Economia
Al sud si taglia su qualità e quantità sul carrello della spesa
Non vi è solo il condizionamento della pubblicità, a influire sulle spese alimentari anche area geografica, professione e condizione economica. Le più agiate riducono meno la qualità, mentre quelle con meno risorse tagliano sia qualità che quantità in modo più elevato
12 dicembre 2018 | C. S.
Il made in Italy vince nel piatto degli italiani perché le materie prime nazionali sono migliori, ma anche perché il rispetto dei diritti dei lavoratori è sinonimo di una filiera di qualità. E' quanto emerge da un sondaggio condotto da Fondazione Di Vittorio e Tecnè per conto della Flai Cgil, presentato oggi nella prima giornata del congresso nazionale del sindacato alimentare, che mette a fuoco i consumi alimentari delle famiglie e le loro motivazioni di acquisto. Al campione nazionale intervistato è stato chiesto di effettuare la spesa mensile utilizzando un budget di 458 euro all'interno di un negozio virtuale con 50 prodotti. Emergono così i criteri con i quali gli italiani riempiono il carrello della spesa.
Se al primo posto mettono le materie prime nazionali, seguono appaiati la produzione in Italia e il rispetto dei lavoratori e più arretrata la notorietà del prodotto. Per rimanere nel budget assegnato, sforato dagli intervistati in media di 43 euro, sono diverse le soluzioni adottate dalle famiglie a seconda di tipologia del prodotto, area geografica, professione e condizione economica. Le più agiate, secondo il sondaggio, riducono meno la qualità, mentre quelle con meno risorse tagliano sia qualità che quantità in modo più elevato. Nel Mezzogiorno si ha la punta più alta delle quantità non acquistate, così come tra le persone che vivono da sole o che si trovano in disagio occupazionale. In generale emerge con forza il tema della produzione e dei prodotti nazionali, ma secondo il campione la condizione del lavoratore che produce risulta parte integrante della qualità del prodotto.
Un aspetto, questo, da tenere in considerazione per la valorizzazione e l'eticità della filiera, conclude il sondaggio, rafforzando così in Italia e all'estero il concetto del made in Italy.
Potrebbero interessarti
Economia
Gli spumanti italiani servono per i brindisi delle Feste all'estero
In un 2025 complesso, le bollicine nazionali tornano a superare la soglia simbolica del miliardo di bottiglie prodotte e commercializzate, di cui oltre 360 milioni destinate alle Feste tra Natale e, soprattutto, Capodanno
20 dicembre 2025 | 13:00
Economia
Il futuro dell’olio di oliva in Europa: le prospettive produttive al 2035
Addio agli oliveti tradizionali non irrigui per far spazio ai superintensivi. Produzione in aumento in Spagna e Portogallo ma in diminuzione in Grecia e Italia. Il settore reggerà solo grazie alle esportazioni. I consumi interni di olio di oliva previsti in calo
20 dicembre 2025 | 10:00
Economia
Il prezzo internazionale dell’olio di oliva al 19 dicembre: la pioggia frena la discesa delle quotazioni
L’olio extravergine di oliva spagnolo a 4,25 euro/kg, il tunisino a 3,25 euro/kg, il greco a 5 euro/kg e il portoghese a 4,5 euro/kg. Il trend al ribasso si ferma per il rallentamento della raccolta a causa delle piogge. Attesa per i dati produttivi spagnoli di dicembre
19 dicembre 2025 | 11:00
Economia
Giacenze di olio di oliva ai minimi anche nel 2026
La Commissione europea certifica che, con una produzione mondiale in lieve diminuzione, lo stock a settembre 2026 sarà di sole 400 mila tonnellate e un consumo mondiale che supererà le 3 milioni di tonnellate
18 dicembre 2025 | 15:00
Economia
L'agroalimentare pesa per il 15% sull’economia nazionale
Sul fronte degli scambi con l’estero, il 2024 segna un nuovo primato con le esportazioni, che, per la prima volta, superano la soglia dei 68,5 miliardi di euro. In crescita sia la produzione agricola sia il valore aggiunto, grazie al netto calo dei costi dei fattori della produzione
18 dicembre 2025 | 12:00
Economia
Le tendenze di prezzo dell'olio di oliva europeo
L'indice dei prezzi di consumo armonizzato per l'olio d'oliva nell'Unione europea ha registrato un calo del 28,1% su base annua a settembre, una riduzione molto più ripida di quella osservata in agosto
17 dicembre 2025 | 14:00