Economia

E' boom per gli alimenti senza zuccheri, antibiotici, lattosio e glutine

Il cibo "free form" in Italia genera un fatturato di 6,8 miliardi di euro, ossia oltre il 26% del venduto dei 71.723 prodotti food proposti in Grande Distribuzione e rilevati dall’Osservatorio Immagino

02 settembre 2020 | C. S.

L’attenzione agli zuccheri è il leit-motiv che sta caratterizzando il mondo dei prodotti alimentari “free from” in Italia. A rilevare, misurare e monitorare questa tendenza è la settima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, realizzato in collaborazione con Nielsen, che incrocia le informazioni evidenziate su etichette e sell-out di 112 mila prodotti di largo consumo venduti nei supermercati e negli ipermercati italiani.

Sono ben 13.153 i prodotti alimentari a scaffale che hanno in etichetta un’indicazione relativa all’assenza di un componente e/o ingrediente (18,3% del totale food rilevato) e realizzano un fatturato di 6,8 miliardi di euro, cresciuto in un anno di +0,5%. Ben superiore a questa media è il trend degli alimenti presentati come “sugar free”: rispetto al 2018, i prodotti con il claim “senza zuccheri aggiunti” hanno aumentato le vendite di +9,1% e quelli con “pochi zuccheri” sono cresciuti di +7,6%.

Dall’Osservatorio Immagino emerge, quindi, in modo evidente la grande attenzione al tema degli zuccheri e l’interesse dei consumatori per i prodotti che li hanno ridotti. L’industria alimentare ha “nutrito” questa esigenza aumentando l’offerta, oggi arrivata al 4,4% di incidenza sul totale food rilevato, lanciando in particolare bevande a base di frutta, yogurt, confetture, latte di mandorla e altre bevande piatte.

Se la riduzione degli zuccheri si conferma il locomotore del treno “free from”, altri claim hanno comunque registrato performance di vendita superiori alla media del mercato. Sono “senza glutammato” (+4,9%), “senza additivi” (+2,7%) e “senza olio di palma” (+1,6%). Tra i claim emergenti, rilevati per la prima volta dall’Osservatorio Immagino, si segnalano “senza antibiotici” (+62,0%), “non fritto” (+6,1%) e “senza lievito” (+1,9%), che hanno tassi di crescita interessanti ma che hanno una presenza a scaffale ancora limitata (0,1-0,4% della numerica).

Rimandano all’eterogeneo mondo del “free from” anche i claim relativi all’assenza di componenti nutritive responsabili di allergie o intolleranze alimentari, come il lattosio che appartiene al mondo degli zuccheri naturali. Sugli scaffali di supermercati e ipermercati italiani l’Osservatorio Immagino ha trovato 9.431 prodotti che si presentano come “senza glutine” o “senza lattosio”, pari al 13,1% dell’offerta alimentare complessiva. Nel 2019 il paniere degli alimenti per intolleranti e allergici ha generato 3,7 miliardi di euro di vendite, ossia il 14,5% del giro d’affari totale del paniere food dell’Osservatorio Immagino (esclusi acqua e alcolici). 

Rispetto ai 12 mesi precedenti, le vendite sono aumentate di +2,6%, migliorando di un punto percentuale i risultati dell’anno precedente. A sostenere l’espansione del mercato dei prodotti per intolleranti è stata soprattutto l’offerta (+2,3%), e quindi la maggior presenza sulle etichette dei claim “senza glutine” e “senza lattosio”, mentre la domanda è risultata positiva ma più tiepida (+0,3%).

A dominare il mercato, in termini di numero di referenze e di sell-out, è l’offerta di prodotti per celiaci, ossia con il claim “senza glutine” o con il logo della spiga sbarrata dell’Associazione italiana celiachia (Aic): accomuna oltre il 14% del paniere dei prodotti alimentari rilevati e genera il 13,8% del giro d’affari alimentare totale. Il sell-out del claim “gluten free” è cresciuto di +1,7% in un anno, grazie soprattutto ad hamburger, maionese, affettati e uova pasquali. Invece il logo Aic ha aumentato le vendite annue di +2,8%, spinto da preparati per brodo, affettati, surgelati, panificati e pasta.

Ma il fenomeno più dinamico nel mondo dei prodotti per intolleranti si collega al trend positivo del “sugar free”: è la crescita del mercato dei prodotti “lactose free”, che in un annohanno aumentato le vendite di +3,6% arrivando a superare 1,1 miliardi di euro di sell-out, grazie soprattutto alle dinamiche positive di affettati, panificati, bevande piatte e latti fermentati. Determinante, anche in questo caso, è stata l’espansione dell’offerta dei prodotti “senza lattosio”, arrivati al 4,5% dei 71.723 prodotti alimentari monitorati nella settima edizione dell’Osservatorio Immagino.

Potrebbero interessarti

Economia

L'ottima performance dell’industria alimentare nel II trimestre 2025, export traina sempre di più

In aumento il valore aggiunto dell’industria e dell’agricoltura, mentre il settore dei servizi si mantiene stabile. Le vendite all'estero in valore sono diversificate in base ai comparti: in crescita i cereali, in calo, invece, quelle di vino e di ortaggi trasformati

18 ottobre 2025 | 09:00

Economia

Il prezzo dell’olio di oliva al 17 ottobre: boom dei prezzi dell’extravergine in Sicilia, parte la speculazione in Spagna

Mentre in Puglia, dopo lo strano calo a Brindisi, Lecce e Taranto, non si segnalano novità, l’olio nuovo fa esplodere le quotazioni in Sicilia. Parte invece forte la speculazione in Spagna, con vistosi cali su tutte le categorie commerciali

17 ottobre 2025 | 14:30

Economia

I dazi frenano il vino italiano negli USA

A luglio e agosto l'export di vino precipita del 30%. Nel breve termine si confermano prospettive negative: a settembre è probabile un’ulteriore contrazione in doppia cifra

17 ottobre 2025 | 13:30

Economia

Crolla l'export agroalimentare italiano negli USA ad agosto

Con le tariffe passate al 15% la crescita si è di fatto azzerata. I prossimi mesi faranno capire se l’inversione di tendenza sarà strutturale o è solo un assestamento. Gli USA rappresentano il primo mercato Extra Ue in valore per le esportazioni agroalimentari nazionali 

17 ottobre 2025 | 10:00

Economia

363 milioni di euro all'agricoltura italiana: erogati gli anticipi PAC

Il 16 ottobre a ricevere la prima tranche di pagamenti, sono 120.112 aziende su un totale di 400 mila, specializzate soprattutto nella coltivazione di frumento,  grano, orzo, pomodori, ulivi e viti

16 ottobre 2025 | 16:00

Economia

I danni alla filiera cerealicola italiana con il bando per l'urea

Senza urea nel Bacino Padano si stima una diminuzione del 36% nella produzione di mais, un calo del 17% di frumento tenero, del 25% di frumento duro e, addirittura, del 63% di riso

15 ottobre 2025 | 12:00