Economia
L'export agroalimentare italiano continua a tirare
I primi undici mesi del 2011 hanno fatto registrare un incremento in valore dell’8,5%, consolidando l’ottima performance del 2010
25 febbraio 2012 | R. T.
Altro anno molto positivo per le esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani. I primi undici mesi del 2011 hanno fatto registrare un incremento in valore dell’8,5%, consolidando l’ottima performance del 2010 (+11,3%).
Un risultato - commenta Ismea - che conferma l’importante contributo offerto dalla domanda estera a sostengo del settore agricolo e alimentare nazionale, in un momento di forte stagnazione dei consumi interni.
A brillare in questo 2011 sono state in particolare le esportazioni di vino che hanno messo a segno un nuovo record storico, con un progresso su base annua di oltre il 13%.
Tra i prodotti più rappresentativi del made in Italy, emerge una crescita moderata per il comparto frutticolo (+2,4%), grazie soprattutto alle mele che hanno controbilanciato il forte calo delle esportazioni di frutta estiva e agrumi.
In netto recupero dopo due anni negativi, i flussi oltrefrontiera di pasta, che hanno fatto registrare nel periodo gennaio-novembre un più 7,4%. Tra i formaggi e latticini, che nel complesso replicano il successo del 2010 con un +16%, sono i formaggi grana (Grana padano e Parmigiano reggiano) e il Gorgonzola a registrare gli incrementi più significativi, rispettivamente del 22% e del 14%. Da segnalare anche l’inversione di tendenza del Pecorino/Fiore sardo, in ripresa del 6,7%.
I prodotti da forno e quelli della salumeria, entrambi in crescita di oltre il 7% sempre nei primi 11 mesi dello scorso anno, proseguono la tendenza positiva che, seppure più marcata nel 2010, non aveva conosciuto arresti neanche durante la crisi del 2009.
L’olio di oliva incrementa le vendite all’estero del 7% rispetto a un 2010 già particolarmente positivo, mentre si delinea un bilancio piuttosto deludente per gli ortaggi freschi. Il comparto, sottolinea l’Ismea, ha accusato un calo del 9,6% delle esportazioni, di riflesso sia agli esiti produttivi non soddisfacenti, anche in conseguenza del clima, sia all’allarme e-coli che, seppure in un periodo limitato, ha fortemente condizionato le spedizioni verso importanti sbocchi commerciali.
Tra i principali Paesi di destinazione dell’agroalimentare tricolore, i dati del periodo gennaio-novembre 2011 indicano aumenti dei flussi in valore verso la Germania (+5,4%), la Francia (+9,2%) e il Regno unito (+2,8%), con un incremento medio nella Ue del 6,7%. Cresce a ritmi più sostenuti la domanda nei Paesi extraeuropei (+13,5%), tra i quali spicca soprattutto il ruolo degli Stati Uniti (+10,8%).
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