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Il successo dei Farmer Markets è un fenomeno di dimensioni mondiali

Il successo dei Farmer Markets è un fenomeno di dimensioni mondiali

Solo negli Stati Uniti negli ultimi dieci anni sono cresciuti del 400%. L’incentivo fondamentale alla diffusione sono le norme: togliere tanta burocrazia 

01 giugno 2022 | C. S.

È stato fra i più seguiti il panel dedicato ai Farmer Markets, i mercati sempre più diffusi in tutto il mondo in cui gli agricoltori attuano la vendita diretta dei propri prodotti. Nel corso dell’incontro organizzato nell’ambito della VII edizione del Festival del Giornalismo Alimentare si è fatto il punto sullo stato dell’arte di questa realtà mercatale alla presenza di alcuni dei più importanti referenti del settore: Richard McCarthy del World Farmers Markets Coalition; Dennis Andaye Founder RightEats and Organic Farmers Market – Kenya; Selorm Akaba Coordinator for the Farmers Markets Programme at University of Cape Coast e Projcet Manager for Ghana Farmers Markets Network e Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione Universe e Presidente del Comitato scientifico Fondazione Campagna Amica.

Richard McCarthy: “Il successo dei Farmer Markets è ormai un fenomeno di dimensioni mondiali. Solo negli Stati Uniti negli ultimi dieci anni sono cresciuti del 400%. A renderli vincenti è il link diretto fra consumatore e produttore, un punto di contatto che permette il passaggio di informazioni fondamentali per un consumo consapevole e sostenibile, come la stagionalità dei prodotti o le metodologie più naturali per la coltivazione. Il vantaggio non è solo per l’utente finale ma anche per il produttore stesso, che in questa filiera vede ridursi il rischio economico dell’invenduto. I Farmer Markets sono delle vere e proprie istituzioni in grado di innescare un cambiamento nella sensibilizzazione dei consumatori. Per non interrompere questo trend positivo occorre che lapolitice venga in aiuto, attraverso incentivi e sovvenzioni alle famiglie affinché scelgano a prodotti freschi  e non troppo lavorati”.

Alfonso Pecoraro Scanio: “L’incentivo fondamentale alla diffusione dei Farmer Markets sono le norme. Dobbiamo togliere la tanta burocrazia che affossa i lavoratori del settore agricolo. Solo dal 2001 è possibile per i produttori fare vendita diretta e trasformazione. Dobbiamo fare in modo che per un giovane produttore sia semplice e immediato poter arrivare sulla piazza dei mercati agricoli, che acquistano sempre più non solo un valore ecologico ma anche educativo”.

Dennis Andaye: “In Kenyai problemi legati a una coltivazione etica e sostenibile sono tanti. Negli ultimi anni abbiamo dovuto ripensa completamente il ciclo produttivo poiché l’implementazione di alcune pratiche europee – come la coltivazione intensiva o l’utilizzo di agenti chimici e tossici – aveva impoverito e inquinato i nostri terreni. A questo si aggiungono ostacoli di natura politica, come il fatto che non si possono scambiare semi fra produttori. I mercati contadini costituiscono un’alternativa efficace a tutto questo, nei quali accedere a un cibo sano e buono, non così facile da trovare in Kenya.

Selorm Akaba: “I mercati contadini in Ghana sono nati solo un anno fa main pochi mesi siamo riusciti a costruire una rete di undici farmer markets, presente in tre distretti del Paese. Si sono rivelati uno strumento efficacissimo nella lotta al consumo di junk food e nel rendere i consumatori consapevoli della qualità del cibo che acquistano. I benefici ci sono anche per i produttori che vedono aumentare non solo le entrate ma anche il rispetto da parte dei consumatori. È indubbio che abbiano un impatto sociale molto forte: hanno permesso la rinascita di una cultura in cucina sana che stava  scomparendo”.

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