Italia

SEQUESTRATI 1500 LITRI DI FALSO EXTRA VERGINE COLORATO CON CLOROFILLA A MILANO

Su quarantacinque attività ispezionate, tra bar e ristoranti, i carabinieri dei Nas hanno riscontrato ben cinquantanove violazioni. In tre ristoranti si spacciava olio di semi per olio extra vergine di oliva. Ora i denunciati rischiano fino a quattro anni di carcere e una grossa multa. Ci si può difendere da simili truffe?

11 novembre 2006 | Carlotta Baltini Roversi

I Nas dei carabinieri di Milano hanno effettuato una serie di controlli a bar e ristoranti ubicati in viale Monza, con l’obiettivo di verificare il rispetto della normativa igenico-sanitaria. Nell’effettuare i controlli, tra le quarantacinque attività ispezionate sono state riscontrate ben cinquantanove violazioni di carattere amministrativo, riguardanti ora le carenze igieniche, ora la presenza nei locali di alimenti mal etichettati, ora invece la mancata applicazione del piano di autocontrollo, e altro ancora.
Nel complesso sono otto le violazioni penali per alimenti scaduti e mal conservati, e per la presenza di cibi sofisticati e/o adulterati. Da questa serie di controlli sono state individuate e segnalate in tutto trenta persone, cinque delle quali hanno subìto una denuncia penale alla procura della repubblica, e quattro sono stati i lavoratori extracomunitari non in regola con il permesso di soggiorno.

Fin qui i dati della cronaca. Ciò su cui ci si vuole soffermare è invece l’individuazione di 1500 litri di olio sofisticato in tre differenti ristoranti, risultante il frutto di una miscela di olio di semi colorato con clorofilla per essere spacciato per olio extra vergine di oliva. Due ristoranti erano gestiti da italiani, mentre il terzo da un egiziano. In tutti e tre si procedeva al classico trucco, quello dell’aggiunta di clorofilla. Gli avventori del locale andavano sul sicuro, vedendo il colore verde intenso, come capita di trovare frequentemente nelle ampolle che ancora resistono nei ristoranti, nonostante una legge proposta e promossa da “Teatro Naturale” le vieti tassativamente. Evidentemente, il malcostume è duro a morire.

L’iniziativa del nucleo dei Carabinieri ha avuto purtroppo scarsa visibilità sulla stampa nazionale, tranne i soliti brevi trafiletti. Solo il quotidiano “il Giorno” ha dato il massimo risalto dedicando ben due pagine, con tre articoli a firma di Marco Ruggiero, Mario Consani ed Eliana Bellè.
Quest’ultima ha intervistato il direttore di “Teatro Naturale” Luigi Caricato, chiedendo consigli su come difendersi dalle truffe a tavola. E il noto oleologo non ha esitato a sostenere la necessità, per il consumatore, di acquisire una diretta conoscenza del prodotto attraverso la pratica delle tecniche d’assaggio, nonché attraverso l’abitudine a vigilare sui prezzi, dal momento che quando questi sono troppo bassi nascondono di certo un’insidia. Da qui pertanto la necessità, andando in un qualsiasi ristorante, di aguzzare i sensi, vista, naso e palato, e l’olfatto in particolare, soprattutto se persiste la pessima abitudine nel presentare l'olio nelle anonime anforette. E’ impensabile, per esempio, che un olio dal colore verde intenso deluda al momento della degustazione, anche perché più è marcato il colore di un extra vergine, soprattutto se verde, maggiore sarà l’intensità delle note fruttate, oltre che il gusto e la sapidità.
Se c’è colore senza una puntuale corrispondenza a odori o sapori che rimandino al frutto di partenza, allora si tratta solo una mistura di dubbia qualità e natura. Meglio diffidare, e denunciare alle pubbliche autorità il ristorante o il negozio.

Non solo di oli di semi camuffati da extra vergini con l’aggiunta di clorofilla, si legge nell’articolo della Bellè, la giornalista accenna anche, attraverso le parole di Caricato, ad altre due ricorrenti truffe: quelle dell’olio di oliva mescolato con olio di nocciola, e poi quella che fa riferimento al più grande e vasto abuso con i cosiddetti oli deodorati.
Intanto, a onor della cronaca, va evidenziato che i tre denunciati rischiano fino a quattro anni di carcere, oltre che una grossa multa. Anche se nulla in realtà è mai certo, in un Paese che rispondendo a una mastelliana visione della giustizia si va avanti a forza di depenalizzazioni e di indulti e presto anche di amnistie. Sarebbe però grave non prendere le dovute contromisure, visto che la pratica delle sofisticazioni rimane una costante tra i programmi dei malfattori.

Non è nemmeno nuova alle truffe alimentari una grande città come Milano, come d’altra parte ogni altra grande città. Sempre su “il Giorno” Mario Consani ricorda infatti uno scandalo occorso sei anni fa, nel quale furono coinvolti altri ristoranti, smascherati questa volta però dai clienti, disgustati all’assaggio.
Al centro della maxi-truffa di sei anni fa vi era sempre il finto olio extra vergine di oliva. Allora sui sequestrarono ben 800 quintali d’olio, fatti circolare attraverso il canale delle panetterie e della ristorazione. La truffa aveva come base d’azione la Puglia e la tecnica consisteva nel colorare l’olio di girasole spacciandolo per extra vergine.
Insomma, i tentativi di imbroglio sono tanti, e quelli che vengono scoperti non sono che la punta di un iceberg. Chissà, un domani, se qualcuno intanto non si renderà conto che non è possibile acquistare olio di oliva, e soprattutto extra vergine, a prezzi stracciati.

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