Economia

LO STRANO CASO CHIAMATO AGRICOLTURA. VALORE AGGIUNTO IN CALO, MA CRESCE L’OCCUPAZIONE?

Una anomalia che si riscontra leggendo “Agrisole” e in contemporanea un dispaccio Coldiretti su dati Istat. Chi ha ragione? Un giorno si piange e l’altro si gioisce

23 settembre 2006 | Mena Aloia

Sfogliando un importante settimanale del sistema agroindustriale, “Agrisole”, leggo: “l’agricoltura perde valore aggiunto (-2,4%)”.
Più che una notizia, il solito triste bollettino sullo stato di salute della nostra agricoltura, perché dunque dilungarsi nella lettura?
Ma ecco che dopo pochi minuti, con una straordinaria coincidenza temporale, mi sottopongono la lettura di un comunicato stampa Coldiretti dal titolo: “lavoro: Istat, record per l’agricoltura (+5,7%) frena disoccupazione”.
Non capisco.

La prima cosa a cui penso è che forse si tratta di dati riferiti a diversi periodi temporali, anche se dovrebbero essere davvero lontani tali periodi per rendere meno stridente la contraddizione.
Invece no, il periodo è lo stesso: primo semestre 2006 per il calo del valore aggiunto e II trimestre 2006 per la rilevazione sulle forze lavoro.
Continuo a non capire.

Com’è possibile che un settore che perde valore aggiunto assuma +53.000 nuove unità?
E ancora, com’è possibile che questo straordinario incremento degli occupati in agricoltura del +5,7%, ribadisco, provenga totalmente dal Centro-Sud (Mezzogiorno: +7,3%; Centro: +21,1%; Nord: -1,6%)?

Vogliamo spiegare il tutto sperando che, rispetto all’anno scorso, molti di più abbiano seguito la via della legalità e che questo +5,7% in realtà e solo il venire a galla di tanto lavoro sommerso? Potrebbe essere una risposta, considerando anche che il boom riguarda solo le assunzioni di lavoratori dipendenti che sono cresciuti dell’11,5%, mentre i lavoratori indipendenti sono sostanzialmente stabili (+1%). Ma è una risposta poco soddisfacente.

Allora, come posso accettare per buono tutto ciò che esce dall’Istat?
Per correttezza devo ammettere di non aver verificato il dato riportato nell’articolo di Agrisole, (il -2,4% del valore aggiunto) quindi potrebbe anche essere che non sia mai stato divulgato dall’Istat, ma francamente mi sembra alquanto improbabile che dei professionisti commettano una simile leggerezza.

Chiarisco subito che avrei voluto trovare il comunicato ufficiale, ma puntualmente mi perdo nei meandri del sito dell’Istat. Sembra che i dati una volta diffusi, vengano inghiottiti da non so quale mostro dopo pochi giorni. Provate a cercare la parola agricoltura e capirete cosa voglio dire.

Verificare i dati riferiti alle forze di lavoro è stato molto più semplice perché è un documento uscito il 20 settembre, quindi ancora in prima pagina.
Torniamo al problema di fondo, l’agricoltura vive un momento positivo o negativo?
Il -2,4% ci suggerirebbe che continua a perdere colpi, ma il +5,7%, letto da solo, ci farebbe pensare ad una ripresa.

Non esiste alcuna conclusione per questo articolo. Avrei forse dovuto affrontare le due questioni separatamente, un giorno piangere per la cattiva sorte dell’agricoltura ed il giorno dopo gioire per la nuova forza acquistata con le 53.000 braccia in più che vi lavorano.

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