Italia
Un successo la prima edizione di B/Open dedicata al bio-food
Risulta vincente, anche per il futuro, la formula "Confex", convegni e workshop abbinati a una parte espositiva e riservati a un pubblico di operatori
17 novembre 2021 | C. S.
La seconda edizione – la prima in presenza - di B/Open, rassegna b2b dedicata al bio-food organizzata da Veronafiere nei giorni 9 e 10 novembre scorsi, si è chiusa con un bilancio positivo, grazie alla presenza di buyer qualificati italiani e stranieri - provenienti da Germania, Danimarca, Spagna, area dei Balcani, Turchia, Stati Uniti, Russia e Israele - e dalla formula esclusivamente riservata al business, come richiesto dal mondo del bio.
Risulta dunque vincente, anche per il futuro, la formula "Confex", convegni e workshop abbinati a una parte espositiva e riservati a un pubblico di operatori professionali selezionati.
Le catene di approvvigionamento del biologico hanno individuato Veronafiere come piattaforma non soltanto per gli affari e l’export, ma per rilanciare un settore che, sul piano produttivo è chiamato a raggiungere obiettivi ambiziosi: da un lato incrementare le superfici agricole coltivate in maniera “organic” dal 17% al 25% entro il 2030, secondo quanto previsto dal Green Deal europeo e dalla strategia Farm to Fork, dall’altro aumentare la produzione del cibo biologico Made in Italy, così da incrementare la domanda interna (oggi i consumi domestici hanno superato i 4,6 miliardi di euro) e, parallelamente, sostenere l’export dei prodotti bio di qualità dall’Italia, incrementando così il flusso di esportazioni che già oggi hanno superato i 3 miliardi di euro.
Soddisfatti di quella che, di fatto, è stata la prima edizione «live» di B/Open, gli espositori, che hanno avuto incontri definiti positivi e promettenti dagli stessi operatori.
La conferma, fra gli altri, da Lucio Ceccarelli, amministratore delegato di Terre e Tradizioni: "Siamo stati molto soddisfatti di partecipare all’edizione in presenza di B/Open. Sentivamo la mancanza di uno scenario come questo, perché parlare di prodotti particolari come i nostri richiede un contatto diretto con gli operatori. Speriamo, quindi, che questa sia solo la prima di molte edizioni di B/Open".
Definisce B/Open "una fiera molto soddisfacente" Laura Zecchini, responsabile comunicazione di Latteria San Pietro di Goito, che aggiunge: "Due giorni di manifestazione è il tempo perfetto, abbiamo riscontrato una elevata qualità di buyer e di visitatori".
Per Greta Lo Maestro, responsabile marketing di Naturale Bio, "B/Open è stato un ottimo momento di confronto tra operatori di settore in una fiera b2b, che mancava nel settore fieristico".
"Aspettiamo le prossime edizioni e siamo molto contenti di aver partecipato a B/Open, una manifestazione che come start-up ha regalato un approccio di speranza al settore – commenta Elena Matticari, responsabile marketing di Joe&co –. Un aspetto decisamente importante per noi è che la rassegna di Veronafiere è la prima fiera in Italia dedicata al trade dell’industria biologica".
Il dialogo all’interno delle filiere, azioni per favorire la domanda e spingere i consumi così da non innescare squilibri di mercato e conseguenti black-out dei mercati, soluzioni per aumentare l’innovazione digitale e accompagnare la transizione ecologica sono le leve fondamentali che gli operatori hanno individuato come determinanti per compiere quello scatto che porterebbe il biologico italiano a migliorare la competitività e non subire la rincorsa di altri Paesi comunitari che stanno accelerando sul bio.
Parallelamente, i produttori dal palco di B/Open hanno individuato formule multifunzionali, rotazioni in campo e integrazioni delle filiere come requisiti essenziali per migliorare la redditività e la competitività, altri punti chiave insieme alla riduzione degli sprechi all’interno delle catene di approvvigionamento, pianificazioni produttive lungimiranti, procedure più semplici e riduzione della burocrazia come ulteriore spinta alla crescita.
A B/Open è emersa chiaramente la consapevolezza che il sistema è chiamato a compiere un salto di qualità per passare da mera produzione per il mercato a organizzazioni strutturate e reti di impresa per lo sviluppo di filiere verticali integrate.
I finanziamenti e le opportunità di sostegno al reddito per i produttori biologici (e in alcuni casi della filiera) non mancano, dalla riforma della Politica agricola comune con i Programmi di sviluppo rurale al Piano strategico nazionale che si sta definendo in queste settimane, fino alle opportunità di accedere alle risorse del Pnrr e al fondo complementare del Piano nazionale di ripartenza e resilienza.
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