Gastronomia
Ecco perché le olive non devono mai mancare dalla tavola
Le olive da tavola e da mensa sono un pezzo di storia della gastronomia italiana ma anche un concentrato di benessere per chi soffre di pressione alta
06 dicembre 2023 | T N
Il frutto dell’olivo è una drupa, al pari della mandorla, albicocca, ciliegia, prugna, pesca ma anche del caffè.
Le olive sono un frutto che contiene pochi zuccheri, dal 2,6 al 6% rispetto al 12-30% delle drupe di altre specie, ma un’elevata percentuale di olio (12-30%), variabile in funzione dell’anno e della cultivar.
Le olive contengono anche molti polifenoli, tra cui l’oleuropeina, che dà sapore molto amaro. Per questo le olive non sono direttamente commestibili dopo il raccolto e devono essere sottoposte a una serie di trattamenti, diversi a seconda delle regioni e delle cultivar. Fanno eccezione tuttavia alcune olive che maturando diventano dolci sull’albero, in genere a causa di fenomeni fermentativi. È il caso della varietà greca Throumbolia.
Il consumo di olive: una storia che viene dal passato
Le olive sono state consumate fin dall’antichità tanto che resti nel sono rimasti fin dall’epoca preistorica, prima ancora che dalle olive si iniziasse a estrarre l’olio.
Nella dieta dei soldati greci e romani fin dall’antichità le olive conservate costituivano parte del rancio, servite nelle taverne e nei luoghi di ristoro come spuntino per rompere il digiuno nel corso della giornata o per accompagnare il bicchiere di vino, rappresentando così il primo tipo di snack della storia.
Marco Porcio Catone (234 a.C.149 a.C.) soprannominato il Vecchio o il Censore, dedicò un trattato per illustrare le tecniche di conservazione delle olive, sia verdi che nere, sia intere che spezzate, dalla salamoia alla semplice immersione nell’acqua, aromatizzate sia col finocchio secco che con i frutti di lentisco.
In epoca imperiale le olive si servivano in tutte le cene, anche in quelle più importanti: come diceva Marziale, esse costituivano sia l'inizio che la fine del pasto, venivano cioè, sia portate come antipasti, sia offerte quando, finito di mangiare, ci si intratteneva a bere.
Oggi le olive da tavola vengono consumate molto specialmente in alcuni paesi arabi ma in generale in tutto il Mediterraneo ma non dovrebbero mancare mai sulle tavole, per via delle loro preziose prorietà per la salute.
A cosa fanno bene le olive? L'effetto sulla pressione sanguigna
Le olive da tavola sono un alimento ad alto contenuto di composti bioattivi con proprietà cardioprotettive, come l'acido oleico, i polifenoli e i triterpeni pentaciclici.
Diverse ricerche si sono concentrate sull’effetto dell'assunzione di olive da tavola sulla pressione sanguigna (BP) e sul peso corporeo, in particolare in soggetti ipertesi.
Nei soggetti ipertesi la singola dose ha indotto una riduzione transitoria della pressione sanguigna di circa 15 mmHg, dalla seconda alla decima ora dopo la somministrazione. Nel test a lungo termine, una riduzione simile si è stabilita nella seconda settimana ed è stata mantenuta per tutta la durata dell’assunzione di olive.
L’uso di olive, con moderazione, non ha influeno il loro peso corporeo e aumentano i contenuti di acido maslinico, acido oleanolico, idrossitirosolo e luteolina nel plasma, tutti composti con la capacità di ridurre la pressione sanguigna.
L’assunzione giornaliera di olive da tavola può ridurre la pressione sanguigna nell'ipertensione senza influenzare il peso corporeo, indicando che le olive da tavola potrebbero contribuire a migliorare la salute cardiovascolare.
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