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Il pesce azzurro: alternativa low cost per la tavola di Natale

Il pesce azzurro: alternativa low cost per la tavola di Natale

Non sempre il pesce azzurro è presente nei menù di ristoranti o sulle tavole di Natale degli italiani. Crostacei e pesce bianco sono i preferiti, seguiti da molluschi a conchiglia e cefalopodi

07 dicembre 2022 | C. S.

Nel periodo compreso tra Natale e Capodanno il consumo di pesce a tavola aumenta, in particolare nei ristoranti e trattorie. Ma quale è il prodotto ittico preferito dai consumatori delle Regioni costiere adriatiche italiane? Dell’argomento se ne è occupata Veneto Agricoltura che ha appena pubblicato i risultati di un’indagine il cui obiettivo è stato proprio quello di comprendere le abitudini e le preferenze di chi consuma pesce e crostacei fuori casa, quindi nei ristoranti, nelle trattorie e nei fast food, puntando in particolare i riflettori sul consumo del pesce azzurro (alici, sardine e sgombri), una delle “voci” più importanti del comparto della pesca in Adriatico.

Pesce azzurro è ottima aternativa low cost per le tavole di Natale

Dall’indagine dell’Agenzia regionale (condotta dalla società SWG che ha effettuato 3.165 interviste nel periodo 1 - 12 luglio 2022) risulta che il pesce azzurro, pur essendo una tipologia di pescato che apporta grandi benefici alla salute dei consumatori (ricordiamo che è un prodotto ricco di omega 3, un antiossidante naturale) e nonostante risulti più economico rispetto ad altri prodotti ittici, non riveste un ruolo importante nella dieta dei consumatori delle regioni adriatiche italiane. Comprenderne le ragioni - sottolineano gli esperti di Veneto Agricoltura – potrebbe contribuire a definire un’azione di sensibilizzazione sull’importanza di inserire il pesce azzurro nella dieta settimanale di un’ampia fascia di consumatori, e di conseguenza aumentare la domanda futura di questo straordinario alimento, essendo il pesce azzurro non allevato e ampiamente disponibile nel Mare Adriatico.

L’indagine di Veneto Agricoltura si è quindi concentrata sulla frequenza e il tipo di abitudini di consumo di prodotti ittici durante i pasti fuori casa, con particolare attenzione al consumo di alici, sardine e sgombri da parte dei residenti nelle Regioni adriatiche italiane.

I risultati confermano che consumare pesce fuori casa piace molto. Di 3.165 individui intervistati, esclusi vegetariani e vegani, 1.207 soggetti sono risultati consumatori abituali di prodotti ittici; 600 persone potrebbero aumentarne la frequenza di consumo in futuro e sono per questo definiti “potenziali”; mentre 200 individui non consumano pesce e non ne consumeranno, dato che lo evitano per ragioni legate al gusto personale.

Più in dettaglio, i 1.207 consumatori abituali di prodotti ittici hanno indicato che i crostacei e il pesce bianco risultano essere i loro prodotti preferiti, seguiti da molluschi a conchiglia e cefalopodi.

Il pesce azzurro si colloca solo al quinto posto, con il 21% dei consumatori che lo indica come piatto preferito. In particolare, sono gli over 65 e i residenti delle regioni del centro-sud a preferirlo, per lo più cittadini a basso reddito e basso livello di scolarità. Una fotografia, questa, che porta a riflettere l’idea che il pesce azzurro è un prodotto “povero” rispetto ad altre tipologie di prodotti ittici. In realtà non è così. Infatti, dopo aver intervistato solo coloro che consumano con regolarità pesce azzurro (944 persone) è emerso che la principale ragione a frenarne il consumo non è il prezzo ma la reperibilità e il gusto personale. In particolare, nelle regioni del Triveneto la reperibilità di pesce azzurro è un limite al consumo per quasi il 40% dei consumatori, che sostengono di riscontrare difficoltà nel trovarlo nel menù dei locali frequentati. Nelle regioni del centro e del sud l’ostacolo principale invece è il gusto personale. Nonostante la scarsa preferenza per il pesce azzurro, però i rispondenti di tutte le regioni prevedono comunque di aumentarne il consumo in futuro e le ragioni di crescita sono legate ai riconosciuti benefici sulla salute (per il 41% dei rispondenti) e alla maggior convenienza in termini di prezzo (32%), rispetto ad altri prodotti ittici.

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