Gastronomia

Gli italiani amano il cibo di strada, ma solo se 100% made in Italy

02 settembre 2013 | C. S.

Quasi 3 italiani su 4 (73 per cento) hanno acquistato cibo di strada facendo registrare un vero e proprio boom per questa nuova forma alternativa di ristorazione low cost, nel tempo della crisi. E’ quanto emerge da un sondaggio on line condotto dal sito www.coldiretti.it dal quale si evidenzia un incredibile successo dello “street food”, costituito da quegli alimenti già pronti per il consumo, che sono preparati o venduti soprattutto in strada.

Un fenomeno che - stima la Coldiretti - ha contagiato 35 milioni di italiani perché concilia l’esigenza del risparmio con la scoperta del territorio e dei suoi prodotti tipici da poter gustare proprio in strada passeggiando. Lo dimostra il fatto che nelle città d’arte, al mare, in campagna o in montagna il cibo di strada preferito da quasi la metà dei vacanzieri (45 per cento) è - sottolinea la Coldiretti - quello locale che va dalla piadina agli arrosticini fino agli arancini, mentre il 24 per cento predilige quello internazionale come gli hot dog e solo il 4 per cento sceglie i cibi etnici come il kebab, in netto calo rispetto al passato.

Nel mito del cibo di strada infatti - continua la Coldiretti – l’Italia con le sue numerosissime golosità gastronomiche non è seconda a nessuno e può vantare una tradizione millenaria come dimostrano le diverse specialità locali apprezzate dagli amanti dello street food come gli arancini siciliani, la piadina romagnola, le olive ascolane, i filetti di baccalà romano, gli arrosticini abruzzesi, la polenta fritta veneta, le focacce liguri, il pesce fritto nelle diverse località marittime e gli immancabili panini ripieni con le tipiche farciture locali che vanno dai salumi ai formaggi senza dimenticare l’immancabile porchetta. Non mancano i dolci come i cannoli siciliani ma anche le crostate casalinghe che si trovano spesso nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Bisogna considerare che essendo il cibo di strada legato, nella maggior parte dei casi, alle tradizioni culinarie del territorio è l’unica forma di ristorazione meno soggetta all’influenza delle mode gastronomiche e alla distorsione delle ricette tipiche. Non mancano però - precisa la Coldiretti - le novità con la crescente offerta di prodotti salutistici come la frutta presentata in tutte le diverse forme, dai frullati ai pezzettoni, insieme alla classica fetta d’anguria.

Questi - afferma la Coldiretti - sono solo alcuni esempi della grande tradizione del cibo di strada italiano che ha trovato la massima espressione proprio durante l’estate 2013 segnata da un forte calo delle presenze in ristoranti, trattorie e pizzerie che ben l’11 per cento degli italiani è stato costretto a tagliare per effetto della crisi secondo una indagine Coldiretti Ipr marketing. Una tendenza che ha però fatto moltiplicare le presenze nelle sagre e feste di paese organizzate in tutta Italia dove in molti hanno colto l’occasione per mangiare all’aria aperta anche grazie ai mercati, alle botteghe e agli spacci aziendali degli agricoltori di “Campagna Amica”, che possono contare su quasi diecimila punti vendita in tutta Italia dove e possibile acquistare i prodotti agricoli e alimentari del territorio a chilometri zero.

Il fenomeno del cibo di strada - conclude la Coldiretti - ha pero’ radici molto antiche che risalgono sino al tempo dei Romani dove gran parte della popolazione era solita gustare molto spesso i pasti in piedi e velocemente in locali aperti in prossimità della strada.

 

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