Italia

Confronto aperto sul piano paesaggistico della Toscana

Non si calmano le polemiche intorno al nuovo piano paesaggistico della Toscana approvato dal Consiglio regionale il 2 luglio scorso che sta ricevendo molte osservazioni e critiche  da parte dei soggetti pubblici e privati. I più duri vengono dai Consorzi viticoli

30 settembre 2014 | C. S.

Un piano paesaggistico così "non s'ha da fare", e "va in gran parte cancellato", perché "contiene un approccio ideologico e punta a demonizzare i vigneti della Toscana". Questo il messaggio giunto al'assessore regionale all'agricoltura dai principali consorzi del vino della Toscana, nei confronti del Piano paesaggistico della Toscana. A illustrare la posizione del mondo del vino sono stati oggi i presidenti del Chianti Classico Sergio Zingarelli, del Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci e del Chianti Giovanni Busi. E' stato anche presentato un documento con le osservazioni al piano sottoscritto da 20 consorzi della Toscana.

"Nella lunga storia dei consorzi toscani - hanno sottolineato - raramente si è raggiunta una così ampia unitarietà d'intenti, a dimostrazione del fatto che tutto il settore vitivinicolo toscano condivide la stesa preoccupazione.

Il piano ha una visione profondamente anacronistica e sbagliata della viticultura moderna, tanto che quella specializzata viene definita come una delle criticità più rilevanti per l'assetto paesaggistico della Toscana". Per i consorzi del vino "dalla Regione ci è stato presentata una scheda tipo con le modifiche che potrebbero essere apportate nel piano. I cambiamenti ci sono ma restano delle criticità come quella sui vigneti specializzati. Siamo fiduciosi sulle aperture fatte ma vogliamo vedere il documento finale. Il piano andrebbe in gran parte cancellato".

Meno conflittuale la posizione dell'Assocaizone nazionale Città del Vino. Innanzitutto l’Associazione ritiene che il Piano, pur in presenza di criticità, non sia poi così negativo come parte del mondo del vino toscano lo sta dipingendo. "La libertà di realizzare nuovi vigneti è un falso problema -afferma Paolo Benvenuti, direttore dell'Associazione Nazionale Città del Vino - perché il sistema è contingentato e anche l'Italia e tutti i portatori di interessi, compresi i Consorzi di tutela, si sono espressi contro la liberalizzazione dei diritti d'impianto, congelata fino al 2018. Il settore vitivinicolo è comunque dentro la nuova Politica Agricola Comune che, di fatto, condiziona la sovranità del settore". Il paesaggio rurale comunque cambia affinché le imprese agricole possano esistere; pertanto non è possibile frenarne il mutamento, bensì occorre governarlo perché sia sostenibile; al bello non si deve rinunciare perché quel “bello” ha anche un valore economico, e i produttori vitivinicoli lo sanno bene. Questi i presupposti che stanno alla base delle osservazioni sul PIT presentate alla Regione Toscana dall’Associazione Città del Vino, secondo la quale la sfida sta tutta nel saper governare i cambiamenti imposti dall'evoluzione economica, stando attenti a non perdere quella qualità che distingue il rapporto tra il territorio (il paesaggio) e le produzioni agricole (la viticoltura, nel nostro caso).

Il Piano offre, secondo l’Associazione, un’ampia e dettagliata analisi del territorio toscano, e offre anche indicazioni tecniche e scientifiche, ad esempio, su come è opportuno fare oggi nuovi vigneti in rapporto la suolo e alle caratteristiche dell’ambiente. Il problema, semmai è che il Piano non contiene indicazioni su quali risorse finanziarie vi sono per incentivare i produttori ad intervenire nella tutela diretta del paesaggio ed è evidente il mancato coordinamento tra le prescrizioni paesaggistiche del Piano e ciò che prevede il Piano di Sviluppo Regionale agricolo: urbanistica e agricoltura avrebbero dovuto dialogare di più per evitare che si generasse una contrapposizione, a volte ideologica e poco pratica, sul “paesaggio cartolina” che in realtà nessuno vuole. L’Associazione Città del Vino sollecita per l’ennesima volta la realizzazione di una carta approfondita della vocazionalità dei suoli toscani, che il Piano attuale non presenta, e che aiuterebbe molto imprese e enti locali a fare le migliori scelte possibili di gestione del territorio.
L’Associazione Città del Vino considera, infine, molto positivo il fatto che il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi abbia dichiarato di voler chiedere all’Unesco il riconoscimento del paesaggio toscano come patrimonio dell'umanità quando il PIT sarà stato definitivamente adottato.

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