Italia

Grappa “fai da te”? Secco no dall'Istituto di Tutela Trentino, a difesa della salute dei consumatori

Beppe Bertagnolli (Presidente Istituto Tutela): «Non possiamo liberalizzare oggi quello che abbiamo combattuto per decenni; dobbiamo pensare alla tutela del consumatore, oltre alla ricaduta che tale provvedimento avrebbe sulle tante piccole distillerie che tengono viva la tradizione»

08 agosto 2009 | C. S.

Perplessità da un lato, vera preoccupazione dall’altro. E’ ciò che suscita all’Istituto di Tutela di uno dei prodotti distillati più antico e importante d’Italia, la grappa trentina, la proposta di legge avanzata dai senatori Montani e Divina sulla distillazione domestica della grappa. «Rischiamo di liberalizzare il metanolo, quando lo abbiamo combattuto per anni e anni – dichiara il Presidente dell’Istituto, Beppe Bertagnolli – e di andare ad inquinare il lavoro quotidiano dei tanti distillatori che in maniera seria e con delle basi scientifiche e tecniche fanno questo di professione».

50 litri all’anno (250 bottiglie) da offrire agli amici o agli ospiti nel caso degli agriturismi, questo quello che in sostanza prevede il Ddl che aprirebbe la possibilità di distillare “in casa” in un momento in cui proprio il Governo sta facendo una battaglia contro l’abuso di alcolici. «Si perde il senso di questo mestiere – spiega ancora Beppe Bertagnolli – una professione che negli anni ha visto da parte dei nostri distillatori accrescere gli investimenti aziendali in nuove tecnologie pur restando fedeli ai principi della distillazione artigianale. E’ grazie a questo che siamo riusciti a portare la grappa a diventare sempre di più un prodotto ricercato per le proprie qualità organolettiche. Dare il via libera alla grappa fatta in casa sarebbe un clamoroso declassamento dell’immagine di questo prodotto dopo che, non senza difficoltà, siamo riusciti a conquistare il favore dei consumatori».

Non è un caso che la reazione dell’Istituto di Tutela della Grappa Trentina sia sceso sulla questione in maniera forte dal momento che la tradizione e la storia di questa realtà sono elementi che fanno della grappa trentina una delle più antiche d’Italia. Nato nel 1960 oggi l’Istituto conta 29 soci dei quali 21 sono distillatori e rappresentano la quasi totalità della produzione trentina ed ha il compito di valorizzare la produzione tipica della Grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e di qualificarla con un apposito marchio d’origine e con la scritta “Trentino Grappa”. Solo così l’Istituto offre al consumatore la garanzia di una qualità certificata dall’Istituto agrario di San Michele all’Adige, attraverso analisi di laboratorio, e dalla Camera di Commercio di Trento, presso la quale è operante una Commissione per l’analisi organolettica. L’Istituto svolge un’azione di vigilanza sull’osservanza del regolamento di autodisciplina, recentemente aggiornato e sottoscritto dalla totalità dei distillatori, e promuove a livello locale e nazionale iniziative e studi atti a favorire il perfezionamento della produzione e l’incremento del consumo di Grappa trentina in Italia e all’estero.

«Tutti sforzi enormi questi che abbiamo compiuto in questi 50 anni di attività – conclude il Presidente Bertagnolli – che potrebbero essere vanificate da una scelta che non è di sicuro né dalla parte del consumatore, né di chi ha fatto della propria distilleria una scelta di vita». Molti sono i giovani che negli ultimi anni hanno deciso rimanere nelle distillerie di famiglia portandone dentro una tecnica rinnovata, facendo importanti investimenti, ma sempre tenendo conto della tradizione di distillazione.



Fonte: Istituto Grappa Trentina

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