Economia 22/02/2024

La crisi del grano italiano è colpa di Russia e Turchia

La crisi del grano italiano è colpa di Russia e Turchia

Dopo il Canada, Turchia e Russia diventano i principali fornitori di grano duro per i pastifici italiani, causano la crisi dei prezzi


Il prezzo del grano duro, rimasto sostenuto per molto tempo, è calato improvvisamente in Italia e la colpa non sarebbe del Canada e del suo grano al glifosato ma di Turchia e Russia.

Secondo un'analisi del Centro Studi Divulga in Italia lo scorso anno si è registrato un considerevole aumento (+130% su base tendenziale) delle importazioni di grano duro proveniente da Paesi Extra-Ue. A trainare questa crescita l’import di frumento duro proveniente appunto da Turchia e Russia, divenute rispettivamente secondo e terzo fornitore italiano, precedute da Canada +83% (che resta primo fornitore) e Kazakhstan +164%. Dati rilevanti per l’import di grano duro dalla Russia, che con più di 400mila tonnellate (+1164% rispetto a prima della guerra) è diventato nel 2023 il terzo fornitore del nostro Paese dopo Canada e Turchia.

La situazione, in base all’analisi del Centro Studi Divulga su dati Ismea ed Eurostat, è cambiata radicalmente a partire dal mese di luglio. Da quel momento, infatti, su un totale complessivo di 1,1 milioni di tonnellate di grano duro importate in Italia da Paesi Extra Ue (81% delle importazioni complessive europee), il grano duro turco rappresenta il 37% mentre quello russo il 31,4%.

La forte crescita delle importazioni da questi Paesi ha determinato evidenti riflessi sulle quotazioni interne: a partire da luglio, infatti, i prezzi del raccolto italiano 2023 sono calate in maniera significativa. A gennaio 2024 le quotazioni registrano un calo di oltre 70 euro a tonnellata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Se consideriamo invece le quotazioni registrate nel mese di giugno 2022 e pari a 577 euro/tonnellata i prezzi del frumento duro nazionale hanno subito un calo di circa 190 euro a tonnellata, pari a oltre il 33%. Gli arrivi dai Paesi Extra-Ue si sono moltiplicati proprio in concomitanza della fase di raccolta del grano italiano e dell’avvio della nuova campagna di commercializzazione.

di C. S.