Economia
Prezzi fermi per l'extra vergine d'oliva ma i costi schizzano alle stelle

L’olio extra vergine di oliva spagnolo mantiene quotazioni di 3,4 euro/kg, che salgono a 3,8 euro/kg per la migliore qualità. Si tratta di cifre molto vicine a quelle dell'olio di girasole e inferiori a quelle dell'olio di oliva
15 aprile 2022 | C. S.
La guerra russo-ucraina sta influenzando molto il mercato degli oli vegetali, con la scarsa disponibilità dell’olio di girasole che sta facendo schizzare le vendite, ma anche i prezzi, degli oli alternativi, in primis gli oli di oliva. E’ quanto emerge dalla tavola rotonda “il mercato dell’olio di oliva tra Covid e mercato” nel corso di Sol&Agrifood.
Gli oli di oliva stanno vivendo un vero e proprio boom, con prezzi dell’olio di sansa e di oliva che hanno superato rispettivamente i 3,5 euro/kg e i 4 euro/kg all’ingrosso. Si è quindi arrivati al paradosso che, in queste settimane, l’olio di oliva costi di più del top di gamma.
Infatti l’olio extra vergine di oliva spagnolo mantiene quotazioni di 3,4 euro/kg, che salgono a 3,8 euro/kg per la migliore qualità. L’olio extra vergine di oliva italiano invece supera di un euro al chilo quello dello spagnolo, premiando la tradizionale qualità della produzione nazionale.
“Al 1 di marzo la Spagna disponeva di una giacenza di oli di oliva di oltre 1,3 milioni di tonnellate, sufficienti alle esigenze delle famiglie europee e dell’industria alimentare. Approfittiamo di questa opportunità e serviamo il tonno in vero olio di oliva, friggiamo le patate fritte con olio di oliva e usiamo l’olio extra vergine di oliva per cucinare e friggere.” ha affermato Claudio Vignoli, consulente internazionale d’olio di oliva. Anche il Covid ha cambiato le abitudini di consumo, con una nuova attenzione per la provenienza e la qualità del prodotto scelto e l’asticella si è spostata verso l’alto. La guerra russo-ucraina ha aumentato gli accaparramenti alla fine di febbraio e marzo nella Grande Distribuzione e “potremmo avere un mese di aprile con livelli di vendita bassi nella GDO” ha concluso Vignoli.
Le difficoltà non mancano per i produttori, non solo per un mercato molto volatile, ma anche per le criticità per reperire alcune materie prime necessarie per l’imbottigliamento e il confezionamento dei prodotti, come vetro e alluminio: basti pensare che prima del blocco legato alla crisi bellica l’80% delle bottiglie di vetro utilizzate dai produttori di olio in Italia arrivava dall’Ucraina.
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