Economia
I consumi dell'agroalimentare italiano crescono più del Pil
Le esportazioni agroalimentari nel II trimestre 2021 hanno superato i 12,6 miliardi di euro e, rispetto allo stesso periodo del 2020, crescono del +23% , con Usa e Germania come principali clienti
08 ottobre 2021 | C. S.
Buona la performance economica nel II trimestre 2021, con un aumento del PIL nei confronti sia del trimestre precedente (+2,7%) e sia del medesimo periodo dell’anno precedente (+17,3%), che favorisce, anche un incremento del valore aggiunto. Ciò è legato ad una crescita generale della domanda interna: consumi finali nazionali (+3,4%), investimenti fissi lordi (+2,4%) e importazioni ed esportazioni. È quanto emerge dalla fotografia scattata nel secondo trimestre del 2021 da CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia.
Rispetto allo stesso periodo del 2020, fra aprile e giugno 2021, si è verificato un aumento sia dell’indice della produzione che di quello del fatturato: per l’industria alimentare rispettivamente +5,7% (con picco a giugno) e +8% nel complesso (e +14% sui mercati esteri); per l’industria delle bevande rispettivamente +27,6% (con un picco a maggio) e +31% nel complesso (e +36% sui mercati esteri).
Le esportazioni agroalimentari nel II trimestre 2021 hanno superato i 12,6 miliardi di euro e, rispetto allo stesso periodo del 2020, crescono del +23% , con USA e Germania come principali clienti. In aumento anche le importazioni (+20%) con Brasile e Grecia come principali fornitori. I prodotti maggiormente esportati sono stati vini, carni preparate e prodotti lattiero-caseari. Sul fronte delle importazioni i prodotti maggiormente interessati sono stati semi di soia e derivati e olio di oliva.
Sentiment analysis 2021: sulla base dei dati raccolti su twitter dal 6 giugno 2021 al 12 settembre 2021, emerge un ampio clima di fiducia nei confronti del settore primario e delle sue politiche, seppur si registra una diminuzione (-2%) del sentimento di fiducia rispetto al periodo precedente, con prevalenza dei giudizi positivi e molto positivi (67%) rispetto ai negativi e molto negativi (31%), che aumentano del 2% appunto.
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