Italia

Un tuffo tra Dop e Igp, l'Italia dell'agroalimentare avanza

E' tempo di Farro di Monteleone di Spoleto, di Limone Interdonato Messina, di Prosciutto Norcia e di Riso del Delta del Po. Tante le novità del gusto in Europa

14 novembre 2009 | C. S.

“L’Italia si conferma il Paese delle eccellenze, della tipicità e di territori che hanno saputo nel corso del tempo coniugare le condizioni pedoclimatiche delle zone di produzioni all’abilità dell’uomo, binomio che ha donato al nostro Paese prodotti unici e irripetibili altrove”.
Con queste parole il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato le ultime novità dall’Europa in tema di prodotti di qualità. Sono di oggi infatti le notizie della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea della domanda di riconoscimento come DOP della denominazione “Farro di Monteleone di Spoleto”; del Regolamento comunitario Reg CE 1081 della Commissione dell’11 novembre 2009 per l’iscrizione della denominazione Limone Interdonato Messina Igp nel registro delle denominazioni di origine protetta e delle indicazioni geografiche protette; del Regolamento CE 1082 della Commissione dell’11 novembre 2009 per l’approvazione di modifiche non secondarie del disciplinare della denominazione Prosciutto di Norcia Igp.

La caratteristica che rende unico il Farro di Monteleone di Spoleto è la cariosside di colore marrone ambrato che alla frattura si presenta vitrea e compatta con residui farinosi. La spiga piatta, corta, affusolata, con ariste non troppo lunghe e leggermente divaricate completa il quadro caratteristico di questo prodotto, che fin dal XVI secolo veniva largamente coltivato a Monteleone di Spoleto, in Umbria. L’area di coltivazione comprende i comuni di Monteleone di Spoleto e Poggiodomo e parte dei comuni di Cascia, Sant’Anatolia di Narco, Vallo di Nera e Scheggino, di altitudine maggiore o uguale a 700 m s.l.m.

La IGP Limone Interdonato Messina è riservata alla cultivar “Interdonato”, ibrido naturale tra un clone di cedro e un clone di limone, ed è prodotta nel territorio Jonico-Messinese, in alcuni comuni della provincia di Messina. Le aziende del Consorzio del Limone Interdonato Messina sono 50 e producono 800mila chili all’anno, con un fatturato alla produzione annuo di 500mila euro e un fatturato al consumo di un miliardo e 200mila euro.
“Il nostro Prosciutto di Norcia – ha aggiunto Zaia - è un prodotto di eccellenza frutto di una tradizione secolare. Prestare la massima attenzione ai disciplinari di produzione significa difendere la storia agroalimentare del nostro Paese e garantire prodotti di qualità”.

Le modifiche al disciplinare di questo prodotto riguardano la descrizione puntuale delle caratteristiche del suino pesante adulto, che costituisce la materia prima della Igp, e l’inserimento degli elementi inerenti la tracciabilità del prodotto. Tali precisazioni sono state introdotte per fornire dati certi e più precisi al consumatore sull’origine della materia prima utilizzata.

L’arte della conservazione delle carni suine nella zona del Nursino era già famosa al tempo dei Romani. L’ambiente naturale della zona è da ritenersi particolarmente favorevole al processo di maturazione e stagionatura di un prosciutto di qualità per le sue caratteristiche climatiche e per la natura dei terreni, caratterizzati da elevate dorsali montuose che impediscono l’afflusso di aria umida dal mare e dal prevalere di formazioni calcaree che consentono la dispersione delle acque piovane.

Soddisfazione è stata espressa anche per l’iscrizione ufficiale da parte della Commissione Europea nel registro delle Dop e delle Igp della denominazione “Riso del Delta del Po”.

Questo riso è coltivato in circa 950 ettari di terreno, tra i comuni di Rovigo, in Veneto, e di Ferrara, in Emilia Romagna, per un fatturato di 1.800.000 euro.
E’ stato fin dal 1400 una presenza costante nel paesaggio agrario del Delta del Po, dove si impose come coltura di bonifica per il dilavamento dalla salinità. Le caratteristiche dei terreni, il clima temperato e la vicinanza del mare sono i fattori principali che condizionano e caratterizzano la produzione nel territorio d’origine del Riso del Delta del Po. Esso trova infatti in questa zona un terreno di coltivazione ideale.

Questa Igp, proposta da 13 aziende, si presenta con un chicco grande, cristallino, compatto, con un elevato tenore proteico e può essere bianco o integrale. Il Riso del delta del Po si caratterizza per l’elevata capacità di assorbimento, per una bassa perdita di amido e per la buona resistenza durante la cottura. Presenta, inoltre, una particolare sapidità e un aroma che permette di distinguerlo da quello prodotto in zone non salmastre.


Eppure...
Non mancano le note polemiche, che riguardano l'albicocca vesuviana. “Tutti i prodotti italiani hanno pari dignità e tutela da parte del Ministero. La polemica sull’Albicocca vesuviana è strumentale oltre che priva di fondamento”. Così il Ministro Luca Zaia interviene a proposito delle notizie di stampa apparse oggi e relative all’Albicocca vesuviana.

“La questione è presto detta: La Commissione europea ha ritenuto non conforme alle normative la documentazione fornita al Ministero dal Comitato promotore a sostegno del riconoscimento della denominazione. Per questo, se il Mipaaf non avesse provveduto a ritirare la domanda di registrazione dell’Albicocca vesuviana, l’Europa avrebbe messo definitivamente la parola fine alla procedura di riconoscimento”.

Allo stato dell’arte, quindi, restano aperte tutte le possibilità dei produttori di presentare nuovamente la richiesta di registrazione, fermo restando il rispetto delle regole comunitarie.

“Quello che si è voluto far passare per il leghismo antimeridionalista del Ministro, in realtà – ha concluso Zaia - era l’unica cosa giusta da fare per difendere un prodotto di qualità di un territorio che non avrebbe bisogno di polemiche pretestuose ma di un maggiore gioco di squadra ad ogni livello”.

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