Italia

Calabria, frena lo sviluppo rurale nonostante i consistenti aiuti del Psr

Il grido d'allarme dell'agronomo Giovanni Perri: il tessuto produttivo è fragile e ancora bisognoso dei finanziamenti comunitari. Molte imprese sono caratterizzate da piccole e medie aziende, i cui protagonisti spesso operano in condizioni e in contesti produttivi poveri

08 gennaio 2011 | Giovanni Perri



In Calabria gli aiuti comunitari hanno sempre svolto un ruolo e una funzione largamente positiva per quanto attiene lo sviluppo dell’agricoltura e dell’economia in generale.

Per il futuro, e più specificatamente dopo i deludenti risultati della programmazione degli anni 2000-2006 e 2007-2013, c’è un generale orientamento da parte di alcuni Paesi membri dell’Ue di togliere i finanziamenti a sostegno dello sviluppo rurale, mentre produttori e consumatori, in primis dei Paesi in forte ritardo di sviluppo agricolo, avvertono l’esigenza di mantenere gli aiuti dei titoli PAC, ovvero gli incentivi comunitari, caratterizzati attualmente dai premi unici forfetari.

Degli aiuti comunitari la Calabria ne ha ancora urgente bisogno, in considerazione del fatto che il tessuto produttivo è fragile e pertanto ancora meritevole dei finanziamenti comunitari poiché molte imprese sono caratterizzate da piccole e medie aziende, i cui protagonisti spesso operano in condizioni ed in contesti produttivi poveri (aree interne), ma capaci di dare notevoli contributi in direzione della tutela, difesa dell’ambiente e salvaguardia del territori.

La nuova programmazione dei fondi comunitari dovrà essere ancora di più finalizzata alla individuazione, tutela, salvaguardia e valorizzazione delle risorse agronomiche, forestali, naturali ed occuparsi anche degli aspetti culturali, umani e paesaggistici, finalizzati a raggiungere obiettivi di economia di mercato e a perseguire un miglioramento generale dell’ambiente e del territorio, soprattutto suolo, acqua, aria, compreso l’uso economico sostenibile con le esigenze dell’ambiente, puntando essenzialmente su standard qualitativi e di sicurezza alimentare, stabilità dei prezzi, manutenzione del territorio, qualità del paesaggio e della vita, mitigazione dell’inquinamento ambientale

In Calabria si avverte pertanto l’esigenza, anche alla luce delle esperienze precedenti, di procedure con meno vincoli e al servizio degli imprenditori, anche perché questa importante Istituzione europea, istituita con il famoso trattato di Roma nel lontano1957, è stata concepita per valorizzare il ruolo degli agricoltori, promuovere il territorio e migliorare la qualità delle produzioni alimentari che finiscono sulle tavole dei consumatori, contribuendo così a rafforzare il settore nel suo insieme.

La distribuzione finanziaria tra i quattro Assi in termini di valore assoluto e in quota percentuale, in coerenza con il Piano Strategico Nazionale e con quanto approvato tempo fa dalla Giunta Regionale per la somma complessiva di euro1.084.071.304 è stata così ripartita:


A loro volta la dotazione complessiva del PSR dei quattro assi finanziari è stato programmata sulla previsione di una serie di azioni, cosiddette misure, finalizzate alla crescita e all’innovazione tecnologica delle aziende, con interventi di qualificazione e riqualificazione dei servizi in modo da affrontare le sfide della competizione in un mercato sempre più globale, al fine di creare maggiore valore aggiunto a beneficio degli agricoltori.

La strategia operativa del PSR che si è data la Regione Calabria, purtroppo, non ha viaggiato, così come previsto dal Piano Strategico Regionale, di fatto non ha privilegiato sempre e significativamente le produzioni agricole, la competitività delle aziende e conseguentemente tutte le attività inglobate tra di loro, poiché a livello operativo è probabilmente mancato l’approccio multisettoriale, unitamente alla mancata semplificazione delle procedure attuative che di fatto hanno influenzato negativamente la flessibilità degli interventi, la sussidiarietà e la non efficienza ed efficacia del partenariato pubblico e privato, soprattutto per quanto attiene i PIF (progetti integrati di filiera).

Il mancato utilizzo di tutte le risorse comunitarie dell’intera dotazione finanziaria comunitaria, nonostante la pubblicazione dei relativi bandi e più specificatamente quelli riguardanti le iniziative progettuali afferenti alle misure n.121 (ammodernamento delle aziende agricole), n.123 (accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali) dell’asse 1, ovverosia “miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale”, lascia molto stupore e amarezza tra gli imprenditori ed operatori del settore difficilmente riescono a giustificare il fatto che i bandi in questione molto appetiti ed attrattivi dal mondo produttivo, non vengono concretizzati a livello operativo e strutturale ed innescata la retromarcia per annullarli, revocarli e ripubblicarli.

E’ auspicabile che i nuovi bandi sostitutivi degli anni precedenti, misure 121 e 123 del PSR 2007 si concretizzino entro tempi brevi, così come ci ha assicurato in questi giorni l’assessore Michele Trematerra, e che vengano selezionate e finanziate iniziative imprenditoriali in grado di incidere concretamente sul miglioramento della competitività del settore, basate su validità progettuali, sull’uso corretto e sulla sostenibilità delle risorse territoriali, storiche, ambientali e paesaggistiche che caratterizzano l’intero territorio calabrese.


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