Economia

L'AGROALIMENTARE FERMO DAVANTI A UN BIVIO. O SI ESPORTA O SI CHIUDE

In vista di Agrifood, al centro del dibattito c'è l'internazionalizzazione delle aziende e le vendite all’estero. Il futuro delle imprese agroalimentari italiane è nell’export, ma per competere bisogna avere gli strumenti giusti, purtroppo difficilmente alla portata delle piccole e medie imprese

03 novembre 2007 | C. S.

I consumi delle famiglie languono, ma questo non fermerà la crescita delle imprese agroalimentari italiane; basta attrezzarsi per vendere all’estero, dove il mercato tira. Fuori dai confini nazionali la congiuntura è favorevole e le opportunità da cogliere per espandere l’export, grazie alla qualità e all’appeal del made in Italy sono enormi.

Servono però gli strumenti giusti per affrontare la globalizzazione, cioè soldi, organizzazione, innovazione, marketing, promozione difficilmente alla portata delle piccole e medie imprese che pure caratterizzano il tessuto produttivo nazionale e che rappresentano circa il 50% del fatturato del settore. Lo ha capito Agrifood – Salone Internazionale dell’Alimentare Made in Italy (Verona, 16-18 novembre; www.agrifoodweb.it) che propone quest’anno un format innovativo, pensato proprio per sostenere e formare le PMI che vogliono accettare la sfida dell’internazionalizzazione.

L’alternativa alle scelte strategiche di ampio respiro che rilancino la competitività è chiudere l’attività. Per Federalimentare l’82% delle imprese è troppo piccola e continua a non essere a misura di globalizzazione.
Le potenzialità dell’export sono confermate dagli ultimi dati Istat, secondo i quali i prodotti dell’agricoltura e della pesca e quelli alimentari e delle bevande hanno messo a segno a settembre un aumento delle esportazioni rispettivamente del 7,8 e del 4,2% sullo stesso mese del 2006 e un incremento e del 13,2 e del 3,3% nei primi nove mesi del 2007. Questo nonostante la forza dell’euro e l’aumento dei prezzi delle materie prime agricole. Ottime performance in particolare nei mercati emergenti, quali Russia, Cina e Paesi dell’America Latina, oltre che nei Paesi medio-orientali esportatori di petrolio.

Nonostante ciò, l’orientamento all’export delle imprese italiane è ancora molto basso, addirittura sotto la media europea, e all’estero il nostro agroalimentare non riesce a contrastare la concorrenza sleale di chi falsifica i prodotti della nostra tradizione e del nostro ingegno gastronomico.
La formula innovativa di Agrifood offre quest’anno tre saloni in uno, dove le aziende partecipanti sono sia espositrici che fruitrici di servizi: ad Agrifood Expo c’è la vetrina dei prodotti per i buyer in arrivo da tutto il mondo; Agrifood Team è il luogo della formazione alle imprese, con focus sugli strumenti organizzativi, finanziari e assicurativi per l’internazionalizzazione, sulle strategie di marketing, sulla certificazione e sulla sicurezza alimentare, sulla cooperazione, ma anche di approfondimento sulla filiera e sui prodotti; infine c’è Agrifood Show, lo spazio interattivo della manifestazione, dove trader e operatori specializzati possono assaggiare i prodotti nel contesto della tradizione gastronomica che li ha generati.


Fonte: Veronafiere

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