Economia
IL BIOLOGICO ARRETRA? NO, AVANZA. E’ UN GIOCO DELLE PARTI, E DEI NUMERI, TRA ISMEA E LE ASSOCIAZIONI BIO
Le vendite nel 2006 sono calate del 2,6%. Contrordine, il settore ha registrato un incremento del fatturato vicino al 9%, merito delle ottime performance della vendita diretta e dei negozi specializzati mentre la grande distribuzione si disamora del comparto
03 marzo 2007 | R. T.
Il bio arretra ancora nel 2006, ma a un tasso più contenuto. Eâ una rilevazione dellâIsmea che stima per lâintera annata trascorsa un calo delle vendite di prodotti biologici in Italia del 2,6% rispetto al 2005, anno che si era chiuso con una flessione del 5,8%.
Federbio e AssoBio smentiscono però, a stretto giro di posta, i dati appena diffusi dallâIsmea sul mercato bio nazionale.
La rilevazione Ismea, che esclude gli acquisti delle famiglie italiane nei negozi specializzati, ma che include le vendite della grande distribuzione organizzata (super e ipermercati), ha fatto emergere, tra le diverse produzioni, una flessione, in valore, del 4,5% per i lattiero-caseari e del 6% per gli ortofrutticoli freschi e trasformati. In calo anche gli acquisti domestici di uova (-4%), pasta e riso (-11%), mentre crescono di quasi 3 punti percentuali dolciumi, biscotti e snack biologici.
In netta controtendenza gli oli (+17%) e gli alimenti per lâinfanzia (+15% circa). Tengono pane e prodotti sostitutivi come crackers, grissini e gallette, mentre registrato una netta battuta dâarresto i prodotti dietetici e le bevande. Pesante anche lâandamento dei consumi delle famiglie italiane di miele e salumi biologici, in calo rispettivamente del 6 e del 3 per cento rispetto al 2005.
Riguardo ai negozi specializzati, che non rientrano però tra i canali monitorati, Ismea sottolinea che le indicazioni di consenso degli operatori sembrano orientate a una ripresa delle vendite nel 2006, che potrebbe almeno in parte riassorbire la flessione registrata nella grande distribuzione e nei negozi tradizionali.
Oltre alla grande distribuzione, però, il cui assortimento di prodotti bio non supera le 300 referenze â sottolineano Federbio e Associo - propongono prodotti biologici oltre 2.000 punti di vendita diretta gestiti dai produttori, oltre 1.000 negozi specializzati (il cui assortimento supera anche le 3.000 referenze), circa 200 mercati, un numero imprecisato ma crescente di gruppi dâacquisto; prodotti biologici rientrano nellâassortimento di migliaia di negozi tradizionali e dellâintero canale erboristerie.
E proprio a questi canali specializzati, in grado di offrire una gamma completa, si rivolgono i consumatori fedeli di prodotti biologici: il canale della grande distribuzione ha come cliente tipo il consumatore occasionale.
La copertura dellâanalisi Ismea, pur offrendo utili informazioni su un fenomeno in crescita, è quindi estremamente parziale ed è del tutto improprio estendere la stima della contrazione del 2.5% nella grande distribuzione allâintero settore che, anzi, è in netto sviluppo.
Oggi, quindi, il settore non registra nessuna crisi, al contrario. Il campione di Assobio basato sui dati delle maggiori imprese di trasformazione e distribuzione di prodotti biologici registra un incremento medio del fatturato Italia 2006 dellâ8.86% (lâaumento era del 6.20% nel 2005).
Di più: lâincremento 2004/2006 delle vendite alla rete di punti vendita specializzati è del 19.72%, al normal trade è del 38.71%, allâindustria di trasformazione è del 173.02%, a grossisti del 60.94%, alla ristorazione del 52.59%, ad altri canali del 13.79%.
Eccellenti anche i dati dellâexport, che dal 2004 ha registrato un aumento del 48.66% (con un +111.56% verso la Germania e un +140.18% verso il Regno Unito; del 66.67% è lâaumento delle esportazioni verso Paesi extra-europei).
La pur leggera controtendenza riguarda solo il canale super/ipermercati, che non può vantare le brillanti performance che registra allâestero (il 55% dei 3.9 miliardi di vendite sul mercato biologico tedesco è appannaggio di supermercati e discount).
Dopo aver imposto il proprio marchio commerciale sulla quasi totalità dei prodotti biologici che trattano, ostacolando così la crescita di forti marchi delle aziende di produzione â denunciano infine Federbio e associo - le catene italiane hanno diradato o sospeso le iniziativa di promozione, della quale non possono certo farsi carico i fornitori, resi anonimi dai contratti di fornitura a marchio.
Potrebbero interessarti
Economia
Olio extravergine di oliva spagnolo a 4 euro/kg al 25 agosto

Trend ancora più positivo per l’olio lampante a 3,3 euro/kg. Volumi scambiati molto elevati per il periodo, con l’industria olearia spagnola che tenta l’accaparramento in vista della prossima campagna olearia. Olio extravergine di oliva di buona qualità anche oltre i 4,5 euro/kg
25 agosto 2025 | 16:00
Economia
Prezzi dei prodotti alimentari in lieve aumento a luglio

L’incremento degli indici dei prezzi di carni e oli vegetali supera la flessione dei prezzi di cereali, prodotti lattiero-caseari e zucchero
18 agosto 2025 | 15:00
Economia
Le denominazioni di origine agroalimentare in cerca di mercati

Il sistema agroalimentare italiano, che ha toccato la cifra record di 70 miliardi di euro di export, non è in crisi, ma va protetto e rafforzato. 300 milioni di euro sul Fondo di sovranità alimentare e altri strumenti finanziari per valorizzare l'agroalimentare e sostenere le filiere in difficoltà
09 agosto 2025 | 12:00
Economia
Il prezzo dell’olio di oliva all’8 agosto: fuochi d’artificio di Ferragosto

Mentre il mercato italiano, come da tradizione, rimane invariato ad agosto, in Spagna si sta assistendo a fuochi d’artificio al rialzo per tutte le categorie commerciali, dal lampante all’extravergine d’oliva
09 agosto 2025 | 09:00
Economia
Il fatturato del settore dell'olio di oliva italiano a 5,8 miliardi di euro

Il settore resiste grazie alla struttura diffusa e capillare: 620 mila aziende e oltre 4.240 frantoi attivi. L'Italia si conferma secondo esportatore mondiale, con una quota del 20%, e vanta 42 DOP e 8 IGP in costante espansione
06 agosto 2025 | 16:00
Economia
Olio di oliva: solo la Spagna avrà giacenze a settembre

L'Unione europea stima stock finali di 271 mila tonnellate per la Spagna e 80 mila tonnellate di olio di oliva per l'Italia, tra extravergine nazionale e comunitario. Praticamente a zero le scorte negli altri Paesi e con l'incertezza per la prossima campagna olearia
04 agosto 2025 | 11:00