Italia
Vino Nobile di Montepulciano: ennesimo contenzioso vinto sull’Abruzzo
Il Consorzio ha stabilito un atto di transazione con un’azienda abruzzese che imbottigliava un vino a base di Montepulciano d’Abruzzo. Serve più chiarezza sulle etichette
04 novembre 2021 | C. S.
“Non immettere sul mercato ulteriori bottiglie recanti l’etichetta contestata, sostituire l’etichetta contestata nelle bottiglie non ancora immesse in commercio e distruggere le etichette in suo possesso; eliminare la dicitura dal proprio sito internet e dalla pubblicità in generale nonché a non utilizzare in futuro la stessa come marchio di fatto”. Si è concluso con questo atto di transazione il contenzioso tra il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e l’azienda abruzzese Ettore Galasso s.a.r.l.. L’oggetto della contestazione, avviata nel 2019 da parte del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, era un vino denominato “Nobile delle Rocche”, Montepulciano d’Abruzzo. Prima del giudizio le due parti sono giunte a una conciliazione nettamente a favore della denominazione toscana.
E’ l’ennesimo caso risolto a favore della prima Docg d’Italia, una nuova situazione che ribadisce l’importanza di lealtà in etichetta, ma soprattutto la confusione facilmente generata dalla nomenclatura, una come noto relativa all’appellazione di origine, l’altra a un vitigno. «Non a caso siamo stati il primo Consorzio a richiedere e ottenere dall’Unione Europea l’obbligo di immettere in etichetta la dicitura “Toscana” – commenta il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi – e questo nuovo caso dimostra come la collaborazione tra le due realtà dovrebbe essere più efficace, anche per tutelare il consumatore finale troppo spesso ingannato dall’omonimia».
“Toscana” in etichetta. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, dal luglio 2020 le modifiche ai disciplinari del Vino Nobile di Montepulciano Docg, del Rosso e del Vin Santo di Montepulciano Doc sono estese in tutto il mondo con l’inserimento della dicitura obbligatoria che nell’etichetta deve riportare l’indicazione geografica “Toscana”. In Italia già era obbligatorio l’inserimento di Toscana con le modifiche approvate qualche mese prima dal Mipaaf. Tale risultato arriva dopo un lungo percorso intrapreso dal Consorzio con la Regione Toscana. «Oggi riteniamo ancora più evidente l’importanza di questa modifica che rafforza da un lato l’origine della nostra denominazione, ma soprattutto è pensata per il consumatore finale che potrà avere più chiarezza sul prodotto scelto», conclude Andrea Rossi.
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