali deleteri effetti che la riforma della Pac potrebbe causare al settore dell'olio di oliva in Italia. Occorrono decisioni applicative a livello nazionale che siano ponderate e sagge e tale da scongiurare il pericolo di una forte riduzione del sostegno comunitario a favore di una coltura fondamentale per l'economia di molte regioni italiane e per la tenuta del territorio e dello spazio rurale". Così si è espresso Gennaro Sicolo, presidente del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori (CNO), il quale ha inviato una lettera al Ministro De Girolamo, agli assessori regionali, ad alcuni parlamentari agricoli nazionali ed europei, alle organizzazioni professionali ed alle altre Unioni nazionali olivicole.

"Abbiamo costituito un gruppo di lavoro ad hoc che ha studiato l'iter di approvazione della riforma ed il possibile impatto sul nostro settore. Grazie all'impegno del Parlamento europeo, ed in particolare diamo atto all’On. Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo per l’autorevole ed appassionato contributo, le proposte della Commissione sono state migliorate, ma non si è del tutto scongiurato, ha notato Sicolo, il rischio che gli olivicoltori possano perdere la maggior parte dei pagamenti diretti fino ad oggi intercettati".

Il lavoro di analisi e di studio ha evidenziato come sia possibile una riduzione anche fino al 70% del sostegno oggi erogato a favore dei produttori olivicoli. Tutto dipende dalle scelte nazionali che saranno prese nei prossimi mesi. Purtroppo le nostre preoccupazioni sono addirittura aumentate alla luce delle prime posizioni assunte : se non si terrà conto seriamente dei contraccolpi che dal 2015 si avrebbero sull’olivicoltura la classe politica e le organizzazioni tutte devono capire che si sta rischiando seriamente di provocare la fine dell’olivicoltura nazionale. Invito i produttori olivicoli a seguire attentamente tutta la fase di discussione nelle Organizzazioni di appartenenza perché non si provochi la fine dell’olivicoltura italiana. Abbiamo avanzato delle proposte, lungamente meditate, grazie alle quali l'impatto potrà essere attenuato, ha affermato il presidente Sicolo. In tal modo sarà possibile evitare di accelerare il processo di abbandono della coltivazione e di riduzione del potenziale produttivo che negli ultimi anni si è verificato. Chiediamo essenzialmente tre cose, ha concluso il presidente del CNO: una regionalizzazione mirata tale da salvaguardare le colture permanenti, come è stato fatto in Spagna; un sostegno specifico accoppiato tale da risultare incentivante per un settore sensibile come il nostro e, infine, un atterraggio morbido con una gradualità tale da evitare gravi squilibri per le imprese olivicole in questa delicata situazione di crisi di mercato".

Nella stessa situazione della olivicoltura si trovano altri importanti Settori dell’agricoltura italiana, allo stesso modo esposti ad un potenziale impatto dirompente della nuova PAC. “ Mi rivolgo, ha affermato Sicolo Presidente del CNO, ai rappresentanti della zootecnia da latte e da carne, agli operatori della filiera del pomodoro da industria, ai risicoltori, ai produttori di agrumi e chiedo loro di fare fronte comune per proporre un’applicazione compatibile con la necessità di assicurare un futuro ai nostri rispettivi Settori”.

I pagamenti diretti
Le nuove regole contenute nel testo di base sui pagamenti diretti consentono al nostro Paese di selezionare delle opzioni tali da rivitalizzare il settore della olivicoltura, altrimenti destinato a subire un processo di progressivo deterioramento, con il fenomeno dell'abbandono degli uliveti che ha già raggiunto dimensioni preoccupanti, in alcune aree del territorio nazionale.
Le scelte applicative che sono state formulate in altri Stati membri dimostrano che esistono margini di manovra tali da poter perseguire le finalità strategiche alle quali il CNO mira.
In particolare, si ritiene che per salvaguardare l'olivicoltura l'Italia debba utilizzare i diversi strumenti di selettività e di sostegno mirato che la nuova regolamentazione mette a disposizione.
Sotto questo profilo, è necessario lavorare sui seguenti aspetti:

- la definizione rigorosa e precisa dell'agricoltore attivo, da formulare in maniera tale che si scoraggino i tentativi di elusione che sicuramente saranno messi in campo. Il sostegno della PAC deve essere indirizzato agli agricoltori professionali, orientati al mercato che eseguono un minimo di attività agricola sui terreni coltivati. Il CNO esorta, pertanto, le istituzioni responsabili ad agire in modo coerente alla esigenza indicata. In tale modo, si porrebbe un freno al fenomeno dell'abbandono produttivo e si indirizzerebbero le risorse comunitarie in modo virtuoso;
- la definizione attenta della superficie ammissibile al nuovo regime del pagamento di base, evitando fenomeni speculativi come l'accaparramento di prati e pascoli permanenti marginali, da parte di soggetti che non operano con obiettivi di natura imprenditoriale, al solo scopo di conquistare l'assegnazione di nuovi titoli. A tale riguardo il CNO suggerisce di utilizzare il coefficiente di riduzione previsto all'articolo 21, par. 2, lett. b);
- la possibilità, contemplata nel regolamento di base, di escludere dall'assegnazione dei nuovi titoli le superfici coltivate a vigneto nel 2013 (art. 21, par. 2, lett. c). In tal modo, diminuisce a livello nazionale la superficie ammissibile e si evita un'eccessiva diluizione del valore dei nuovi diritti all'aiuto, senza penalizzare il settore della viticoltura, il quale oggi non riceve il sostegno disaccoppiato e comunque continuerà a beneficiare del programma nazionale di sostegno che per l'Italia implica una dotazione finanziaria annuale di oltre 330 milioni di euro, disponibile fino al 2020. La proposta del CNO non penalizza in alcun modo i viticoltori ed è in linea con quanto deciso dalla Francia e dalla Spagna. La prima è orientata a non attribuire i titoli del pagamento di base ai vigneti ed utilizzare solo la leva del programma nazionale della OCM unica. La Spagna, d'altro canto, ha deciso di impiegare la dotazione nazionale per i programmi di sostegno a favore del settore vitivinicolo, per l'assegnazione dei diritti all'aiuto disaccoppiati.

In relazione al processo di convergenza interna dei pagamenti diretti ed al calcolo dei titoli per il pagamento di base, la proposta del CNO parte dalla necessità di tenere conto delle specificità settoriali, con particolare riferimento al vincolo legislativo previsto in Italia, per effetto del quale è sancito il divieto alla estirpazione degli oliveti tradizionali.
Secondo la nostra organizzazione occorre partire dalla situazione economica e sociale che si riscontra a livello territoriale e, in tale contesto, si deve tenere conto delle debolezze e delle fragilità alle quali sono esposte le Regioni che ricadono nell'ambito dell'obbiettivo convergenza (ex obbiettivo 1).
Secondo il CNO, una delle condizioni per assicurare che in futuro la gestione di un uliveto risulti economicamente sostenibile è di attuare il metodo della differenziazione del valore iniziale del pagamento di base (storicità), per poi procedere con la convergenza totale del valore dei titoli nel 2019.
In particolare, la proposta del CNO si basa sui seguenti sostanziali elementi:

- la ripartizione del massimale nazionale per i pagamenti diretti a livello di aree omogenee dal punto di vista agronomico ed economico (art. 20 del testo di base). Per ogni area omogenea dovrà essere inoltre individuata una ulteriore ripartizione, distinguendo tra tipologie di utilizzazioni del terreno (es.: seminativo, prati e pascoli permanenti, colture permanenti);
- calcolare il valore del titolo del pagamento di base con il criterio della differenziazione, utilizzando come parametro di riferimento i pagamenti diretti erogati o il valore del portafoglio titoli a disposizione nel 2014;
- attuare il meccanismo della convergenza totale del valore dei titoli di base tra il 2015 ed il 2019, in modo da avere un valore uniforme dentro la Regione omogenea individuata, tenendo conto delle diverse tipologie di utilizzazione del terreno. Così facendo, all'interno dei confini dell'area omogenea individuata, ci sarà un numero di titoli di valore diverso, corrispondente al numero delle categorie di utilizzazione delle superfici che sono state selezionate;
calcolare il pagamento supplementare per il greening in funzione del valore del titolo del pagamento di base.


Il sostegno specifico accoppiato
L'inserimento della produzione olivicola nella lista dei settori ammissibili a regime del sostegno specifico è un elemento essenziale per raggiungere le finalità indicate nel presente documento di posizione. In particolare, il CNO ritiene essenziale che sia individuata una dotazione finanziaria settoriale in linea con l'importanza del settore e compatibile con l'incidenza che la dotazione storica per i pagamenti diretti dell'olio d'oliva ha avuto nel corso degli anni.
Sotto tale profilo, si evidenzia come in base ai conteggi svolti dal gruppo di studio CNO, sia emerso che la produzione olivicola italiana abbia assorbito circa il 15% del massimale nazionale assegnato dall'Unione Europea. Di conseguenza, ove l'Italia decidesse di riservare al sostegno specifico la massima aliquota consentita del 15%, alla produzione olivicola non potranno essere destinati meno di 80 milioni di euro l'anno.
Di grande importanza sarà la definizione dei criteri e delle condizioni per l'erogazione dell'aiuto accoppiato. Il CNO propone di tenere conto dei seguenti elementi:

- legare l'aiuto alla qualità della produzione;
- tenere conto del ruolo delle OP nella fase di organizzazione, concentrazione e aggregazione del prodotto;
- considerare le condizioni economiche, sociali ed ambientali a livello territoriale e privilegiare le Regioni ex obbiettivo 1.

L'auspicabile evoluzione dei programmi di attività
La nuova OCM unica prevede il finanziamento di sei diverse misure:

- monitoraggio e gestione del mercato;
- miglioramento e impatto ambientale;
- promozione della competitività attraverso la modernizzazione;
- miglioramento della qualità della produzione;
- sistema di tracciabilità, certificazione e tutela della qualità;
- diffusione di informazione sulle misure adottate dalle OP al fine di migliorare la qualità.

Per l'Italia è stata confermata la dotazione annuale di circa 36 milioni di euro.
Il CNO ritiene necessario qualificare, orientare selettivamente e migliorare l'efficacia e l'efficienza dell'intervento pubblico in materia di programmi di attività ed è dell'idea che oggi ci sia l'occasione propizia per procedere lungo la direzione indicata.
In particolare è auspicabile una evoluzione virtuosa del ruolo e del funzionamento delle OP e ciò potrà essere raggiunto attraverso un'attenta individuazione delle spese ammissibili ed un'azione di sostegno e di assistenza da parte delle istituzioni pubbliche per accelerare il necessario processo di emancipazione.
In particolare il CNO propone di considerare ammissibili all'aiuto pubblico nell'ambito dei programmi di attività, i seguenti interventi:

- l'attivazione di strumenti di ingegneria finanziaria tali da consentire alle OP di gestire la concentrazione dell'offerta e la commercializzazione, garantendo ai produttori conferenti adeguati acconti, tal da evitare il presentarsi di problemi di carenza di liquidità;
- consentire alle OP di finanziare programmi promozionali ed iniziative di commercializzazione e di esportazione nel mercato interno all'Unione Europea e nei Paesi terzi;

La rete delle OP
La riforma della PAC fissa degli elementi fondamentali per accrescere e valorizzare il ruolo delle OP all'interno della filiera. Tuttavia, affinché il processo di organizzazione dell'offerta del settore dell'olio d'oliva in Italia possa prendere piede in maniera solida, è necessario, secondo il CNO, rivedere la normativa nazionale sul riconoscimento e sul funzionamento delle OP, prevedendo disposizioni specifiche sui seguenti aspetti:

- rivedere il Decreto Legislativo n. 102 /05 superando rigidi limiti di fatturato e creando invece meccanismi incentivanti legati al fatturato ottenuto
- favorire l’aggregazione nelle OP anche dei piccoli produttori che rappresentano un considerevole numero di operatori

Lo sviluppo rurale
Secondo il CNO i nuovi programmi regionali di sviluppo rurale, unitamente al preannunciato programma nazionale di natura orizzontale possono consentire di attuare una serie di interventi di accompagnamento, tale da agevolare il processo di evoluzione organizzativa e competitiva di cui il nostro settore avverte il bisogno.
Il PSR dovrà necessariamente consentire l’innovazione tecnica e favorire gli investimenti, con l’obiettivo di incentivare lo sviluppo di un’olivicoltura italiana di qualità, professionale ed orientata al mercato.
Gli aiuti agli investimenti dovranno riguardare sia le singole aziende per la commercializzazione sui mercati locali, sia progetti territoriali e di filiera più strutturati.
Visto il ruolo anche ambientale oltre a quello produttivo che gli uliveti italiani ricoprono e l’estesa diffusione di coltivazioni di elevato valore paesaggistico, è necessario pensare a misure di sostegno agro-ambientali.
Inoltre, è importante riconoscere il ruolo dell’olivicoltore, la sua azione per la salvaguardia della biodiversità, per la valorizzazione di alcuni paesaggi rurali italiani.
Il progetto CNO per la costituzione sul territorio di una rete di OP impegnate nell'aggregazione, nella commercializzazione e nella valorizzazione dell'olio extra vergine di oliva italiano si fonda sui seguenti elementi salienti:

1. Utilizzare come fonte di finanziamento pubblico il Psr 2014-2020, più eventuali regimi di aiuto nazionali e regionali, con la progettazione di un programma articolato ed integrato di interventi, specifico per il settore dell'olio di oliva, da elaborare tra il 2013 e l'inizio del 2014, con il contributo del Mipaaf, delle Regioni interessate, delle organizzazioni economiche dei produttori;
2. In particolare, lo strumento da utilizzare è quello dei sottoprogrammi tematici della nuova politica di sviluppo rurale (articolo 8 della proposta di regolamento della Commissione Ue). Il progetto dovrà essere formulato in modo compatibile con le esigenze delle piccole imprese e delle filiere corte e basato su un piano di azione che si pone come obiettivo strategico la nascita di una rete di OP nelle aree a maggiore vocazione olivicola a livello italiano;
3. Il sottoprogramma deve prevedere l'utilizzo integrato di un pacchetto di misure del Psr, con particolare riferimento a quella specifica per il sostegno alla costituzione delle OP ed alle misure per la realizzazione di investimenti, per il sistema della qualità, per l'innovazione, per la promozione

di C. S.