Italia

Una centrale di 137 megaWatt a olio lampante

La proposta viene dal Salento. Meglio questa soluzione, che permetterebbe di mantenere in vita 80 mila ettari olivetati, che occupare 400 ettari con impianti fotovoltaici

05 marzo 2011 | T N

Coldiretti Lecce, Confagricoltura Brindisi e La Casa dell'ulivo unite nella proposta di valorizzazione energetica dell'olio lampante - Il Presidente della Coldiretti di Lecce Ing. Pantaleo Piccino, il Direttore della Confagricoltura di Brindisi Dott. Agr. Adriano Abate e il Direttore della Casa dell'olivo di Leverano Francesco Caricato hanno proposto al Tavolo Interprovinciale dello scorso 28 novembre 2011 che l'olio lampante prodotto nel Grande Salento diventi una biomassa da valorizzare trasformandola in energia. Dobbiamo ricordare che nel Grande Salento si produce una grande quantità di olio lampante e che per il commercio seppure può andare avanti in maniera autonoma vi è la necessita di essere legato alle raffinerie che non sono presenti nel Salento. Ma accade che non si raccolgono più le olive da terra e ciò è un duro colpo al sistema di impianti trasformazione, che si è ridotto a meno di un terzo di quello che era tradizionalmente. Rischiamo che salti il sistema produttivo di secondo livello.
Allora non resta che bruciare l'olio lampante? Pare che sia l'unico sistema praticamente attuabile per dare respiro all'olivicoltura, che è storicamente agroenergetica, non nasce cioè per sfamare ma per produrre energia. Il nodo sta nella capacità di una centrale di pagare il prodotto, tenendo presente anche che si ricevono ogni anno 4 miliardi e mezzo per produrre energia da fonti rinnovabili, sarebbe ovvio per il Salento cercare di ritagliarsi un piccolo sistema autoincentivante di energia.
L'olio lampante che è di qualità scadente può, in maniera sostenibile, servire per la produzione di energia.


In una sua nota l'Ing. Pantaleo Piccino scriveva: "E poi il lampante. L'olivicoltura salentina ha fatto passi da gigante sul piano della qualità. Ma produce ancora una grande quantità di olio lampante. Lo ha sempre prodotto. Lo produce. Sempre lo produrrà. Per non produrre più olio lampante dovremmo abbattere gli ulivi secolari e sostituirli con impianti giovani. Non lo possiamo fare e non lo vogliamo fare. L'olio lampante viene destinato alle raffinerie e molto spesso ce lo ritroviamo nelle bottiglie di finto extravergine. Possiamo essere servi a vita di un'industria che fa cartello e decide il prezzo sulla nostra pelle? Per progettare correttamente il futuro dobbiamo guardare il nostro passato. L'olivicoltura salentina è stata storicamente una olivicoltura energetica. Dai porti di Gallipoli e Otranto partivano navi cariche di olio lampante destinato ad illuminare tutta l'Europa. Da lì nasce la ricchezza del Salento, la bellezza dei centri storici. Dall'olio lampante. E allora se deve essere federalismo, che federalismo sia. Se deve essere federalismo energetico che federalismo energetico sia. Facciamo approvare dal Governo uno speciale conto energia per l'olivicoltura salentina. Se ci danno la stessa incentivazione del fotovoltaico si può pagare l'olio lampante a 2.20 euro al chilo. E allora per la prima volta potremmo dire ai commercianti: lo vuoi l'olio? Me lo paghi a quanto? O me lo paghi al mio prezzo oppure lo brucio. Lo brucio. Perché è meglio bruciarlo che fare ancora arricchire gente sul nostro lavoro. È vero: l'agricoltura deve sfamare il mondo. Ma prima di sfamare il mondo abbiamo il dovere di sfamare le nostre famiglia".

La proposta di Coldiretti di realizzare un impianto a olio lampante di 137 MegaWatt - Se si costruisse un impianto fotovoltaici di 137 megaWatt dovremmo ricoprire di pannelli fotovoltaici ben 400 ettari di terreno, invece lo stesso impianto se alimentato con olio lampante assorbirebbe l'intera produzione del Salento leccese senza devastare il Paesaggio rurale. I calcoli di Coldiretti sono stati fatti per assorbire la produzione di olio lampante di 80mila ettari di oliveto. La stessa proposta è a costo zero per lo Stato perché dovrebbe spostare le risorse degli aiuti previsti per le energie rinnovabili alle centrali che utilizzano l'olio lampante.

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