Economia

Il Made in Italy non è un prodotto ma un servizio al cliente

Secondo una ricerca dell’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy un cibo vende di più se è presente la dicitura "100% italiano". L’italianità copre il 25,2% delle referenze a scaffale e incide per il 24,4% sul fatturato

22 maggio 2020 | C. S.

Con i colori della bandiera italiana sulla confezione del prodotto si vende di più. Lo stesso accade se sul packaging c’è un logo che dica “100% italiano”. Da una ricerca dell’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy è infatti emerso come l’etichetta che evidenzi l’origine italiana aumenti le vendite (+0,7% in presenza del Tricolore e +3,5% con il claim ”100% italiano”).

L’importanza dell’italianità dei beni alimentari appare di grande rilevanza anche in correlazione all’attuale emergenza sanitaria che ha visto numerosi esponenti del mondo produttivo chiedere un sostegno del made in Italy: l’italianità dei prodotti copre infatti il 25,2% delle referenze a scaffale e incide per il 24,4% sul fatturato del largo consumo. Ma non è tutto, perché la presenza della bandiera italiana sulle confezioni rappresenta un segmento che interessa il 14,5% del giro d’affari dei prodotti nostrani e il 15% di share sulle vendite a valore. Dati positivi che, secondo gli esperti del settore dei consumi e della produzione, devono essere presi in considerazione anche nel post epidemia per rilanciare le vendite.

Oltre all’importanza del tricolore sul packaging, grande risalto è dato al claim “100% italiano” che, sempre secondo la ricerca dell’Osservatorio Immagino, ha registrato una crescita del +0,4% dell’offerta e del +3,5% nel giro d’affari su base annua. Performance estremamente positive anche per i marchi Doc/Docg che coprono il 2% del fatturato del made in Italy alimentare, mettendo a segno un aumento del 3,4% rispetto al 2018. E ancora, il trend delle etichette Dop si è mantenuto stabile con un aumento dell’1,8%.

La rilevanza del made in Italy sull’impulso all’acquisto da parte dei consumatori è un pensiero condiviso anche da Ercole Vagnozzi, professore di Business Intelligence & Customer Relationship Management presso l’Università “Alma Mater” di Bologna: “Non esiste più una vendita di prodotti, ma esclusivamente vendita di un servizio in cui il prodotto rappresenta parte del processo che ingloba preacquisto e post acquisto. Nell’omnicanalità della vendita del servizio sul prodotto made in Italy, pertanto, la presenza della bandiera sulle confezioni ne è l’emblema essenziale perché agevola gli scambi commerciali e rappresenta il biglietto da visita primaria per l’export”.

Potrebbero interessarti

Economia

Nel 2025 l’export agroalimentare italiano continua a correre

Negli USA gli acquisti di prodotti italiani sono aumentati del 66% tra il 2019 e il 2024 e oggi l’Italia è il terzo fornitore di prodotti food&agroalimentari, ma sullo sviluppo futuro pesano i dazi. Lo sviluppo di Messico, Polonia Romania e Corea del Sud

02 dicembre 2025 | 15:00

Economia

Il prezzo dell'olio di oliva italiano al 2 dicembre: l'extravergine di qualità oltre gli 8 euro/kg

Nonostante qualche pressione a Bari, con il minimo sceso di 20 centesimi, si evidenzia l'assoluta stabilità di tutte le altre piazze olivicole nazionali. Benissimo in particolare la Sicilia che mantiene quotazioni oltre i 9 euro/kg

02 dicembre 2025 | 14:20

Economia

Ancora giù i prezzi delle clementine: il freddo migliora la qualità degli agrumi

Nel settore ortofrutticolo, l’arrivo del freddo sta portando a un naturale aumento della domanda di prodotti stagionali, i quali, beneficiando delle basse temperature, esprimono al meglio le loro caratteristiche qualitative

29 novembre 2025 | 16:00

Economia

Il prezzo dell’olio di oliva al 28 novembre 2025: quotazioni stabili in Spagna e in Italia

Il mercato dell’olio di oliva pare aver trovato, per ora, un punto di equilibrio intorno ai 4,5 euro/kg per l’extravergine spagnolo e 7,5-8 euro/kg per l’extravergine italiano. Gli scambi sono però ancora contenuti e l’Andalusia fa i conti con una brutta gelata

28 novembre 2025 | 12:00

Economia

L’economia delle denominazioni di origine continua a crescere: 20 miliardi di euro

Export per la prima volta sopra i 12 miliardi, record sia per cibo che per vino. La Grande Distribuzione continua a faticare a valorizzare le Dop e Igp italiane. Olio extravergine di oliva entra nella TOP15

27 novembre 2025 | 11:00

Economia

La competitività e le prospettive del vino italiano

Se ad inizio millennio l’Italia era leader nell’export di vino in appena 9 mercati, oggi lo siamo in 46, con una quota a valore che è passata dal 17% al 22%, a fronte di un calo dei vini francesi, che sono diminuiti dal 38% al 33% dell’export mondiale

27 novembre 2025 | 10:00