Gastronomia

Un mini decalogo per scegliere l'olio extra vergine di oliva giusto per casa

Alcune semplici regole per non farsi fregare da pubblicità e offerte promozionali. In sei punti alcuni consigli e suggerimenti da parte degli assaggiatori di Onaoo per scegliere l'olio extra vergine di oliva più giusto per ogni occasione

13 settembre 2016 | C. S.

Onaoo (Organizzazione nazionale assaggiatori olio d’oliva) ha deciso di proporre un mini decalogo per scegliere l'olio extra vergine di oliva più giusto a casa.

Lo fa pochi giorni prima della tre giorni di seminari e aggiornamenti che si terranno a Imperia proprio sul re dei grassi.

Ecco le regole da seguire per scegliere:

1 - Non limitarsi ad un solo tipo di olio ma, come per i vini, cominciare ad abbinare l’olio giusto ad ogni piatto, tenendo presente che tutti gli oli, invecchiando, hanno un degrado qualitativo. Il consiglio è di avere almeno tre bottiglie di diverse tipologie (1 fruttato leggero, 1 fruttato intenso, 1 medio).

2 - Considerare il gusto. Un olio è buono se non presenta all’assaggio sentori negativi, se ha un sapore “fruttato” ed è seguito da un retrogusto leggermente amaro o piccante, la cui presenza è un dato assolutamente positivo e non c’entra nulla con l’acidità. Un olio ha come nota principale il fruttato di oliva ed è seguito da altri sentori aromatici al carciofo, mandorla, mela. Tutte le sfumature delle note vegetali sono assolutamente positive.

3 - Analizzare il profumo, che deve ricordare quello del frutto dell’oliva sana e colta al giusto grado di maturazione.

4 - L’ extra-vergine economico per le fritture è comunque preferibile rispetto all’uso dell’olio di semi. Inoltre, anche l’olio d’oliva, spesso non preso in considerazione, è un buon olio per friggere.

5 - L’espressione “spremitura a freddo”, con la quale si intende la lavorazione entro una temperatura di 27 gradi, non è sinonimo assoluto di qualità, anche se in sé si tratta di una procedura di spremitura superiore.

6 - Sono numerosi i consorzi che emettono etichette DOP o IGP. E’ bene sempre controllare la presenza della certificazione sull’etichetta. Non è sicuramente una garanzia al 100% della qualità del prodotto, ma è lo strumento migliore per valutare e per legge, oggi, è obbligatorio indicare in etichetta le origini degli oli che sono stati utilizzati. (AGI)

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