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L’olivo gentile: lo splendore ignorato delle olivete

L’olivo gentile: lo splendore ignorato delle olivete

Le ulivete possono tornare a essere ambienti in cui le comunità sviluppano un nuovo modello di sviluppo economico, sostenibile e innovativo, e inedite forme di socialità, inclusione e formazione

12 agosto 2021 | C. S.

Un progetto di Città dell'Olio nato per aggregare e dare forza a tutte le esperienze e i progetti, grandi e piccoli, che da nord a sud promuovono attività innovative di gestione delle ulivete, ma soprattutto per favorire la nascita di nuove progettualità.

Il progetto è stato ideato e promosso dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio e dal Lab Center for Generative Communication diretto dal professor Luca Toschi dell’Università di Firenze. 

E' tempo di mettere a sistema i progetti e le iniziative che riguardano l’olivicoltura sociale, il contrasto all’abbandono delle ulivete e la valorizzazione della cultura dell’olio e dell’olivo e individuare in maniera partecipativa nuovi stakeholder sui territori interessati a partecipare allo sviluppo del progetto.

Gli obiettivi del progetto: da aree a rischio abbandono ad ambienti di sviluppo di nuove economie e socialità Le ulivete possono tornare a essere ambienti in cui le comunità sviluppano un nuovo modello di sviluppo economico – sostenibile e innovativo – e inedite forme di socialità, inclusione e formazione. Il progetto, infatti, mira a riportare al centro delle nostre comunità le ulivete (a partire da quelle abbandonate o a rischio abbandono), intese come ambienti privilegiati per la sperimentazione di nuove socialità, e a valorizzare la ricchissima – ma spesso poco conosciuta – cultura dell’olio e dell’olivo di cui sono portatori tanti dei nostri territori. “L’olivo gentile” mira a ripensare il concetto di “agricoltura sociale”, sviluppandone la funzione socio-economica e culturale in direzione di una strategia di sviluppo e cura del territorio e dell’intera comunità che vada oltre il recupero di soggetti svantaggiati. 

“Il paesaggio olivicolo italiano è un patrimonio sommerso dal valore inestimabile. L’Italia è caratterizzata da olivete e olivi millenari di straordinaria bellezza di cui nessuno conosce l’esistenza. Con iniziative come questa abbiamo iniziato un percorso di valorizzazione dell’olivo a cui l’Unesco ha riconosciuto un ruolo culturale e di volano nello sviluppo delle comunità rurali – spiega Michele Sonnessa, presidente delle Città dell’Olio – Intorno all’olivo nascono le città di identità come le conosciamo oggi, che attraverso l’insieme di saperi e mestieri ad esso collegati, promuovono prodotto e paesaggio insieme. L’olivo e l’olio sono un elemento identitario a cui non possiamo rinunciare, perché parla di chi siamo e delle nostre radici”. 

In questa prima fase sono coinvolti principalmente i 375 Comuni che aderiscono alle Città dell’Olio, ma entro la fine del 2021 sono previste la realizzazione di un evento nazionale per attivare e rafforzare una community di istituzioni, associazioni, imprese in cui ogni soggetto interessato possa avere un ruolo attivo e una banca dati nazionale e internazionale sull’olivicoltura sociale e la cultura dell’olio e dell’olivo, per favorire la collaborazione e lo scambio tra tutti i portatori di interesse e facilitare la nascita di nuove progettualità a livello locale, regionale e nazionale, con un occhio di riguardo ai paesi produttori di olio d’oliva che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. 

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