Economia

Non è solo la qualità a fare il valore aggiunto, ma anche il servizio

La Sda Bocconi School of Management ha analizzato le performance delle imprese del settore Food&Beverage negli ultimi 10 anni. Secondo le tendenze individuate, il cibo che compreremo domani al supermercato sarà facile da usare e adeguato a ogni singola occasione e co-creato con i consumatori

03 febbraio 2017 | C. S.

Le imprese del food & beverage che ottengono i migliori risultati economici sono quelle più attente ad aggiungere un forte contenuto di servizio ai loro prodotti. Lo evidenzia Guia Pirotti con Massimiliano Bruni e Matteo Vizzaccaro, di Sda Bocconi School of Management, nella ricerca ‘La servitizzazione nel Food & Beverage’, presentata in via Bocconi 8, a Milano.

Gli studiosi hanno raccolto i dati e analizzato le performance delle imprese del settore negli ultimi 10 anni. Per ogni azienda sono stati individuati la crescita dei ricavi, delle quote di mercato e i differenziali di performance operativa e finanziaria rispetto ai singoli segmenti di appartenenza. Sono stati identificati così alcuni campioni del food & beverage e ne sono stati analizzati il business model e le scelte strategiche.

Al fine di analizzare realtà comparabili, tenendo conto della dimensione media dei singoli segmenti (in generale compresa tra 50 e 300 milioni di euro) si è deciso di escludere dall’analisi le microimprese del settore e i giganti diversificati come Barilla e Ferrero, caratterizzati da dinamiche specifiche.

Pirotti, Bruni e Vizzaccaro hanno così individuato alcuni ‘campioni’ italiani in sette comparti del settore tra cui: processed meat and seafood (Callipo, Bofrost), pasta, rice and noodles (Dr Shaer, La Molisana), bottled water (Acqua Sant’Anna Fonti di Vinadio), baked food (Dr Shaer, Morato Pane), processed food and vegetables (Bonduelle, Orogel, Mutti), diary (Latteria Merano, Arborea, Valsoia, Parmareggio), coffee (Caffè Vergnano).

Secondo le tendenze individuate, il cibo che compreremo domani al supermercato sarà facile da usare e adeguato a ogni singola occasione.

Per esempio, Bonduelle produce carote a fiammifero a vapore, barbabietole a cubetti, insalata agita e gusta; Fruttagel ha pensato a un mix di vegetali che possono essere lessati nel forno a microonde; Morato propone un pane dolce per la mattina, le Bruschette per un pasto veloce, le Spuntinelle per le tartine dell’aperitivo, l’American Sandwich per i super farciti.

Sarà anche il frutto di processi produttivi lunghi e naturali, ma dal momento della progettazione del prodotto al suo arrivo sul mercato passerà pochissimo tempo. Basti pensare che Parmareggio ha introdotto prodotti premium invecchiati 30 o 40 mesi e Caffè Vergnano ha anticipato i concorrenti portando sul mercato le cialde compostabili.

Inoltre, sarà co-creato dai consumatori: Acqua Sant’Anna Vinadio ha scelto sei nuovi gusti di tè benessere ascoltando l’opinione dei consumatori, andando anche in alcuni centri yoga per capire il ‘gusto del benessere’ quale poteva essere, e Bofrost periodicamente introduce ricette create dai consumatori.

Sarà, poi, il prodotto di una filiera sempre più integrata. Da 17 anni Mutti assegna il premio Pomordorino D’Oro con lo scopo di offrire un riconoscimento agli agricoltori impegnati nella ricerca dell’eccellenza qualitativa nella produzione del pomodoro. Inoltre, sempre Mutti ha ripreso la tradizione della cattedra ambulante in agricoltura dell’Italia del XIX secolo, lavorando con i suoi agronomi ed esperti a fianco del coltivatore.

Non solo. Il cibo che compreremo domani al supermercato sarà anche prodotto da imprese sempre più focalizzate, anziché da grandi conglomerati. Come Dr Shaer, che si presenta come specialista in prodotti senza glutine, e Arborea che non tratta altro che latte e suoi derivati. Sarà, quindi, comunicato attraverso informazioni su provenienza, tracciabilità e territorio. Per citarne alcuni, La Molisana rassicura il consumatore attraverso le informazioni sulla provenienza degli ingredienti e Callipo utilizza il sito Internet per consentire di risalire all’origine, alla tracciabilità, alla provenienza del prodotto. Infine, sarà prodotto da imprese che sanno coniugare strategia a lungo termine e imprenditorialità. Come Balocco, in cui il marchio dell’azienda coincide con quello della famiglia che ne è alla guida e che l’ha fondata, è una family company che sa guardare al futuro ma che nello stesso tempo mantiene vivo il rapporto con le sue origini e con lo spirito imprenditoriale del fondatore.

Fonte: Adnkronos

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