Economia

ACQUISTARE ITALIANO, CERTO. LO DICE ANCHE CIAMPI. MA CHI PROTEGGE IL MADE IN ITALY ALL’ESTERO? IL CASO DEL FALSO VINO FRIULANO FA RIFLETTERE

Oddio, che dramma! Ci siamo accorti solo ora di come vada realmente il mondo? Un produttore di vino ci comunica il proprio silenzioso sdegno, con una e-mail molto eloquente. E’ triste la situazione. Ma perché gli organi preposti continuano a deludere? Perché non vigilano?

15 ottobre 2005 | Ludovica Riposto

Oddio, che dramma! Ci siamo accorti solo ora di come vada realmente il mondo? Un produttore di vino ci comunica il proprio silenzioso sdegno, con una e-mail molto eloquente. E’ triste la situazione. Ma perché gli organi preposti continuano a deludere? Perché non vigilano?

Cosa è accaduto nei giorni scorsi? Un po’ la sapete, visto che i grandi media, oltre a occuparsi di Lapo Elkann, di Loredana Lecciso e del seno nudo al femminile in bella mostra da Bruno Vespa, offrono pure una serie di altre notizie, tra cui l’invito del Capo dello Stato Ciampi ad “acquistare italiano”.

L’invito ad acquistare italiano
L'appello del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi è stato perentorio: “aiutiamo le imprese comprando i loro prodotti, così da sostenerle e dare nuovo impulso alle attività produttive”. Ottimo consiglio, peccato che in Italia c’è un tale disordine di idee che nessuno capisce un’acca di come vada il mondo. Da una parte c’è chi, agli alti livelli, dovrebbe sostenere tale filosofia, e a parole lo fa, ma poi tradisce bellamente il Belpaese, affindandosi a maestranze estere. Vi ricordate la brutta e penosa figura del presidente di Confindustria Cordero di Montezemolo (quello dei capelli al vento, che tanto somiglia al Luca-Luca di Striscia la Notizia)? Mi riferisco ovviamente ai gadget della Ferrari (maglie e quant’altro) prodotti all’estero e finti made in Italy. Solita storia, cui siamo abituati a convivere. Ebbene, ora le parole del Capo dello Stato un po’ incoraggiano le persone animate da buon senso. Ma quanto varranno poi questi incoraggiamenti, questi inviti? Serviranno davvero a smuovere le ipocrisie del nostro Paese? Dubito fortemente.

Cosa avviene per contro all’estero? Un abuso sui prodotti italiani?
Ora, tuttavia, dopo queste note da stato di incertezza, passiamo a una questione molto più seria. Cosa avviene – c’è infatti da chiedersi - all’estero? Cosa avviene intorno al nostro glorioso made in Italy? Siamo davvero tutelati? Visto l’atteggiamento ambiguo che si riscontra sui mercati, visto il crescente fenomeno dell’agropirateria, siamo per davvero tutelati? E, soprattutto, c’è per davvero, un sistema di vigilanza tale da riuscire a porre in qualche modo freno ai tanti abusi cui siamo purtroppo abituati? Bella domanda. La risposta ce la fornisce un noto produttore di vini, Fulvio L. Bressan.
Ecco intanto il testo della sua mail, opportunamente inviata a un vasto indirizzario, tra cui quello istituzionale del Ministero delle Politiche agricole, nelle varie figure operative: dallo staff del Ministro al capo di segreteria, al consigliere diplomatico, ai vari uffici. Sarebbe curioso attendere la loro giustificazione, il loro punto di vista.

Egregi Signori,
ecco come un vino SLOVENO viene spacciato per FRIULANO, addiritura sulla brochure illustrativa degli eventi TOP di una manifestazione veramente importante per gli Stati Uniti d'America quale il MIAMI INTERNATIONAL WINE FAIR.
(N.B. guardare attentamente gli eventi di Sabato, 1 ottobre 2005, e troverete la degustazione "TASTING: REVIVAL OF CLASSIC ITALIAN WINES" presentata dal Sig. Sergio Esposito c/o International Wine Merchants, New York, che inserisce l'azienda MOVIA al primo posto come vino Friulano!.... siamo veramente al dolce!..)
Inoltre, International Wine Merchants di New York inserisce nel loro sito web, la sopracitata azienda MOVIA come friulana!
Collegamento a: link esterno

A questo punto non ci si può meravigliare che le aziende non aderiscano ai consorzi di Tutela... ribadisco "di tutela" del vini DOC.

Fulvio L. Bressan


Il nostro parere?
Siamo piuttosto perplessi. Si fa un gran parlare di tutela e promozione del made in Italy, ma poi al riscontro dei fatti si assiste a un declino inarrestabile. Dove sono le figure di riferimento? Che cosa fanno? Perché non vigilano? Perché non agiscono? Perché non intervengono in modo concreto e fattivo? Perché si riempiono solo di belle parole e mai di fatti? Perché? Sarebbe gradita una risposta.

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