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E' la carenza di terre coltivabili a mettere a rischio il futuro dell'umanità

Per ogni essere umano consumiamo un totale di 1,4 tonnellate di cibo all'anno. In termini di produttività, l'efficienza di ogni ettaro è aumentata di 3 volte dal 1950, soprattutto grazie ai sistemi di coltivazione, alla gestione più specializzata e all'irrigazione
19 febbraio 2025 | 15:00 | Vilar Juan
Secondo una ricerca condotta dall'Aula Universitaria Oleícola Innova, promossa dall'Università Internazionale dell'Andalusia, Sede Antonio Machado, e dal Grupo Oleícola Jaén, il futuro dell'umanità è a rischio.
Lo studio è stato realizzato sulla base dei dati passati della FAO e della Banca Mondiale, mentre per il futuro sono stati utilizzati strumenti di calcolo statistico per l'analisi predittiva.
Attualmente siamo più di 8,02 miliardi, e dal 1950 questo numero è triplicato. Per nutrirci, il settore primario genera circa 11 miliardi di tonnellate di cibo all'anno, che rappresentano circa più di 4.000 miliardi di euro di fatturato, e rappresenta il 99,7% dei nutrienti di cui ci nutriamo.
Per ogni essere umano, quindi, consumiamo un totale di 1,4 tonnellate di cibo all'anno.
La terra coltivabile del pianeta, 1,52 miliardi di ettari, e la terra coltivata, 1,155 miliardi di ettari, sono cifre stabili che sono cambiate poco dal 1950, ma la popolazione è passata da 2,52 miliardi di persone a 8,02 miliardi nel 2024, ovvero siamo passati da 0,43 ettari di terra coltivata per persona a soli 0,14, e nel 2050 saranno solo 0,12.
In termini di popolazione attiva impegnata in agricoltura, nel 1950 era il 49%, oggi è solo il 24%, il che dimostra che sempre meno persone lavorano in agricoltura.
Tuttavia, in termini di produttività, l'efficienza di ogni ettaro è aumentata di 3 volte dal 1950, soprattutto grazie ai sistemi di coltivazione, alla gestione più specializzata e all'irrigazione, che è passata dal 10% del 1950 al 22% di oggi.
Il cibo prodotto, 11.000 tonnellate attualmente, come detto, è aumentato di 3 volte con la stessa terra arabile disponibile dal 1950, e oggi il 10% di questo è cibo ultra-lavorato, allora solo il 4%, ed entro il 2050 si stima che potrebbe essere il 20%, il doppio di oggi.
Quindi, con la stessa quantità di terra coltivabile del 1950, il 50% in meno di popolazione agricola attiva, una popolazione moltiplicata per un fattore 3, e un terzo della disponibilità di terra coltivata per persona rispetto ad allora, solo un ulteriore aumento della produttività, che nel frattempo si è moltiplicata per 3, insieme all'evoluzione degli alimenti ultra-lavorati, che già oggi rappresentano poco più del 10% dell'alimentazione attuale, potrebbe contribuire a poter rifornire la popolazione che esisterà nel 2050, che si prevede sarà di 9.000 milioni di persone per allora.
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