Economia

Speciale export Germania / 2. L’olio d’oliva italiano perde quota, occorre aggredire il mercato

L’Italia continua a mantenere una posizione dominante ma è ora di domandarsi cosa non sta funzionando in questi ultimi anni

29 novembre 2008 | Duccio Morozzo della Rocca

Con circa il 75% del mercato l’olio di oliva a marchio italiano ha una posizione dominante nelle preferenze del consumatore tedesco.
Una quota davvero importante che va però confrontata con quella del 2003, quando l’olio italiano occupava ben l’86,9% del mercato.
Il 2008 non è comunque andato male per il nostro Paese, è stato ottimo per la Francia, la Spagna ha mantenuto una posizione stabile mentre la Turchia e la Grecia stanno riscontrando notevoli difficoltà. Molti nuovi Paesi dell’olio di oliva, infine, hanno oggi trovato terreno fertile in Germania aumentando considerevolmente le vendite, anche se parliamo ancora di quote piuttosto modeste di mercato.
Dopo anni di crescita costante della domanda di olio di oliva si può oggi affermare che il suo uso non è più soltanto una moda ma oramai un’abitudine vicina al gusto di buona parte dei consumatori.
Un gusto che sia le multinazionali sia molte piccole e medie aziende hanno cercato di interpretare imbottigliando oli di oliva arricchiti con varie spezie, (al rosmarino, al peperoncino, alla salvia,…), o mescolati con altri oli vegetali per arrivare anche a quei consumatori attratti dai benefici dell’olio di oliva e dalla cucina mediterranea ma per i quali questo prodotto è ancora troppo aggressivo.

Una questione di grassi
D’altra parte, tradizionalmente il settore dei grassi e degli oli in Germania è stato da sempre dominato da burro e margarina. Solo negli ultimi anni è cresciuta la domanda di oli di origine vegetale e tra di essi l’olio di oliva ha rivestito un ruolo di grande rilievo, grazie soprattutto alla diffusione della dieta mediterranea e grazie alla maggiore attenzione verso un’alimentazione sana ed equilibrata.
Dai primi anni novanta ad oggi la sua domanda di olio di oliva è infatti aumentata vertiginosamente, specialmente nei grandi centri urbani e tra la popolazione più istruita e di reddito medio alto.
Ciò nonostante, il consumo di olio d’oliva in Germania rimane ancora ad un livello quantitativo pro capite molto basso, inferiore ad 1 lt. per anno, anche se il consumatore medio riconosce all’extra vergine pregi organolettici e salutistici.

Abbiamo chiesto un parere sulla situazione dell’olio di oliva in Germania al Direttore dell’Ice di Berlino Ines Aronadio.

- Quale è la situazione attuale dell’olio di oliva italiano in Germania?
Il mercato dell’olio d’oliva in Germania è oggi molto complesso e questo si riflette anche sull’ampia variabilità dei prezzi al consumo che spesso non sono giustificativi dei costi di produzione reali. Si suppone infatti che a livelli bassi di prezzo il contenuto di oli commercializzati come italiani sia in realtà una miscela di oli di altre provenienze.

- Come si posiziona nelle preferenze dei consumatori?
L’alimentazione del consumatore tedesco si basa storicamente sull’uso di grassi di origine animale (burro, spesso di gusto e sapori di alta qualità); l’olio d’oliva, suggerito sempre più di frequente dai medici e dai cuochi di successo, rimane tuttavia confinato ad un commercio marginale. Non si intravedono pertanto al momento, nonostante il riconosciuto valore nutritivo, ulteriori prospettive di crescita. Il mercato tedesco dell’olio d’oliva rimane un mercato ancora da costruire.

- Quali fiere od eventi possono essere interessanti per un nostro produttore?
Come per il vino, l’azienda agroalimentare italiana che vuole aprirsi al commercio internazionale può utilizzare efficacemente il sistema fieristico tedesco che offre un’alta specializzazione merceologica ed una vetrina concretamente internazionale. Manifestazioni quali l’Anuga di Colonia, la Fruitlogistica di Berlino, la Prowein di Düsseldorf, solo per citare le principali danno l’opportunità di incontrare gli operatori del commercio tedesco, ma anche quelli provenienti dai grandi mercati degli altri continenti. Per il mercato tedesco inoltre sempre più frequentemente vengono organizzate manifestazioni espositive di carattere misto ( commercio e consumatori) adatte alle piccole imprese che puntano ad aree commerciali regionali in Germania. L’ICE organizza alle principali fiere internazionali collettive di aziende, coordinate anche per il tramite delle istituzioni regionali, con una serie di servizi che agevolano una presentazione aziendale qualificata per la Germania. Buona parte delle attività di marketing aziendale vengono da alcuni anni sviluppate in collaborazione con le Regioni attraverso in particolare l’organizzazione di workshop ed incontri d’affari con operatori tedeschi, selezionati dagli Uffici dell’ICE in Germania, ed inviati in missione in Italia.

- Ad un produttore di olio che vuole entrare in questo mercato cosa consiglierebbe?
Considerata la ristrettezza del mercato introdurre un nuovo olio o un nuovo produttore risulta al momento molto difficile. La stessa partecipazione alle fiere internazionali, per il mercato tedesco, risulta piuttosto deludente. Rimane il tentativo di sperimentare, anche in questo caso, il sondaggio di mercato, per la verifica eventuale di distributori che abbiano l’intenzione di rinnovare il listino. Molto spesso la vendita di olio è collegata alla distribuzione di altri prodotti, in particolare alla vendita di vino, ma anche della pasta, di sughi e conserve.



Si perde terreno
L’Italia sta dunque perdendo terreno in un Paese dove storicamente è sempre stata leader di mercato ed è probabilmente giunto il tempo di domandarsi cosa non sta funzionando in questi ultimi anni.
Il nostro Paese ha infatti sempre saputo sfruttare al meglio la sua immagine in Germania associando il suo nome al cibo di qualità, garantendo l’origine, l’ottimo design, sapendo conferire quel valore aggiunto che giustifica il prezzo più elevato rispetto a competitors come la Spagna.
Per il consumatore tedesco, l’utilizzo di olio di oliva italiano ha rappresentato e rappresenta un avvicinamento alla cucina italiana e, per estensione, ad uno stile di vita raffinato e sano.

La stampa tedesca, soprattutto quella specializzata, dedica ormai da anni ampi spazi all’olio di oliva promuovendo e criticando. Il Feinschmecker, tra le più importanti riviste del settore, ha denunciato, per esempio, la commercializzazione da parte di alcuni grandi marchi di discount di olio extra vergine che non rispetta le caratteristiche di legge. Molti altri sono gli scandali venuti fuori negli ultimi anni, che spesso hanno riguardato sedicenti oli italiani.
In un mercato fedele all’olio di oliva italiano come quello tedesco, al primo posto dobbiamo mettere la trasparenza per non perdere la grande fiducia costruita pazientemente in tanti anni con i consumatori tedeschi.



UN REPORTAGE A PUNTATE
A cura di Duccio Morozzo della Rocca

0. Appunti di viaggio. Dove vendere, come vendere: link esterno

1. Speciale export Corea / 1. Quali sono i margini per l’olio di oliva made in Italy?:
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2. Speciale export Corea / 2. L’exploit del vino, un tuffo nell'ottimismo:
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3. Speciale export Germania / 1. Il vino italiano? E' il più venduto tra quelli d'importazione:
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