Economia
Qualcuno vuole ancora la frutta fresca estiva?
Quotazioni in ribasso a causa dell'afflusso di merce greca e spagnola e di una scarsa recettività dei mercati. E. coli ancora condiziona l'export verso la Germania. Record negativo per le pesche: -18%
16 luglio 2011 | R. T.
La congiuntura sui mercati ortofrutticoli nazionali sta rivelando un quadro di generale debolezza per la frutta estiva. Le quotazioni alla prima fase di scambio - comunica Ismea - hanno accusato in Italia e in altre piazze europee diffusi cedimenti, conseguenti a fenomeni di sovrapposizione di offerta, anche con merce estera (soprattutto greca e spagnola), e di scarsa ricettività dei mercati.
L’emergenza E.Coli - spiega ancora l’Ismea - sta tuttora condizionando l’export verso la Germania. Per pesche e nettarine, in particolare, i rilevanti afflussi di merce, causati dagli sfasamenti dei calendari di raccolta nelle diverse zone produttive, e il calo dell’attività oltre confine continuano a rendere particolarmente critico il collocamento sul mercato interno.
Alla data del 10 luglio i prezzi all’origine delle pesche hanno subito una flessione su base settimanale del 18%, scendendo in media sui 40 centesimi al chilo. Rispetto allo stesso periodo del 2010 la riduzione oltrepassa il 26%. Evidenti i ribassi anche per le nettarine (il prezzo medio si attesta sui 44 centesimi al chilo), che hanno ceduto il 14% in una settimana e il 34% su base annua.
Il fisiologico aumento dell’offerta ha impresso, intanto, una spinta al ribasso anche ai prezzi delle susine, in calo di oltre l’11% rispetto alla precedente settimana (-8% nei confronti dell’anno scorso).
Piuttosto debole l’avvio della commercializzazione anche per l’uva da tavola, in un mercato che mostra ancora una scarsa propensione all’acquisto, nonostante la buona qualità delle produzioni. L’esordio deludente - rileva l’Ismea - ha alimentato diffusi timori tra i produttori per il prosieguo della campagna, con il livello dei prezzi che su base annua registra una contrazione di circa il 22%.
Nel frattempo, anche il mercato degli ortaggi conferma la fase piuttosto critica iniziata con l’emergenza dell’escherichia coli. Sono i prodotti in foglia, in particolare, ad accusare ancora gli effetti di una scarsa richiesta, con i prezzi che su base annua segnano flessioni del 34% per la lattuga e del 26% per l’indivia.
Mercato ben approvvigionato, anche in termini qualitativi, per i pomodori, con disponibilità spesso superiore alla domanda. Al momento si segnalano alcune difficoltà nella collocamento della merce, anche in relazione a una debole attività sul versante dell’export.
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