Italia
OrtoAmbiente: riduzione dei fitosanitari impiegati per il 15% in agricoltura integrata e 30% in agricoltura biologica

Messa a punto di strumenti innovativi ad elevata sostenibilità ambientale, per la difesa dai principali insetti dannosi e riduzione dei prodotti fitosanitari impiegati. Questi, fra gli altri, i risultati ottenuti da OrtoAmbiente, Network e Progetto di Ricerca mirati alla difesa delle colture orticole dall’attacco dei principali insetti dannosi. Fra le strategie del progetto: insetti utili, piante trappola, fasce fiorite, coperture innovative. Coccinelle e Sirfidi gli insetti predatori che si sono rivelati di maggiore utilità nel controllo degli afidi.
15 giugno 2022 | C. S.
Presentati i risultati definitivi ottenuti da OrtoAmbiente, Progetto lanciato nel 2020 e mirato ad un approccio agroecologico della difesa fitosanitaria, per potenziare la fauna utile e combattere insetti dannosi su colture orticole. L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014–2020, ha visto la partecipazione del Centro Agricoltura e Ambiente ‘Giorgio Nicoli’ (capofila e coordinatore del Progetto), Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, DISTAL (Alma Mater Studiorum Università di Bologna, UNIBO), Gruppo Agribologna, Dinamica e cinque aziende agricole emiliane. Con il titolo ‘Messa a punto di tecniche di difesa da fitofagi su colture orticole ad elevata sostenibilità ambientale basate su strategie agroecologiche’, Responsabile scientifico del Progetto è stato il Prof. Giovanni Burgio (DISTAL, UNIBO).
Confermati i principali risultati attesi dal Progetto:
- la riduzione dei prodotti fitosanitari impiegati (e la conseguente riduzione dei quantitativi di insetticidi nel suolo e nell’acqua), quantificabile in un 15% in agricoltura integrata e in un 30-40% in agricoltura biologica: su zucchino in coltura protetta, ad esempio, l’utilizzo di fasce fiorite, può consentire un risparmio fino a 4 trattamenti aficidi per ogni ciclo colturale corrispondenti a circa 300 €/ha, con una riduzione dei quantitativi di insetticidi impiegati variabile in media tra il 20 e il 30%;
- l’incremento di sostanza organica attraverso l’adozione di fasce fiorite (specialmente se a base di leguminose azotofissatrici) che in condizioni ottimali potrebbe garantire un apporto al terreno di circa 15-20 quintali di massa verde per ettaro, sia in agricoltura integrata che biologica;
- la riduzione complessiva di circa il 20 % (sia in agricoltura integrata che biologica) per quanto riguarda i costi dei mezzi tecnici per l’agricoltore.
Le colture coinvolte (lattuga, zucchino e cavolo) sono state individuate tra Bologna e Ferrara, in cinque aziende agricole coinvolte nel progetto: Coltivare Fraternità, Società Cooperativa Agricola e Sociale; Società Agricola Dune S.S. di Finessi Eliseo e C; Società Agricola Manzoli S.S.; Azienda Agricola Telloli Tonino; Azienda Agricola Tonelli Gianni.
Quattro le attività svolte dal progetto:
- verifica dell’efficacia della difesa biologica nei confronti di Miridi su lattuga, attraverso l’utilizzo combinato di trappole a feromoni e piante trappola attrattive;
- valutazione dell’efficacia della difesa biologica nei confronti di Afidi su lattuga;
- verifica dell’efficacia di strategie agroecologiche per potenziare la difesa biologica contro Aphis gossypii su zucchino in coltura protetta;
- valutazione dell’efficacia della difesa nei confronti di Altica su cavolo attraverso l’impiego di piante trappola e copertura con tessuto agrotessile.
OrtoAmbiente ha consentito la messa a punto di strumenti innovativi di difesa dagli insetti dannosi per le colture orticole, caratterizzati da elevata sostenibilità ambientale e basati sulla valorizzazione dell’ecosistema aziendale. Il manuale di best practices, con le tecniche descritte da Ortoambiente, consentirà quindi di diminuire l’impiego dei prodotti fitosanitari privilegiando l’azione di insetti antagonisti, come Coccinellidi e Sirfidi. I risultati del Progetto potranno inoltre essere utilizzati da aziende biologiche, in conversione, e in produzione integrata. La diffusione dei risultati conseguiti dai produttori aderenti ad OrtoAmbiente, potrebbe consentire di aumentare il numero di aziende aderenti al sistema di produzione biologica. Dalle interviste realizzate agli agricoltori coinvolti, è infatti emerso che l’adozione di queste tecniche agroecologiche è stata recepita con grande interesse e che i risultati conseguiti sono stati estremamente soddisfacenti.
“Le prove di campo sono per natura influenzate da una serie di variabili, ogni annata è diversa da quella precedente. Nonostante ciò, i risultati del Progetto OrtoAmbiente sono essenzialmente positivi, e hanno soddisfatto le nostre attese” commenta Valentino Chiarini, Responsabile assistenza tecnica e agronomica di Agribologna. “Particolarmente importante e positivo il risultato raggiunto con le fasce fiorite per la lotta contro afidi su zucchino e con tessuto agrotessile su cavoli contro l'altica. Come Agribologna, siamo davvero orgogliosi di aver messo le nostre esperienze, i nostri tecnici specializzati e le nostre coltivazioni a disposizione del Progetto. Vogliamo fare della ricerca e dello sviluppo in ambito agricolo e orticolo sempre più i nostri asset, perché crediamo fortemente che metodiche innovative come quelle studiate dal Progetto OrtoAmbiente possano portare ad aziende e cooperative risultati importanti in termini ambientali, di resilienza al cambiamento climatico ed economici”.
“Il progetto OrtoAmbiente ha consentito al Centro Agricoltura Ambiente di rendere applicabili esperienze e risultati ottenuti in 30 anni di ricerche svolte nell’ambito dell’agroecologia” ha commentato Roberto Ferrari, Responsabile Agricoltura Sostenibile e Gestione Verde Urbano, Centro Agricoltura e Ambiente. “Il bagaglio di conoscenze acquisito negli anni si è rivelato infatti fondamentale nella messa a punto di buone pratiche sostenibili e adottabili in campo da aziende agricole moderne e attente sia all’ambiente che alle nuove esigenze del mercato”.
“OrtoAmbiente ha consentito di trasferire strategie agro-ecologiche in aziende agrarie, valutando al contempo le risposte in campo e la loro potenzialità applicative. Questa esperienza, maturata nel corso di due annate molto diverse fra loro, ha permesso di quantificare l’efficacia di tecniche molto innovative in un contesto ‘reale’. La pianificazione è avvenuta in accordo con gli agricoltori, in base alle esigenze di ogni azienda. I risultati hanno permesso di ottimizzare un impiego pratico di queste strategie negli ambienti della nostra regione, valorizzando in pieno le ricadute positive e comprendendo i fattori limitanti che possono ostacolare la loro applicazione” è il commento del Prof. Giovanni Burgio (DISTAL, UNIBO), Responsabile scientifico del Progetto.
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