Gastronomia

Quando vincono le idee e la cultura, anche il cibo diventa perno dell’economia

Laurea honoris causa in Scienze gastronomiche a Gualtiero Marchesi. La Facoltà di Agraria dell’Università di Parma ha conferito il prestigioso titolo a una figura cardine del mondo alimentare italiano. Premiate le sue competenze tecniche e manageriali, ma soprattutto la progettualità concepita per il lungo periodo

13 ottobre 2012 | Maria Carla Squeo

"Ognuno di noi crea nel dorso della vita un suo modo di essere, una propria via, che nasce e prende forma con il tempo e l'esperienza. La mia via io non l'ho costruita, non l'ho creata, non me la sono imposta, e' nata con me; e' sempre stata dentro di me". E' con queste parole che inizia la lectio doctoralis di Gualtiero Marchesi in occasione del conferimento della Laurea Magistrale Honoris causa in Scienze gastronomiche.   Ero io e il direttore Luigi Caricato alla cerimonia di assegnazione del prestigioso titolo che la Facoltà di Agraria dell'Universita di Parma ha voluto assegnare al cavalier Marchesi, per tutti il Maestro, e' proprio il caso di dire.  

Luigi Caricato sostiene che tale riconoscimento giunge in ritardo, perché una figura di grande spessore come Marchesi meritava da tempo un simile riconoscimento. Ma i riconoscimenti in verità non sono mai mancati per coronare il genio di Marchesi.   Nel 1990 l'allora Ministro della cultura in Francia assegnò l'onorificenza di Chevalier fans l'ordre des arts et des lettres, ma Marchesi - e' giusto ribadirlo - e' commendatore e cavaliere della Repubblica Italiana, e tante altre onorificenze prestigiose sono state assegnate al nostro più geniale cuoco.

Ciò che invece più preme evidenziare e' la la grande capacita', da parte dell'Universita di Parma, di assegnare una laurea Honoris causa, che e' un gesto molto importante, più di ogni altra onorificenza, perché significa attribuire a Marchesi, per ciò che ha realizzato, un ruolo di primo piano quale uomo di cultura. L'aver assegnato la laurea Honoris causa equivale a un passaggio culturale che finora non era stato mai preso in considerazione: dare cioè a un cuoco una laurea che e' tutt'altra cosa rispetto a un qualsiasi titolo onorifico, per quanto prestigioso. Lo ha ribadito molto chiaramente il professor Erasmo Neviani, preside della Facoltà di agraria.  

Ciò che e' stato giustamente evidenziato e' il ruolo assunto in tutti questi anni non solo dei traguardi professionali raggiunti da Marchesi in cucina, e dunque nell'arte culinaria, ma anche nella "gestione di impresa di alto livello e di indiscutibile pregio".  

Ecco la motivazione con cui e' stata assegnata la laurea Honoris causa in scienze gastronomiche: "Il cavaliere Gualtiero Marchesi, nel suo percorso professionale, identifica quanto di meglio attiene al mondo dell'arte culinaria e delle scienze gastronomiche. Primo tra tutti, e guida per innumerevoli chef delle generazioni che seguiranno, Gualtiero Marchesi approccia il mondo della cucina su basi culturali e scientifiche che vanno ben oltre la semplice tecnica culinaria. L'attività svolta dal cav. Marchesi dimostra in modo chiaro e sostanziato come le sue competenze specifiche dell'alta qualificazione gastronomica previste dal corso di laurea in scienze gastronomiche".  

Secondo il rettore dell'Universita di Parma, professor Gino Ferretti, il laureato ad honorem entra a tutti gli effetti a far parte della comunità accademica. Chiamatelo pure dottore, dunque, ma per tutti - fatemelo pur dire - Gualtiero Marchesi e' il Maestro.   Noi, per omaggiarne la figura, abbiamo il piacere di proporvi in lettura tutti gli editoriali di Gualtiero Marchesi pubblicati su Teatro Naturale, grazie al meritorio lavoro del direttore Luigi Caricato che ha arricchito il giornale di firme prestigiose e di grande spessore nel corso degli anni.

 

ALCUNI EDITORIALI DI GUALTIERO MARCHESI PER TEATRO NATURALE

La cucina è un Teatro Naturale

A ciascuno il suo

Cogli l'attimo

La logica delle cose semplici

Ancora una volta la materia

Cibo per la mente

Lo smilzo, il curvo, il gobbo

Bisogna imparare a masticare

Pane e salame, modello 161

Ma dove è finito il maître des plaisirs?

Riso nero all'oro bianco

Quando è buono è buono

Come nasce un quadro da un piatto

Alcune cose che ho imparato

Il profumo del piatto

Shanghai andata e ritorno

Oliato o condito?

Un ponte tra passato e presente

Nord-Centro-Sud, Meridiani d'Italia

Dove va la cucina oggi?

 

Eccetera, eccetera

 

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Vincenzo Lo Scalzo

13 ottobre 2012 ore 09:33

L'edizione della Guida è del 1993, editore Rizzoli.

Vincenzo Lo Scalzo

13 ottobre 2012 ore 09:32

A Maria Carla ricordo la Guida ai ristoranti d'Italia della Accademia Italiana della Cucina del 1992, che ai tempi apriva i capitoli di ciascuna regione con un editoriale di presentazione delle caratteristiche storiche, di tradizione e di evoluzione della specifica regionalità. Nell'edizione citata firmo esplicitamente quanto Gualtiero avesse già conseguito, come "uno dei pochi italiani studiosi approfonditi, ricercatori ed autori di gastronomia" e ne ritraggo le doti ed il legame con il "mondo" quanto con le radici familiari regionali che non ha mai rinnegato quanto il valore che ha sempre esaltato nella "qualità delle materie prime".
Gualtiero è amico rispettato e rispettoso con cui ci si confronta e ci si arricchisce con il piacere soddisfatto. La "cucina lombarda così rinnovata e stimolata ha riscoperto anche le sue origini, è tornata a non avere vergogna di una proposta anche rustica e paesana: la tavolozza dell'offerta si è arricchita...". Da Mastro Martino a Gualtiero Marchesi, il percorso era decaduto solo nel ventesimo secolo in termini di fama e confronto con la fama delle cucine piemintesi e venete. Infine Milano era in piena, dopo Sforza e Visconti, svolge il ruolo di "Città aperta" al protaginismo di "Marchesi del XX secolo".
Mi rallegro di "omaggiarne la figura" anche nel piacere di unire questa testimonianza datata da decenni di un sincero rapporto di stima, anche durante la stagione di critiche che non tenevano conto del complesso decorso di "arricchimento del patrimonio culturale necessario per ogni riscoperta rivisitata."
Grazie, Gualtiero!