Italia
Cisgenesi e genome editing, le biotecnologie buone per l'agricoltura italiana
La Ministra Bellanova apre alle nuove frontiere del miglioramento genetico e a sorpresa Coldiretti l'appoggia, con un pieno sostegno alle nuove forme di biotecnologia che però la Corte di giustizia europea equipara agli organismi geneticamente modificati
07 febbraio 2020 | C. S.
"Gli Ogm sono il passato e la loro coltivazione è e rimarrà vietata in Italia - ha detto all'Ansa la ministra dell'agricoltura Teresa Bellanova - Le biotecnologie sostenibili, come cisgenesi e genome editing, ci interessano".
Si tratta di tecniche che non implicano l'uso di Dna estraneo alla pianta e che per questo "possono aiutarci a tutelare la biodiversità dell'agricoltura italiana - dice Ettore Prandini, presidente Coldiretti - e essere più sostenibili" realizzando ad esempio varietà più resistenti, con meno bisogno di pesticidi.
Sulla vite, per esempio, "l'Italia è il Paese con il più grande patrimonio di diversità genetica", spiega Mario Pezzotti, componente della Siga e docente di genetica delle piante a Verona. "La conservazione e l'uso di questa biodiversità è irrinunciabile", ma lo è anche "dare ai vitigni tradizionali le caratteristiche genetiche per contrastare l'attacco dei patogeni e il mutamento delle condizioni climatiche". Cisgenesi e editing del genoma danno questa possibilità senza "modificare identità e profilo enologico".
Usare le biotecnologie più moderne per tutelare le varietà tipiche è "una sfida che va affrontata insieme a chi fa ricerca in Italia - riprende Prandini - perché i risultati non finiscano nelle mani di poche multinazionali".
"Lo deve fare la ricerca pubblica - osserva Bellanova - il Crea che è il nostro ente di ricerca" attraverso "il confronto col mondo agricolo, perché la ricerca sia utile allo sviluppo delle imprese".
Prima però vanno chiariti alcuni aspetti normativi. Nel 2018 la Corte di giustizia Ue ha stabilito che dal punto di vista regolamentare le piante realizzate con tutte le nuove tecniche di ingegneria genetica vanno equiparate agli Ogm. Devono cioè passare procedure di autorizzazione da milioni di euro, alla portata dei giganti del biotech ma fuori da quella della ricerca pubblica. "Queste tecniche innovative fanno in meno tempo quello che l'incrocio naturale farebbe in più passaggi e più lentamente - conclude Bellanova - chiediamo all'Europa di distinguerli dagli Ogm, perché il risultato finale è completamente diverso".
Intanto, Coldiretti e Società italiana di genetica agraria (Siga) firmeranno presto un accordo di collaborazione sulle nuove tecniche di ingegneria genetica. Una notizia che sa di svolta nel tormentato rapporto tra agricoltura e ricerca sulle biotecnologie in Italia, segnato dalla battaglia sugli Ogm. "Camici e trattori", così dovrebbe chiamarsi il protocollo annunciato dal presidente Coldiretti Ettore Prandini in un convegno della rivista 'L'informatore agrario' a Verona.
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